Alopecia areata: il trattamento con ritlecitinib 50 mg al giorno ha ridotto, nell’arco di 24 mesi, il numero di pazienti nelle categorie di maggiore gravità della malattia
Nei pazienti con alopecia areata il trattamento con ritlecitinib 50 mg al giorno ha ridotto, nell’arco di 24 mesi, il numero di pazienti nelle categorie di maggiore gravità della malattia. Un’analisi dei dati dello studio a lungo termine ALLEGRO-LT, presentato al congresso della European Academy of Dermatology & Venereology (EADV), ha inoltre evidenziato come la risposta al farmaco migliori se la terapia viene protratta per più di 12 mesi.
Una caratteristica comune a tutti i JAK inibitori è che la ricrescita dei capelli si manifesta piuttosto lentamente. Con alcune di queste molecole i primi pazienti a rispondere (responder precoci) raggiungono un punteggio SALT non superiore a 20 entro il nono mese, mentre i responder tardivi ottengono un buon risultato entro il 24° mese, quindi due anni di attesa per un risultato soddisfacente.
«Questo è un problema, perché la scheda tecnica indica di interrompere il trattamento in assenza di un beneficio terapeutico dopo 36 settimane. Meno di un anno quindi, pertanto credo che ci sia bisogno di un cambiamento perché questa informazione risale al momento in cui i farmaci sono stati approvati» ha fatto presente in una relazione sull’alopecia areata la prof.ssa Lidia Rudnicka, responsabile del Dipartimento di Dermatologia della Medical University di Varsavia, in Polonia, presidente della Polish Dermatological Society e membro del comitato esecutivo dell’EADV. «Oggi vediamo che a volte è necessario aspettare di più. In media si osserva una ricrescita dei capelli dopo circa 3-4 mesi, ma non è raro che in alcuni pazienti i risultati compaiano più tardi».
«Ciò che ritengo importante è che con i JAK inibitori la maggior parte di quanti rispondono al trattamento mantengono i capelli. In uno studio il 90-93% dei pazienti ha mantenuto i capelli dopo 2 anni, ma dobbiamo comunque ricordare che ci sono alcuni pazienti che non rispondono alla terapia» ha aggiunto. «Cosa fare quando un JAK inibitore non funziona bene? La cosa più semplice è passare a un altro farmaco della classe, ma al momento ne abbiamo solo due a disposizione, e sappiamo che l’alopecia è molto spesso una malattia cronica. Dopo un certo periodo, indicativamente dopo 2 o 3 anni, si può tentare di ridurre lentamente la dose per eventualmente aumentarla di nuovo in caso di recidiva della malattia. Concludo sottolineando che dobbiamo essere preparati a una risposta ritardata, che può avvenire dopo diversi mesi o anche più tardi, ricordando che l’alopecia areata richiede un trattamento a lungo termine».
Ritlecitinib, un inibitore orale della famiglia di chinasi JAK3/TEC, si è dimostrato efficace e sicuro fino a 48 settimane in pazienti di almeno 12 anni di età con alopecia areata nello studio di fase IIb/III ALLEGRO. L’efficacia a lungo termine in quanti sono passati allo studio in aperto a lungo termine di fase III in corso ALLEGRO-LT è stata dimostrata dalle percentuali di pazienti che hanno raggiunto punteggi SALT ≤20 e ≤10 nel Severity of Alopecia Tool (SALT) al mese 24, tuttavia la distribuzione dei punteggi SALT nei pazienti che non hanno raggiunto queste soglie non è stata ancora descritta, hanno premesso il primo autore Ziad Reguiai del Polyclinique Courlancy-Bezannes, Dermatology Department, Reims, Francia, e colleghi.
Valutazione dei pazienti con almeno il 50% di perdita di capelli
L’analisi presentata al congresso ha incluso i pazienti di almeno 12 anni di età con alopecia areata che sono passati allo studio ALLEGRO-LT dopo aver completato il trial ALLEGRO-IIb/III. Sono stati riportati i dati dei soggetti che hanno ricevuto ritlecitinib 50 mg al giorno senza una dose di carico, inclusi quelli inizialmente sottoposti al placebo in ALLEGRO-IIb/III.
Per i partecipanti randomizzati al placebo le visite post-basale sono state aggiustate in modo da riflettere il tempo dall’inizio del trattamento con ritlecitinib 50 mg. La distribuzione dei pazienti in base al punteggio SALT è stata valutata fino al mese 24 per la popolazione complessiva.
Le risposte a ritlecitinib migliorano prolungando il trattamento
L’analisi ha incluso 191 pazienti nel gruppo 50 mg. Al momento del cutoff dei dati (9 dicembre 2022), 71 avevano interrotto il trattamento principalmente a causa degli effetti collaterali e della mancanza di efficacia. In base ai criteri di inclusione, tutti i partecipanti avevano un punteggio SALT ≥50 al basale e il 71,2% aveva un punteggio SALT >90.
A seguito del trattamento, le percentuali di pazienti nella categoria SALT >90-100 ai mesi 6, 12 e 24 erano rispettivamente del 31,5%, 22,6% e 14,2%. Sono state osservate anche riduzioni nelle percentuali di partecipanti nelle altre categorie SALT >50 dal basale fino al mese 24.
Al mese 12 rientravano nelle categorie SALT 0-10 e >10-20 rispettivamente il 34,2% e l’11,0% dei pazienti, passati al 50,8% e al 10,0% al mese 24.
In sintesi, nell’arco di 24 mesi il trattamento giornaliero con ritlecitinib 50 mg ha comportato un numero di pazienti inferiore nelle categorie con punteggi SALT più elevati. Questi dati forniscono una panoramica completa della risposta del paziente al farmaco, al di là delle soglie predefinite di punteggio SALT, e consentono di comprendere la risposta al farmaco e le relative tempistiche.
«Queste informazioni possono essere utili ai medici quando consigliano i pazienti e affrontano le loro aspettative sulle tempistiche di miglioramento» hanno aggiunto gli autori. «Lo studio dimostra inoltre che i tassi di risposta migliorano continuando il trattamento con ritlecitinib per più di 12 mesi».
Referenze
Reguiai Z et al. Distribution of SALT scores with ritlecitinib treatment up to 24 months from the ALLEGRO phase 2b/3 and long-term phase 3 clinical studies in alopecia areata. Presented at the 33rd Annual Congress of the European Academy of Dermatology & Venereology (EADV); Amsterdam, Netherlands; September 25–28, 2024.