Sindrome di Guillain-Barré: le terapie più efficaci prevedono la plasmaferesi e le infusioni in endovena di immunoglobuline
Il nome esatto è sindrome di Guillain-Barré. È una malattia rara (ha un’incidenza di una o due persone su 100mila) che provoca la lesione dei nervi periferici, quelli per intenderci che collegano il sistema nervoso centrale con il resto del nostro organismo. Rappresenta la forma più frequente di polineuropatia acquisita e, nei casi più gravi, comporta anche la degenerazione degli assoni (il prolungamento dei neuroni).
Attualmente non è ancora stata individuata la sua causa precisa, ma l’opinione generale è che derivi da una risposta autoimmunitaria contro la guaina mielinica che ricopre il nervo o contro il nervo stesso: tale condizione sarebbe generata da un’infezione che provoca la produzione di anticorpi contro le molecole del nervo che vengono scambiate per componenti dell’agente infettivo.
È più frequente negli adulti, soprattutto di sesso maschile e, nella maggior parte dei casi, dopo pochi giorni o settimane dalla sua comparsa, si manifestano infezioni alle vie respiratorie o all’apparato gastrointestinale. Tra quelle che compaiono con maggiore frequenza vanno ricordate:
- Tossinfezioni alimentari
- Virus dell’influenza A
- Infezioni da herpes virus (citomegalovirus, virus di Epstein-Barr)
- Infezioni delle vie respiratorie dovute a Mycoplasma pneumoniae o Haemophylus influenzae
Non si tratta di una forma contagiosa e tendenzialmente viene diagnosticata sulla base della sua evoluzione e della progressione dei sintomi. Il più tipico è la paralisi progressiva e bilaterale degli arti, accompagnata dalla scomparsa dei riflessi tendinei. Le analisi che possono confermare la sua presenza sono:
- l’analisi del liquido cerebrospinale, prelevato grazie a una puntura lombare e utile per escludere altre cause di debolezza o paralisi;
- l’elettromiografia, che fornisce informazioni sulla funzionalità dei muscoli e dei nervi periferici
Non c’è ad oggi una terapia specifica per la sindrome di Guillain-Barré, tuttavia un paio di trattamenti, se avviati con rapidità, possono accorciare i tempi di guarigione e ridurre durata e complicazioni della malattia. Si tratta della plasmaferesi e dell’infusione per via endovenosa di immunoglobuline. La prima procedura è utile perché, grazie alla fase di separazione del plasma dalla parte cellulare del sangue, consente di eliminare gli anticorpi che danneggiano i nervi periferici. Le immunoglobuline, invece, essendo ricche degli anticorpi provenienti dal sangue di donatori sani, riescono a bloccare l’azione degli anticorpi dannosi per i nervi.
Un motivo in più per capire quanto sia importante donare e sensibilizzare le persone a iniziare.