Smettere di fumare e mantenere l’astensione dal fumo sono stati associati a un rischio ridotto di sviluppare l’idrosadenite suppurativa rispetto al continuare a fumare
Smettere di fumare e mantenere l’astensione dal fumo sono stati associati a un rischio ridotto di sviluppare l’idrosadenite suppurativa rispetto al continuare a fumare, mentre riprendere o iniziare a farlo può avere un effetto altrettanto dannoso sullo sviluppo della malattia quanto il fumo continuo. Sono i risultati di uno studio di coorte basato sulla popolazione coreana pubblicato sulla rivista JAMA Dermatology.
«Gli ultimi dati che rivelano un aumento dell’incidenza di idrosadenite suppurativa nei paesi occidentali sottolineano ulteriormente l’importanza della modifica dello stile di vita per la prevenzione della malattia» hanno scritto l’autore senior Seong Jin Jo del Seoul National University College of Medicine e colleghi. «Questo disturbo cutaneo infiammatorio cronico caratterizzato da noduli dolorosi, ascessi e formazione di tunnel nelle aree intertriginose, rappresenta un onere sostanziale per gli individui colpiti. Tra le molteplici cause alla base dell’idrosadenite, come predisposizione genetica, disregolazione immunitaria e fattori ambientali, il fumo è stato costantemente associato a un rischio elevato di sviluppare o esacerbare la malattia, oltre che a un’efficacia ridotta del trattamento».
Smettere di fumare riduce il rischio di idrosadenite
Lo studio ha interessato oltre 6 milioni di soggetti presenti nel database del Korean National Health Insurance Service che avevano subito due visite mediche biennali consecutive (2004-2005 e 2006-2007) per la coorte primaria. L’età media era di 47,2 anni e il 55,6% erano uomini.
Durante più di 84 milioni di anni-persona di follow-up si sono verificati 3.761 eventi di idrosadenite suppurativa. Rispetto ai pazienti che hanno segnalato di fumare attivamente nelle due visite biennali consecutive, nei fumatori che alla seconda visita avevano smesso di farlo è stato riscontrato un rischio inferiore di sviluppare la condizione (HR aggiustato 0,68).
Anche i soggetti che hanno mantenuto la cessazione del fumo durante entrambe le visite (aHR 0,67) e coloro che hanno dichiarato di non aver mai fumato (aHR 0,57) presentavano un rischio inferiore rispetto ai fumatori attivi.
Invece quanti hanno inizialmente smesso di fumare ma alla seconda visita hanno ripreso a farlo e i pazienti senza una precedente storia di fumo ma che hanno iniziato a fumare presentavano un rischio di idrosadenite simile ai fumatori abituali.
I risultati della coorte secondaria, comprendente i pazienti che si sono sottoposti a tutte le visite sanitarie biennali e che hanno mantenuto lo stesso stato di fumatore dal 2006-2007 (il periodo della seconda visita) alla fine del periodo di follow-up (fino a 14 anni), erano in linea con quelli della coorte primaria, mostrando una riduzione del rischio più pronunciata con la cessazione del fumo (aHR 0,57).
Il rischio di idrosadenite tra i fumatori che hanno smesso era inizialmente simile a quello dei fumatori abituali, ma dopo 3 o 4 anni senza fumo il tasso ha rallentato fino a essere simile a quello dei non fumatori. Inoltre la diminuzione del rischio è persistita per 3-6 anni (aHR 0,58) e per oltre 12 anni dalla data indice (aHR 0,70).
I nuovi fumatori inizialmente avevano un rischio di sviluppare la malattia simile a quello dei non fumatori, ma dopo 2-3 anni è aumentato raggiungendo i livelli dei fumatori.
«Anche se abbiamo rilevato una notevole tendenza alla riduzione del rischio di idrosadenite associata alla riduzione del consumo di tabacco dai fumatori sostenuti ai non fumatori, non sono state osservate differenze statisticamente significative nel rischio tra fumatori abituali, coloro che hanno ripreso a fumare e nuovi fumatori» hanno scritto i ricercatori. «Inoltre non abbiamo osservata differenze significative nel rischio tra chi ha smesso di fumare e gli ex fumatori sostenuti».
I limiti dello studio segnalati dagli autori includono alcuni potenziali fattori confondenti come background ereditario, mancanza di inclusione di utilizzatori di sigarette elettroniche o terapia sostitutiva della nicotina e la piccola percentuale di fumatrici. Inoltre, contrariamente a quanto rilevato da ricerche precedenti, è stata riscontrata una mancanza di differenza nel rischio di sviluppare l’idrosadenite in base al livello di reddito nei pazienti coreani, limitando potenzialmente la generalizzabilità dei risultati.
Referenze
Kim SR et al. Smoking Cessation and Risk of Hidradenitis Suppurativa Development. JAMA Dermatol. 2024 Aug 21:e242613.