La maternità surrogata diventa reato universale: femministe plaudono al governo Meloni


Via libera anche al Senato, la maternità surrogata è “reato universale”. Festeggiano le femministe: “Ci spiace che sia stata la destra a farlo, ma…”

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Via libera dal Senato al ddl, già approvato dalla Camera senza modifiche, contro la maternità surrogata compiuta all’estero da cittadini italiani. I voti a favore sono 84, i contrari 58, nessun astenuto. Il testo che introduce dunque il reato universale, a prima prima Carolina Varchi (Fdi), è legge.

Il Parlamento modifica l’articolo 12, comma 6, della legge n. 40 del 2004 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita), al fine di estendere la punibilità delle due fattispecie penali (la commercializzazione di gameti o embrioni e la maternità surrogata) anche ai fatti commessi all’estero da cittadini italiani. La pena prevista è il carcere fino a due anni e una sanzione fino a un milione di euro.

“Con l’approvazione definitiva di oggi al Senato, il ddl che rende l’utero in affitto reato universale è finalmente legge. Una norma di buonsenso contro la mercificazione del corpo femminile e dei bambini. La vita umana non ha prezzo e non è merce di scambio”, il commento sui social della premier Giorgia Meloni.

LA “FESTA” DELLE FEMMINISTE

Ma, tra le polemiche e le proteste delle opposizioni, è “per noi un giorno di gran festa – si legge in una nota delle femministe di RadFem Italia, Rete per l’Inviolabilità del Corpo Femminile – Festa anche per le decine di associazioni e di femministe di tutto il mondo -Stop Surrogacy Now, Ciams, Finnrage, Women’s Declaration International, Japan Coalition Against Surrogacy, Feminist Legal Clinic, Prostitution Research & Education, Finaargit, Jennifer Lahl, Pyllis Chesler, Gena Corea, Sylviane Agacinski e molte altre – che insieme a noi hanno sostenuto e atteso con grande speranza la legge sull’utero in affitto reato universale, finalmente approvata oggi anche al Senato, intesa come un modello possibile per legislazioni di tutti i Paesi. Una lunga battaglia, durata un decennio: lo testimoniano pubblicazioni come ‘L’anima del corpo. Contro l’utero in affitto’ di Luisa Muraro, e ‘Temporary Mother. Utero in affitto e mercato dei figli’ di Marina Terragni, entrambe del 2016, fino al più recente ‘Maternità surrogata, utero in affitto, gestazione per altri (GPA)’ firmato nel 2023 dalla nostra Rete per l’Inviolabilità del Corpo Femminile oltre alle decine di altri scritti e alle molte mobilitazioni. Una battaglia aspra, combattuta per la dignità delle donne e il bene di bambine e bambini, che ci è costata l’ostracismo, lo stigma e l’isolamento politico proprio da parte di quella sinistra dalle cui fila proviene la grande parte di noi, dileggiate e definite bigotte, residuali, reazionarie, omotransfobiche per la nostra posizione motivatamente contraria. Non possiamo dunque dimenticare come ogni tentativo di dialogo su questo tema, salvo rarissime eccezioni, sia stato respinto con assoluto sprezzo dai segretari, dai responsabili diritti e dalle portavoce delle donne dei partiti di sinistra. Ma non possiamo non sottolineare ancora una volta che lottare serve”.

In una nota Cristina Gramolini, Presidente ArciLesbica e Aurelio Mancuso, Presidente Equality Italia, aggiungono: “Ci dispiace che sia stata la destra a farlo, ma siamo contenti che ora sia reato il ricorso alla gestazione per altri (più nota come ‘utero in affitto’), anche se effettuato all’estero. Si tratta infatti di una pratica che riduce le donne a macchine per la riproduzione a favore di committenti paganti che mettono a repentaglio perfino la salute delle donne con l’alibi del loro consenso. La dolorosa evenienza di non poter avere figli/e non giustifica in alcun modo la messa al lavoro di donne in cerca di reddito tramite la gravidanza. I figli non si comprano, non si vendono e neppure si regalano”.

“Le persone eterosessuali infertili possono diventare genitori tramite l’adozione e l’affido. Noi omosessuali possiamo accedere all’affido e chiediamo di poter adottare, ma già tanti di noi sono diventati madri e padri con la pratica dell’auto-inseminazione: senza affaristi, senza cliniche né avvocati, una donna lesbica e un uomo gay autogestiscono la loro fertilità con vera amicizia, non quella fasulla di cui parlano i cataloghi delle agenzie estere di mediazione. Non è vero che i bambini già nati da gpa saranno discriminati, hanno gli stessi diritti di tutti i bambini, semmai gli è stata negata la madre naturale da persone che hanno messo la propria volontà al di sopra dei bisogni di neonati e madri; è un bene se questo ora non sarà più possibile e se l’Italia farà da apripista per altri paesi. Resta la domanda amara: che razza sinistra è quella che si schiera con la messa sul mercato della nascita?”.