Fermato dalla squadra mobile di Taranto un professore assenteista: ha accumulato 550 giorni di assenza giustificandoli con certificati firmati da 14 medici diversi
All’istituto Cerletti di Conegliano in pochi lo riconoscerebbero di persona, ma tutti conoscono bene la storia del “professore fantasma”. Ieri la notizia della sua ‘riapparizione’: dopo quattro mesi di ricerche, Fabio Lanza, 59 anni, insegnante di diritto dell’istituto veneto, ma anche commercialista originario della provincia di Taranto, è stato arrestato dalla squadra mobile del capoluogo pugliese, per un cumulo di pene da scontare. A lui spetterebbero sette anni e sette mesi per truffa aggravata a peculato.
RECORD DI ASSENZE E CERTIFICATI DI MALATTIA FIRMATI DA 14 MEDICI DIVERSI
Come spiegano i quotidiani locali, gli studenti della scuola secondaria superiore di Conegliano non hanno mai assistito a una sua lezione. Nei tre anni che ha avuto la cattedra, sottoscrivendo nel 2021 un contratto a tempo indeterminato, uno l’ha fatto in aspettativa e due in malattia, portando all’ufficio del dirigente scolastico certificati firmati da oltre 14 medici diversi e accumulando 550 giorni di sua assenza. Lanza si è fatto rivedere solo all’inizio dell’anno scolastico, lo scorso settembre, dopo che l’istituto è riuscito a licenziarlo, ma non è stato fatto entrare nel Cerletti.
OLTRE 100 MILA EURO DI STIPENDI E CONTRIBUTI RICEVUTI
Per la scuola veneta le sue assenze hanno rappresentato una bella grana: è stato infatti impossibile nominare un supplente in modo continuativo, era possibile solo coprire temporaneamente i ‘buchi’ con contratti settimanali. Tutto questo mentre il docente continuava a ricevere lo stipendio: in totale, avrebbe ricevuto centomila euro lordi tra stipendi e contributi. Non solo: negli ultimi 5 mesi aveva continuato a ricevere lo stipendio nonostante fosse stato interdetto dai pubblici uffici in modo perpetuo.
I PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA
Il professore di diritto non è infatti estraneo ai problemi con la giustizia: in passato è stato già condannato anche per appropriazione indebita e omissione di atti di ufficio, arrivando ad accumulare 4 anni e 6 mesi di reclusione. La vicenda riguardava un’attività svolta come amministratore di sostegno, per cui il 59enne aveva continuato a incassare degli affitti relativi agli immobili di una signora, sua assistita, anche quando non aveva più l’incarico di amministratore di sostegno.