A Brindisi le “Rivelazioni” scultoree di Sabino de Nichilo


Le sculture e i dipinti di Sabino de Nichilo sono al centro della mostra personale “Rivelazioni”, al Museo Archeologico “Francesco Ribezzo” di Brindisi fino al 17 novembre

sabino de nichilo

Gettando un ponte tra passato e futuro, la ceramica è un materiale che sfida il tempo e dimostra tutta la sua contemporaneità nelle sculture di Sabino de Nichilo, protagoniste della mostra intitolata Rivelazioni. La personale – visitabile fino al 17 novembre – nelle sale del Museo Archeologico “Francesco Ribezzo” di Brindisi, in piazza Duomo 7, alla presenza di Emilia Mannozzi, Direttore del Polo BiblioMuseale di Brindisi, della curatrice Ilaria Caravaglio e dell’artista, ed è realizzata con il supporto di Inner Wheel Club Mesagne “Appia Antica”.

Sabino de Nichilo presenta al pubblico un progetto ideato per lo spazio museale brindisino e volto a mettere in dialogo i cicli più recenti della sua ricerca scultorea – intitolati Organi da asportoEsperimenti di estinzione e Rivelazioni – e alcuni dipinti su carta con i reperti custoditi all’interno del “Ribezzo”. Oltre a collocare le sue opere nella sala adibita alle esposizioni temporanee, l’artista dissemina lungo il percorso espositivo del museo cinque interventi site specific, pensati con l’intento di attualizzare e rileggere criticamente alcune delle figure mitologiche e delle forme espressive della cultura classica che i visitatori possono incontrare all’interno della collezione archeologica permanente.

Non è solo un andirivieni tra epoche storiche e culture diverse. Si tratta – secondo la curatrice Ilaria Caravaglio – di «un percorso più articolato, che vede alcune delle ceramiche accomodarsi, con un dialogo rispettoso, tra i millenari reperti che riempiono le sale dell’edificio museale». A delinearsi in questo modo nelle sculture di Sabino de Nichilo è quella che Caravaglio definisce «un’archeologia del futuro», che vede la rivelazione a cui fa riferimento il titolo della mostra costruirsi a partire da una relazione, «intesa come dialogo tra la produzione dell’artista ed i pregiatissimi pezzi della collezione del museo».

Spiega la curatrice: «Al centro della ricerca di de Nichilo c’è il corpo, declinato nelle sue infinite possibilità e trasformazioni. Le sue sculture, come frammenti di un puzzle cosmico, ci presentano un corpo che si frantuma, si ricompone, si evolve, sfidando le leggi della natura e della morfologia tradizionale. Queste forme organiche, spesso ibride e mutanti ci ricordano, appunto, i reperti archeologici, frammenti di un passato che cerchiamo di ricostruire ma, al tempo stesso, cellule staminali, capaci di generare ogni tipo di tessuto».

«Le opere di de Nichilo – prosegue Caravaglio – propongono una doverosa riflessione sul futuro, un futuro in cui la tecnologia e la scienza permetteranno di manipolare la materia vivente, creando nuove forme di vita e di interazione con l’ambiente, ma anche un futuro in cui la natura, con la sua forza inarrestabile, continuerà a plasmare il mondo, ricordando a noi esseri umani la nostra fragilità e la nostra dipendenza dall’ecosistema».

La mostra è visitabile dal martedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18:45; il lunedì (fino al 4 novembre) dalle ore 16 alle 19.

Sabino de Nichilo è nato a Molfetta, in provincia di Bari, nel 1972. Si diploma in scultura all’Accademia di Belle Arti di Roma, la città in cui vive e lavora. Utilizza la ceramica come medium principale di una ricerca scultorea che esplora il confine tra organico e inorganico, alla quale si affiancano la pittura, l’installazione e la performance. Privando l’umano della sua unità e degli attributi che lo definiscono e lo decodificano culturalmente, modella oggetti carnali che sembrano lacerti di una macellazione o di un’autopsia, osservati con un distacco ironico e incruento. Porta alla luce una visceralità sentimentale che addomestica l’alienità di un’anatomia mutante con le cromie spesso sgargianti degli smalti. Metabolizzando le istanze culturali del Post Umano, i suoi ultimi cicli di sculture sono Rivelazioni ed Esperimenti di estinzione, volti a osservare i limiti dei processi evolutivi.

Nel 2024, in qualità di vincitore del Premio Sparti, inaugura la personale Virus ad Ascoli Piceno. Nel 2023 tiene la personale Estinzione nello spazio 16 Civico di Pescara e Innen und aussen alla MoMartGallery di Matera. Del 2019 è la personale Organi da asporto a L29 Art Studio di Roma. Nel 2018 presenta la personale Viscere al Museo Archeologico Fondazione “De Palo – Ungaro” di Bitonto (BA). Tra le mostre collettive più recenti, si ricordano nel 2023 La lunga estate calda alla Galleria Nazionale di Roma, La potenza del pensiero alla Residenza delle arti dell’Ambasciata d’Italia a Berna in Svizzera, Antropomachie al Palazzo dei Capitani del Popolo di Ascoli Piceno, e Siamo monadi siamo nomadi al Tomav Torre di Moresco Centro Arti Visive a Moresco (FM). Dal 2022 al 2024 partecipa a tutte e tre le edizioni della mostra Il mattino ha Lory in bocca sui balconi di Bari. Nel 2021 riceve la Menzione d’onore  al XXVIII Concorso di ceramica contemporanea di Grottaglie. Sempre nel 2021 è tra gli artisti di 40days a Quasi Quadro a Torino. Nel 2020 si segnalano Pezzi Unici alla Galleria Gallerati di Roma e Basic Necessities organizzata a Roma da SpazioY e ABC Collective. Sono del 2019 Mediterraneo Keramikòs 2020 al Museo Nazionale della Ceramica “Duca di Martina” in Villa Floridiana a Napoli e Miradas cruzadas alla Fondazione Horcynus Orca di Messina, nell’ambito del progetto “La Cultura è Capitale” dell’Ambasciata di Spagna in Italia. Nel 2018 espone alla mostra Domestica nel sito archeologico delle Case Romane del Celio di Roma. Nel 2017 dà vita, insieme a Francesco Paolo Del Re, al progetto curatoriale Casa Vuota a Roma, tuttora attivo.