Due studi presentati al congresso ERS suggeriscono l’esistenza di una forte correlazione tra la salute respiratoria e la salute orale
Due studi presentati al congresso ERS suggeriscono l’esistenza di una forte correlazione tra la salute respiratoria e la salute orale: nel primo di questi 2 studi, è stato dimostrato che, dopo la terapia parodontale, si osserva una riduzione statisticamente significativa della resistenza delle vie aeree respiratorie (1).
Nell’altro studio, invece, è stato rilevato come il sanguinamento gengivale si associ ad un innalzamento del rischio di asma 10 anni più tardi (2).
Ecco, di seguito, una breve disamina dei due lavori presentati al congresso.
Primo studio: terapia parodontale e resistenza delle vie aeree respiratorie
Razionale e obiettivo dello studio
La malattia parodontale è caratterizzata dalla progressiva perdita di tessuto connettivo e osseo, causata principalmente da un’infiammazione cronica innescata dalla presenza persistente di batteri patogeni nei biofilm dentali.
Questi batteri si accumulano nelle tasche parodontali, provocando l’attivazione della risposta immunitaria dell’organismo, che porta alla rottura delle strutture di supporto dei denti e, nella fase finale, alla loro perdita.
I ricercatori, con questo nuovo studio, hanno voluto verificare la fondatezza dell’ipotesi secondo la quale la rimozione del biofilm dentale abbatte la presenza dei batteri causa di infiammazione, raggiungendo i polmoni, riducendo l’infiammazione polmonare e migliorandone la funzione.
Pertanto l’obiettivo primario dello studio è stato quello di valutare l’impatto della terapia parodontale sulla funzione polmonare.
Disegno dello studio
Lo studio ha incluso 62 pazienti (età media: 35,8 anni; 63% donne) con parodontosi (stadio 1: 21%; stadio 2: 79%) che non fumavano e che erano altrimenti in buone condizioni di salute.Questi sono stati Immediatamente avviati ad una seduta odontoiatrica di pulizia profonda, che prevede la rimozione meccanica del biofilm dai denti sia sopra che sotto il bordo gengivale.
Tutto ciò include l’eliminazione della placca, del tartaro e delle tossine batteriche dalle superfici dentali e dalle tasche parodontali. Inoltre, la piallatura radicolare leviga le superfici radicolari per impedire l’accumulo di batteri, favorendo il riaggancio della gengiva ai denti e riducendo la profondità delle tasche.
I pazienti hanno poi seguito un regime di trattamento di 2 settimane a base di un collutorio allo 0,2% di clorexidina e di un gel all’1% di clorexidina.
Risultati principali
I ricercatori hanno misurato la funzione polmonare mediante spirometria e oscillometria al basale e a 3 e 6 settimane. La salute parodontale è stata valutata nuovamente a 6 settimane e i ricercatori hanno rilevato miglioramenti in tutti i parametri parodontali valutati.
Dai risultati è emerso che non si sono registrati miglioramenti nelle misurazioni spirometriche, compresi FEV1, capacità vitale forzata (FVC) o il rapporto FEV1/FVC.
Tuttavia, la resistenza delle vie aeree è diminuita del 4,7% da 3 cm H2O/L/s a 2,86 H2O/L/s (P = 0,003) a 11 Hz e del 5,4% da 2,78 H2O/L/s a 2,63 H2O/L/s (P = 0,002) a 19 Hz.
La resistenza delle vie aeree è diminuita del 3,4%, passando da 3,22 H2O/L/s a 3,11 H2O/L/s anche a 5 Hz, ma i ricercatori non l’hanno considerata statisticamente significativa.
Il commento ai risultati degli autori dello studio
Quasi la metà dei pazienti ha mostrato un miglioramento della resistenza delle vie aeree, hanno detto i ricercatori alla fine della presentazione del lavoro al congresso. Una riduzione della resistenza delle vie aeree suggerisce che i pazienti hanno sperimentato una minore ostruzione delle piccole vie aeree, con conseguente facilitazione della respirazione.
Notando che questi miglioramenti sono stati osservati in sole 6 settimane, i ricercatori hanno affermato che sarà importante valutare la resistenza delle vie aeree per un periodo di tempo più lungo.
I prossimi step di ricerca
Accertata l’esistenza di una connessione tra la malattia parodontale e la salute polmonare, i ricercatori ritengono che valga la pena raccomandare ai pazienti odontoiatrici l’implementazione di un programma di igiene orale che migliori sia la salute orale che quella respiratoria.
Le evidenze fin qui disponibili suggeriscono che i medici dovrebbero sottoporre i pazienti con disturbi polmonari, o quelli a rischio, ad esami della salute orale e parodontale.
E’ auspicabile, a questo punto, che vengano condotti studi clinici randomizzati su larga scala e a lungo termine per rafforzare le evidenze esistenti.
Inoltre, concludono i ricercatori, sarebbe importante, ai fini dello sviluppo di piani di trattamento a misura del singolo paziente, effettuare una caratterizzazione dettagliata del microbioma orale, con particolare attenzione alle composizioni batteriche specifiche e ai geni funzionali potenzialmente in grado di predire gli outcome respiratori.
Secondo studio: sanguinamento gengivale e rischio di asma a 10 anni
Razionale e disegno dello studio
È già noto in letteratura che il miglioramento dello stato di salute parodontale nei pazienti con Bpco grave porta ad un minor numero di esacerbazioni e ad una migliore funzionalità polmonare, e questo è un aspetto di cui i medici dovrebbero essere consapevoli, hanno sottolineato i ricercatori durante la presentazione dello studio. Pertanto, la prevenzione con il mantenimento di una buona salute orale è fondamentale per prevenire future malattie respiratorie o migliorare le condizioni respiratorie esistenti.
Utilizzando i dati di due indagini dello studio Respiratory Health in Northern Europe (RHINE), raccolte a distanza di 10 anni l’una dall’altra, i ricercatori hanno valutato 8.345 individui (età media:62 anni; n = 3.882 uomini; n = 4.463 donne) per determinare il legame tra il sanguinamento gengivale durante lo spazzolamento dei denti nello studio RHINE III 2010-2012 e le malattie respiratorie nello studio RHINE IV 2020-2023.
Gii individui inclusi nello studio RHINE IV hanno auto-riferito quattro outcome respiratori, tra cui l’asma attuale, la bronchite cronica, la Bpco e almeno tre sintomi di asma definiti dai ricercatori quali:
– il respiro affannoso o sibilante dal petto
– la mancanza di fiato quando si ansima
– il respiro affannoso o sibilante quando non si è raffreddati
– lo svegliarsi con una sensazione di oppressione al petto
– l’essere stati svegliati da un attacco di dispnea
– l’essere stati svegliati da un attacco di tosse
– l’insorgenza di un attacco di asma
– l’assunzione di farmaci per l’asma
Risultati principali
Considerandoi quattro outcome respiratori sopra indicati, è emerso che la percentuale più elevata di pazienti di RHINE IV, pari al 14,8%, riferiva di avere almeno tre sintomi di asma. L’asma attuale (definito “dall’impiego di farmaci per l’asma e/o attacco d’asma negli ultimi 12 mesi”) è stato riportata dall’11,9% della popolazione totale dello studio, mentre la bronchite cronica (definita come “emissione di catarro quasi ogni giorno per almeno 3 mesi in 2 anni consecutivi”) è stata riportata dal 6,1% e la Bpco dal 2,1%, degli individui considerati nello studio.
Inoltre, la malattia parodontale è stata riscontrata nel 44% di coloro che avevano riferito il sanguinamento gengivale come “frequente/continuo” nel RHINE III (n = 322). Questa malattia è stata osservata anche nel 31% dei soggetti che aveva riferito che il sanguinamento gengivale si verificava “qualche volta” nello studio RHINE III (n = 1.601).
“La domanda ‘Sanguina dalle gengive quando si lava i denti?’ è apparsa essere un ottimo marcatore dell’infiammazione gengivale, con quasi il 50% degli individui con un’elevata frequenza di sanguinamento gengivale che ha riferito di essere affetto da malattia parodontale al follow-up.
Dopo aggiustamento dei dati per sesso, età, fumo, BMI e centro di studio, i ricercatori hanno riscontrato un rischio maggiore di Bpco auto-riferita negli individui dello studio RHINE IV con malattia parodontale (OR aggiustato = 1,46; IC95%: 1,07-1,98).
La presenza di malattia parodontale ha anche aumentato le probabilità di verificare la presenza di almeno tre sintomi di asma (aOR = 1,3; IC95%:1,09-1,56).
Il commento allo studio e i prossimi step di ricerca
Il vantaggio dello studio attuale è che permette di seguire un’ampia popolazione generale con questionari progettati per vedere come lo stato di salute e il comportamento cambino nel tempo, il che fornisce informazioni preziose e maggiore forza ai risultati ottenuti, hanno affermato i ricercatori alla fine della presentazione dello studio.
E’ importante, concludono i ricercatori, proseguire la ricerca in questo campo, con studi con misure approfondite o oggettive dello stato di salute parodontale e dello stato respiratorio, compresa la funzione polmonare.
A tal proposito, gli autori hanno detto di avere in corso degli studi in tal senso – sia uno studio di intervento sulla salute orale per esplorare l’effetto sulla funzione polmonare, sia studi in cui sono previsti esami dentali approfonditi e campioni di batteri orali che sono collegati alla funzione polmonare e allo stato di salute respiratoria.
Bibliografia
1) Røsland A, et al. Poster 734. Presented at: European Respiratory Society International Congress; Sept. 7-11, 2024; Vienna.
2) Bertelsen R, et al. Oral inflammation predicts respiratory disease 10 years later in a Nordic population based study. Presented at: European Respiratory Society International Congress; Sept. 7-11, 2024; Vienna.