Omicidio Cecchettin, Turetta a processo: “Progettavo di uccidere Giulia già dal 7 novembre, scrissi il piano per tranquillizzarmi”
“Quella sera scrivendo quella lista ho ipotizzato questo piano, questa cosa, di stare un po’ insieme e di farle del male”. Comincia così in aula l’interrogatorio di Filippo Turetta, davanti al pm di Venezia Andrea Petroni, sull’omicidio di Giulia Cecchettin. I magistrati gli chiedono della lista del 7 novembre, gli appunti per il progetto che poi avrebbe portato a termine l’11 novembre.
“Ero arrabbiato – spiega a voce bassa Turetta – avevo tanti pensieri, provavo un risentimento che avessimo ancora litigato, che fosse un bruttissimo periodo, che io volessi tornare insieme e così…non lo so…in un certo senso mi faceva piacere scrivere questa lista per sfogarmi, ipotizzare questa lista che mi tranquillizzava, pensare che le cose potessero cambiare. Era come se ancora non la dovessi definire, ma l’avevo buttata giù”.
“Ho iniziato a farlo il 7 novembre perchè ho cominciato a pensare, avevo tanti pensieri sbagliati. Prima ho scritto di getto, poi ho riletto e messo in ordine quelle parti che di getto non avrei potuto scrivere”.
“Legare caviglie, togliere scarpe, fare il pieno”: queste e altre le azioni e le parole elencate in una nota contenuta nel cellulare di Filippo Turetta intorno a cui ruota il “nodo cruciale della premeditazione” come ricostruisce il servizio del TG1 sull’udienza di oggi.
È la prima volta che Turetta lascia il carcere di Verona; il pm Andrea Petroni gli contesta l’omicidio volontario aggravato e, tra l’altro, la premeditazione. La sorella di Giulia, Elena, in una storia Instagram ha raccontato perché non sarà in aula “Oggi e lunedì 28 ottobre non sarò presente in aula. Non per disinteresse, ma per prendermi cura di me stessa. Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi, 11 mesi che il mio sonno è inesistente o irrequieto. La mia salute mentale e soprattutto quella fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell’ultimo anno. Seguirò a distanza anche tramite i miei legali, tuttavia non parteciperò. Sarebbe per me una fonte di stress enorme e dovrei rivivere nuovamente tutto quello che ho provato a novembre dell’anno scorso. Semplicemente non ne sono in grado”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).