Nele Pollatschek riesce a catturare con grande empatia la vita interiore di un personaggio in cui lettori di ogni genere ed età possono facilmente immedesimarsi
Nel corso dei suoi quarantanove anni di vita, Lars Cornelius Messerschmitt è riuscito a realizzare ben poco. Lars non ha niente che non va – almeno così gli dicono i suoi figli -, ma è un procrastinatore cronico. È il 31 dicembre e Johanna, la sua compagna, sta per tornare da un periodo sabbatico in Portogallo. Nonostante ami Lars, Johanna non riesce più a sopportare la sua incapacità di portare a termine anche i compiti più banali. Lars sa che questa è l’ultima occasione per cambiare e riconquistare Johanna, e si impone quindi di completare entro la fine dell’anno tutte le cose che ha lasciato in sospeso. In situazioni disperate come questa, è essenziale ricorrere allo strumento più potente di cui l’umanità dispone: stilare una lista. Gli obiettivi che si è prefissato sembrano semplici: riordinare la casa, impacchettare i regali, inviare la dichiarazione dei redditi, telefonare a suo padre con cui non parla mai per più di trenta secondi, smettere di fumare, finire di scrivere il libro che ha da anni in cantiere, “fare le cose per bene”.
Ma, senza che Lars se ne sia accorto, la settimana è già finita. La casa è un disastro – un cimitero di posacenere traboccanti, vestiti e piatti da lavare – e lui non ha spuntato nemmeno la prima voce della lista. Ormai gli restano meno di dieci ore per fare tutto. Così seguiamo Lars mentre si affanna e si perde continuamente in assurdi voli pindarici durante questa uggiosa giornata di un tipico dicembre tedesco, una di quelle in cui piove e non piove, perfetta metafora della sua esistenza, sospesa in un limbo, a metà tra l’ottimismo e la disperazione, tra l’autocommiserazione e l’autoconsolazione. Stammi bene, Lars è un romanzo che sa essere allo stesso tempo divertente, filosofico e toccante. Bilanciando sapientemente ironia e serietà, Nele Pollatschek riesce a catturare con grande empatia la vita interiore di un personaggio in cui lettori di ogni genere ed età possono facilmente immedesimarsi. Perché, per quanto esagerati e inverosimili alcuni dei pensieri e dei comportamenti di Lars possano sembrare, a chiunque sarà venuta voglia, ogni tanto, di nascondersi sotto una coperta e scorrere su e giù sul telefono fino all’arrivo dell’apocalisse