Spano e le dimissioni: “Sono finito in un tritacarne”


L’ex capo di gabinetto del ministero della Cultura Spano: “Sono finito in un tritacarne, mi sono dimesso per gli attacchi alla mia vita privata”

giuli

“Sono finito in un tritacarne politico ingiusto e ingiustificato. Un tritacarne fuori misura. I Pro vita hanno fatto le loro valutazioni. Io le rispetto. Posso capire le critiche alle mie scelte di vita, non pretendo che tutti la pensino come me o vivano nel mio stesso modo. Ma non mi aspettavo un attacco alla mia vita privata e alle mie scelte“. Francesco Spano si è dimesso da capo di gabinetto del ministero della Cultura prima di un’inchiesta di Report che andrà in onda solo domenica. Una casella che salta e il domino politico che scatta, con il neo-ministro della Cultura Giuli ultimo della fila, traballante. Spano si sfoga a Repubblica. Si dice dice “addolorato”. Ma dice anche che l’assunzione del marito Marco Carnabuci come consulente del Maxxi con un contratto da 14 mila euro, quando lui era segretario generale, non c’entra niente.

Mi sembra evidente che la reazione che si è scatenata e che ha portato alle mie dimissioni vada ben oltre la questione del contratto da consulente. Il contratto non è firmato da me e non sono intervenuto in nessuna fase di valutazione e aggiudicazione della fornitura. È stata aperta una procedura pubblica e se ne è occupato l’ufficio legale. È tutto regolare. Sono state presentate tre o quattro offerte da parte di diversi collaboratori già iscritti all’albo della Fondazione e c’è stata una comparazione delle proposte. E poi mio marito lavorava per il Maxxi dal 2018, molto prima che io arrivassi. Era già da tempo un consulente iscritto all’albo”.

“Mi sono dimesso perché non era più possibile lavorare in questo contesto. Un clima non piacevole si era già instaurato non appena il ministro, che ringrazio, mi ha scelto come suo capo di gabinetto”.