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Quando si dovrebbe ricorrere all’integrazione vitaminica?

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Le vitamine sono sostanze organiche fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo umano e di quello animale. Quelle principali sono 13 e, insieme ai sali minerali, fanno parte della categoria dei cosiddetti micronutrienti (i macronutrienti sono invece i carboidrati, i grassi e le proteine).

Vale la pena sottolineare il fatto che l’organismo non è in grado di produrre le vitamine ed è quindi essenziale introdurle con gli alimenti (l’unica eccezione è rappresentata dalla vitamina D).

In un soggetto sano, il fabbisogno vitaminico giornaliero dovrebbe essere fornito dall’alimentazione, ma non mancano casi in cui si registrano una carenza o un aumentato fabbisogno.

Le cause di carenza sono svariate; per esempio la vitamina D bassa può essere determinata da una bassa esposizione ai raggi solari, a malattie da malassorbimento, a disturbi renali ecc.; la carenza di vitamina B12 può essere legata all’adozione di un regime alimentare vegano o vegetariano ecc.

È in queste e altre circostanze che può essere utile, se non necessario, un’integrazione vitaminica.

1.Cos’è l’integrazione vitaminica?

Con integrazione vitaminica si fa generalmente riferimento all’assunzione di una o più vitamina attraverso l’assunzione dei cosiddetti integratori vitaminici. In commercio si trovano sia supplementi multivitaminici (prodotti contenenti più vitamine) che integratori di una singola vitamina (per esempio supplementi nutrizionali a base di acido folico oppure a base di vitamina D3 o di vitamina C ecc.).

Come accennato, l’integrazione vitaminica può risultare utile se si registra una carenza (facilmente verificabile con specifici esami del sangue) o un aumentato fabbisogno (come spesso si verifica in chi pratica regolare attività fisica, soprattutto se a medio-alta intensità).

Comunque sia, trattandosi di sostanze che hanno determinati effetti, è sempre utile chiedere un parere al proprio medico curante o al proprio biologo nutrizionista di fiducia.

2.Carenze vitaminiche

Le cause di carenze vitaminiche sono numerose; alcune di esse sono particolarmente rare (per esempio, la gastrite atrofica metaplastica autoimmune è una rara malattia che determina carenza di vitamina B12), mentre altre sono piuttosto comuni.

In linea di massima, molto spesso le carenze vitaminiche sono legate a un’alimentazione non equilibrata o all’adozione di un determinato regime alimentare (per esempio la dieta vegana), alle sindromi di malassorbimento, all’alcolismo o all’assunzione di determinati farmaci.

Un’alimentazione non equilibrata e le sindromi di malassorbimento causano spesso carenze vitaminiche generali, mentre il regime vegano e l’alcolismo determinano più comunemente una carenza di vitamine del gruppo B.

Particolare il caso della scarsa esposizione alla luce solare che porta nel lungo termine alla carenza di vitamina D.

3.Aumentato fabbisogno

In alcuni casi non si registra una vera e propria carenza vitaminica, ma piuttosto si ha un aumentato fabbisogno; è per esempio il caso di chi pratica un’attività sportiva regolare, in particolar modo se viene svolta a medio-alta intensità. Molto comunemente vengono consigliati agli sportivi integratori multivitaminici/multiminerali.

Un’altra causa di aumentato fabbisogno vitaminico è la gravidanza; a quest’ultimo proposito, un’integrazione vitaminica a base di acido folico è consigliata nelle donne che stanno pianificando una gravidanza poiché gli studi effettuati sono concordi nel ritenere che l’assunzione di tale vitamina nei mesi precedenti il concepimento previene alcune malattie come per esempio la spina bifida.

Nelle donne in stato interessante possono risultare utili anche integrazioni di vitamina C e di vitamina D.

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