La ristorazione è un mondo colmo di sfide e di creatività, che va affrontato dagli addetti ai lavori con impegno. Un ristoratore che riesce finalmente ad aprire il suo locale, di qualunque ispirazione sia, segue praticamente tutti gli aspetti a partire dall’approvvigionamento della cucina, fino alla scelta delle posate. Ovviamente, insieme al suo staff.
Tovaglie, piatti e posate
Le funzioni del ristoratore possono cominciare proprio dalla ricerca di forniture Ho.re.ca per Ristoranti e Bar, indispensabili per avere tutti gli “attrezzi del mestiere”. Anche se è possibile delegare ai dipendenti tale scelta, per molti i principi di Hospitality (ospitalità, Ho nell’acronimo) e immagine del Restaurant (ristorante, re nell’acronimo) oppure del Café (ca nell’acronimo) che s’intende aprire è molto personale.
D’altronde, dopo gli arredi, a definire l’anima stessa del locale sono proprio tovaglie e posate, in linea con eleganza, sobrietà o spensieratezza. Molte realtà moderne preferiscono ad esempio linee essenziali e materiali come la melamina, versatile e quasi indistruttibile; però non passano di moda cristallerie ed elementi tipici dei locali più raffinati, sempre molto apprezzati per le esigenze di ambienti esclusivi.
Le tovaglie in tessuto vanno lavate spesso, igienizzate, e prevedono quindi un investimento ulteriore per il ristoratore. Tuttavia, quelle individuali possono rappresentare il giusto compromesso per gli ambienti più informali come fast food o trattorie. In alternativa, il poliestere è più facile da smacchiare, ma non del tutto adatto a un locale elegante.
Il menù
Uno chef può decidere il menù in autonomia o confrontandosi col ristoratore stesso (a meno che non lo sia personalmente!). Qui entrano in gioco molteplici fattori che vanno ad aggiungersi alla spesa relativa all’acquisto di mobili e attrezzature per il locale, perché il rifornimento dovrà essere sempre garantito.
Il ristoratore dovrà perciò avere ben chiaro il budget da investire rispetto alle entrate previste, prediligendo magari pochi piatti cucinati bene oppure molteplici proposte che siano comunque di qualità media. E, persino in tal senso, molto dipende dal tipo di locale che si sta aprendo.
In linea generale, concentrarsi su meno piatti consente ai cuochi di prepararli con maggiore qualità, permettendo quindi di mantenere i prezzi su una media accettabile sia per il proprietario che per i clienti. In aggiunta, il fatto di potersi barcamenare su un numero non elevato di proposte porterà i commensali a una scelta più agevole.
Social e socialità
In un mondo dove ormai tutto è condiviso e condivisibile, avere un sito o poter dare ai clienti l’opportunità di recensire il proprio ristorante sulle piattaforme dedicate è quasi un must. Tuttavia, può rivelarsi un’arma a doppio taglio, per cui, nel limite del possibile, meglio preferire un servizio sempre cortese a uno troppo impersonale e social.
In molti locali il cameriere comunica semplicemente ai tavoli che si può scannerizzare il menù con un barcode, ma cosa accade se non si possiede un cellulare o si è poco avvezzi con la tecnologia? L’alternativa di un contatto umano che possa supportare, spiegare e anche dare consigli può essere considerato a tutti gli effetti un valore aggiunto. E magari portare a qualche recensione positiva in più.