Denuncia choc sul Centro permanenza per rimpatri di Macomer, in Sardegna, nel report “A porte chiuse” presentato oggi alla Camera
“Quando sono entrato nel centro ho visto subito che ero in un posto come Alcatraz. Mi avevano detto, mentre mi accompagnavano ‘Ora vai in una sezione con televisione, dove puoi giocare a calcio.. invece, appena entrato nella sezione C ho visto che erano tutti pazzi: uno parlava da solo, uno mangiava e dormiva nella doccia, uno aveva una placca di ferro in testa… Eravamo abbandonati da tutti”. Inizia così la testimonianza raccapricciante di Omar, ex “detenuto” nel Centro di permanenza per rimpatrio di Macomer, in provincia di Nuoro. Omar è tra i partecipanti, oggi alla Camera, della conferenza stampa di presentazione di “A porte Chiuse”, report di denuncia, a cura di Naga Odv e Rete Mai più Lager – No ai CPR, alla presenza di Francesca Ghirra, deputata Avs.
Nelle 53 pagine del documento le testimonianze raccolte a seguito di un’ispezione, a cui era presente la stessa Ghirra, compiuta il 23 marzo scorso, mossa dalle denunce che lo stesso Omar aveva portato all’associazione Naga, una volta uscito dal Centro. L’ispezione così “ha scoperchiato gli orrori di uno dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio più terribili ed isolati del Paese, confermando la fondatezza delle denunce, attraverso le testimonianze dirette delle persone trattenute, e nonostante l’ostruzionismo di fatto dell’ente gestore del centro. la cooperativa sociale Ekene, che si è recentemente aggiudicata la gestione del CPR di Milano- e delle istituzioni coinvolte”, spiegano i curatori del Report.
“QUATTRO ORE DI PESTAGGIO SU UN MAROCCHINO CHE RIFIUTAVA IL RIMPATRIO”
“Un’area destinata al trattenimento di persone con problemi psichiatrici; un reparto di isolamento utilizzato per fini punitivi; persone con importanti problemi di salute; ripetuti episodi di percosse e intimidazioni a danno delle persone detenute, ad opera del personale del centro, oltre che delle forze dell’ordine. Il tutto nel contesto di una struttura gestionale incentrata sulla violenza, la sopraffazione e la razzializzazione”: è in sintesi quanto riportato ed evidenziato sul Cpr di Macomer e confermato oggi da
Cesare Mariani di Naga Odv. Passando in rassegna le pagine del report, Mariani elenca le denunce degli episodi di violenza, come quello in cui 17 carabinieri sono entrati nel blocco C per 4 ore di violenze su un marocchino che si rifiutava di tornare in patria.
“A UN RECLUSO HANNO FATTO IL ‘PIZZETTO DI HITLER’, SOLO PER DERIDERLO”
O “il giorno del sangue”, quando diversi ospiti della sezione C, per protesta, si sono tagliati per tutto il corpo, nell’indifferenza totale dei gestori del centro e dei medici. E ancora: il caso di B. un ragazzo che “mangia e dorme nella doccia, fa tutto nella doccia”. Un giorno ha chiesto di poter tagliare la barba e il personale del centro gli ha fatto un pizzetto come Hitler, per poter ridere di lui. E poi il fenomeno del caporalato, “Africa comanda Africa”, il personale dei centri marocchini diventati “agenti di sofferenza per persone ulteriormente razzializzate e recluse in una detenzione dura, incomprensibile e patogena”.
“A MACOMER RINCHIUSO ANCHE UNO STATUNITENSE CHE SI CREDE NIXON”
“Io faccio l’infettivologo in carcere ma dopo l’ispezione a Macomer, devo dire che un livello di violenza tale è difficile trovarlo altrove”: parla quindi Nicola Cocco, Rete Mai più Lager – No ai CPR. nel Report è riportata la sua relazione medica in cui denuncia la possibile “deriva manicomiale” del centro. E torna a ribadirla oggi: “Disponibilità di psicofarmaci, persone con disturbi psichiatrici, psichiatri che vanno sostanzialmente a confermare prescrizioni di sedativi: a Macomer si trova un ambiente che è la premessa per una deriva manicomiale e sono profondamente preoccupato come medico, cittadino e come essere umano della sofferenza che si sta vivendo in questi ambienti”. Nell’ispezione e nelle denunce dei ‘detenuti’ è emerso come nella sezione C fossero trattenute persone con evidenti problematiche di salute mentale e che “lì, non potevano stare- spiega- persone che dovrebbero essere dichiarate non idonee alla vita nei CPR ed essere prontamente prese in carico dai servizi territoriali di salute mentale”. Cita il caso persino di un cittadino statunitense, “un afroamericano che faceva avanti e indietro nello spazio ristretto del centro, parlando da solo e ripetendo “Io sono Richard Nixon, è scritto sulla bibbia”, o quello del ragazzo che viveva nella doccia, mangiando le proprie feci. Denuncia poi la presenza di una stanza a-traumatica utilizzata arbitrariamente per l’isolamento, dove invece “l’isolamento disciplinare non dovrebbe esistere”.
Gli elementi raccolti del Report saranno oggetto di un esposto alle Autorità, anticipa infine Ghirra, che si aggiungerà alle denunce già presentate da due ex detenuti del Cpr. “Sarà ovviamente la magistratura ad accertare eventuali responsabilità di chi a ogni livello, inclusi quelli apicali, o non ha vigilato o ha vigilato ma consentito l’instaurarsi e l’incancrenirsi di questa situazione – osservano poi i rappresentanti di Naga e Rete Mai più Lager – No ai CPR.
“PRESTO ISPEZIONE IN ALBANIA, PER FARE LUCE SUL ‘CENTRO NASCITE’”
Infine, la deputata di Avs, anticipa un’ispezione anche nei nuovi Cpr in Albania: “Valuteremo un’ispezione anche in Albania per verificare il rispetto dei diritti umani- motiva- ci risulta si sia allestendo un centro nascite dove le donne non dovrebbero andare”.