Nei pazienti con diabete di tipo 2, arrivano buoni risultati in più studi della combinazione insulina icodec più semaglutide
La combinazione settimanale di insulina icodec più semaglutide (IcoSema) potrebbe essere di beneficio alle persone con diabete di tipo 2 che non raggiungono gli obiettivi glicemici target con i singoli agenti, suggeriscono i risultati di una nuova ricerca presentati al congresso 2024 della European Association for the Study of Diabetes (EASD).
I dati provengono da tre studi clinici multicentrici randomizzati in aperto della durata di 52 settimane del programma COMBINE di fase IIIa, che hanno coinvolto pazienti con diabete di tipo 2 che non erano in grado di raggiungere gli obiettivi raccomandati di emoglobina glicata (HbA1c) con la loro terapia. Lo studio COMBINE 1 ha confrontato IcoSema con la sola insulina icodec, COMBINE 2 ha confrontato IcoSema con il solo semaglutide e COMBINE 3 ha valutato IcoSema in confronto a insulina basale glargine una volta al giorno e insulina aspart pre-pasto in persone che non raggiungevano gli obiettivi glicemici con la sola insulina basale.
IcoSema superiore o non inferiore ai farmaci di confronto
Tutti e tre gli studi hanno raggiunto i loro endpoint primari di riduzione dei livelli di HbA1c, i particolare la superiorità di IcoSema in COMBINE 1 e 2 e la non inferiorità in COMBINE 3. Tutti gli altri endpoint erano superiori o non inferiori, a eccezione di un maggiore aumento di peso rispetto al solo semaglutide e più effetti avversi gastrointestinali rispetto alla sola insulina basale.
«Molte persone non amano molto i regimi terapeutici complessi e questo può avere un impatto sull’aderenza al trattamento. La terapia combinata può aiutare a superare le barriere nella gestione del diabete di tipo 2 grazie a un minor numero di iniezioni, test del glucosio con puntura del dito meno frequenti e un dosaggio più semplice, sperando che questo possa influenzare positivamente l’aderenza e la persistenza nella terapia» ha affermato Liana Billings della Clinical and Genetics Research in Diabetes and Cardiometabolic Disease presso il NorthShore University Health System, Evanston, Illinois.
Tanto l’EASD quanto le linee guida dell’American Diabetes Association supportano la terapia combinata, ha osservato, e la combinazione specifica di un GLP-1 agonista e di un’insulina basale a lunga durata d’azione può comportare una maggiore riduzione della glicemia rispetto ai singoli componenti, con un minore aumento di peso, tassi più bassi di ipoglicemia rispetto ad altri regimi insulinici intensificati e una migliore tollerabilità gastrointestinale.
Risultati principali del programma COMBINE
In COMBINE 3, 679 persone con diabete di tipo 2 non adeguatamente controllato con terapia insulinica basale-bolo sono state randomizzate a ricevere IcoSema una volta alla settimana o insulina glargine U100 una volta al giorno più insulina aspart ai pasti, somministrate da due a quattro volte al giorno secondo necessità.
Dopo 52 settimane le riduzioni della HbA1c erano simili nei due gruppi, -1,47% contro -1,40% rispettivamente con IcoSema e glargine + aspart. Il tempo al di sotto del range è stato inferiore con IcoSema (0,2% vs 0,5%; P<0,0001), mentre il time-in-range è stato simile (68,9% vs 66,3%; P=0,1892). Il peso corporeo è diminuito di 3,56 kg con IcoSema ed è aumentato di 3,16 kg con glargine + aspart (P<0,0001).
L’ipoglicemia clinicamente significativa o grave è stata meno comune con IcoSema, 10,0% vs 58,5% (P<0,0001), mentre gli effetti collaterali gastrointestinali sono stati più frequenti con IcoSema (10,0% vs 2,7%).
Nello studio COMBINE 1, IcoSema (n=646) è risultato statisticamente superiore alla sola insulina icodec una volta alla settimana (n 645) nella riduzione della HbA1c (1,55% vs 0,89%; P<0,0001), del peso corporeo (-3,70 kg vs +1,89 kg; P<0,0001) e degli eventi di ipoglicemia clinicamente significativa o grave (7,1% vs 20,8%; P<0,0001), di un maggior time-in-range e di un tempo più breve al di sopra dell’intervallo glicemico target. Il profilo di sicurezza complessivo di IcoSema rifletteva quelli dei singoli componenti, senza che venissero identificati nuovi segnali di sicurezza e
Nello studio COMBINE 2, IcoSema (n=342) è risultato significativamente superiore a semaglutide da solo (n=341) nella riduzione della HbA1c (-1,35% vs 0,90%; P<0,0001). Tuttavia la variazione del peso corporeo ha favorito la monoterapia con semaglutide, con una perdita di 3,70 kg rispetto a un guadagno di 0,84 kg con IcoSema (P<0,0001). Non sono state osservate differenze nell’ipoglicemia clinicamente significativa o grave, con tassi simili di eventi avversi anche gastrointestinali.
In conclusione, IcoSema sembra avere un buon potenziale nel trattamento del diabete di tipo 2, in quanto potrebbe aiutare i pazienti trattati con semaglutide a migliorare i livelli di HbA1c e i pazienti in sovrappeso o obesi sottoposti a terapia insulinica a perdere peso e ad attenuare il rischio di ipoglicemia.