Wendell Berry ci offre un vivido ritratto della vita di un piccolo centro di uno Stato del Sud, all’ombra dei grandi eventi della storia americana
Hannah Coulter ha alle spalle due matrimoni e tre figli. Ormai vedova, trascorre la vecchiaia nella sua fattoria del Kentucky ricordando le vicende della propria esistenza (le gioie e le tragedie della gioventù, il periodo della guerra, il lavoro della fattoria, i rapporti con i vicini, l’allontanamento dei figli, il ritorno del nipote scomparso) e rileggendole con la sensibilità e la saggezza che gli anni hanno distillato. Per Hannah, ormai prossima al termine della vita, l’unica certezza sta nell’accettazione dell’incertezza del mondo. Con “Hannah Coulter” Berry aggiunge un altro affascinante tassello alla galleria di personaggi memorabili che popolano Port William, una comunità immaginaria ma assolutamente «vera».
Attraverso le vicende degli individui laboriosi, saggi, fieri e non di rado bizzarri che la compongono, Wendell Berry ci offre un vivido ritratto della vita di un piccolo centro di uno Stato del Sud, all’ombra dei grandi eventi della storia americana (dalla Grande Depressione alla seconda guerra mondiale, dall’avvento della società del benessere al declino provocato dall’abbandono delle campagne), ma in pari tempo ci parla dell’Uomo, del suo bisogno di stare in comunità, del suo rapporto con l’ambiente e con la terra. Guardando al passato senza nostalgie, Hannah Coulter si rivela un’opera piena di forza, di amore per il mondo rurale, di devozione per la sua bellezza e di compassione per i suoi abitanti, e al tempo stesso una lucida riflessione sul precario equilibrio tra uomo e natura e sulle minacce che incombono sulla società contemporanea.