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A “Donne di Campania” su Rai Storia Maurisa Laurito fa rivivere Luciana Viviani

donne di campania

Partigiana e politica italiana, Luciana Viviani nasce a Napoli da Maria di Majo e dal commediografo Raffaele Viviani: è la protagonista di “Donne di Campania” su Rai Storia

Partigiana e politica italiana, Luciana Viviani nasce a Napoli da Maria di Majo e dal commediografo Raffaele Viviani. È lei – fatta rivivere da Marisa Laurito – la protagonista dell’ultimo appuntamento con “Donne di Campania”, in onda venerdì 25 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia, la docu-serie Anele che attraverso un’inedita narrazione ha ripercorso le storie di sei donne campane, coraggiose, determinate e intraprendenti.
Terza di quattro figli, Luciana Viviani cresce accanto a una zia poiché i genitori sono impegnati nell’attività teatrale, in un clima educativo caratterizzato da libertà e anticonformismo.
Durante l’università incontra Riccardo Longone, padre di suo figlio Giuliano. Con la frequentazione della famiglia Longone, in particolare con il rapporto che instaura con la suocera Fifina, avvia il suo apprendistato antifascista iscrivendosi al Pci.
Dopo l’8 settembre 1943 si trasferisce a Roma e partecipa alla Resistenza nelle Brigate Garibaldi, assistendo le famiglie dei caduti e dei prigionieri; nominata responsabile delle attività tra le donne, è tra le organizzatrici degli assalti ai forni compiuti dalle donne contro il razionamento del pane. Per queste attività ha ricevuto il riconoscimento di partigiana combattente, con una Croce al merito di guerra.
Alla fine del conflitto lavora nella commissione femminile del Pci, occupandosi della propaganda nei rioni popolari di Napoli, a contatto con le masse femminili. Nel 1947 è eletta consigliera comunale a Napoli e nel 1948 è eletta alla Camera, con un mandato che sarà rinnovato sino al 1968. Un lungo impegno parlamentare volto soprattutto al settore dell’assistenza, dei diritti delle donne e dell’infanzia.
Nel dopoguerra è tra le fondatrici dell’Udi e del Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli, con il quale organizza la partenza di migliaia di bambini nelle regioni del centro e del nord Italia, con i “Treni della felicità”. Negli anni Settanta è tra le promotrici delle battaglie per la maternità, la sessualità e l’aborto, e per la conquista dei diritti civili.
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