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Bpco e infiammazione eosinofilica: ecco come sono migliorate le cure

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Bpco: uno studio suggerisce che la valutazione dello spessore delle vie aeree respiratorie alla Tc potrebbe essere utile per colpire l’infiammazione eosinofilica

Uno studio presentato nel corso del congresso ERS suggerisce che la valutazione dello spessore delle vie aeree respiratorie alla Tc potrebbe essere utile per colpire l’infiammazione eosinofilica in questo distretto con i farmaci biologici, migliorando le possibilità di cura. Ciò alla luce dei primi risultati positivi sul loro impiego, con la prima approvazione di uno di questi, dupilumab, nei pazienti con Bpco e infiammazione di tipo 2.

Razionale e obiettivo dello studio
Come è noto, la Bpco è caratterizzata da una ostruzione irreversibile delle vie aeree respiratorie ed è anche stato ampiamente dimostrato in letteratura come la conta degli eosinofili nel sangue (BEC) si associ alla risposta agli steroidi inalatori.

L’osservazione recente dell’esistenza di una correlazione tra BEC e la conta di eosinofili subepiteliale a livello delle vie aeree prossimali ha suggerito l’ipotesi che la persistenza di BEC elevate possa correlare con l’evidenza radiografica di ispessimento delle vie aeree respiratorie.

Di qui il nuovo studio, che si è proposto di verificare la correttezza di questa ipotesi, ricorrendo alla Tac quantitativa.

Lo studio in breve
I ricercatori hanno reclutato 100 pazienti afferenti ad una coorte britannica di pazienti con Bpco, ed hanno effettuato la misurazione della conta degli eosinofili nel sangue (BEC) a cadenza annuale per 4 anni in condizione stabili, raccogliendo i dati sulle esacerbazioni prima del trattamento con corticosteroidi orali.

Nel fare ciò, hanno classificato i pazienti in base alla conta di eosinofili nei tre gruppi seguenti:
– Gruppo con eosinofilia persistente – BEC > 300 in almeno tre visite ma non < 250 in tutte le visite
– Gruppo con eosinofilia intermittente – BEC > 300 in almeno una visita ma < 250 in almeno una visita
– Gruppo con eosinofilia “assente” – BEC < 300 in tutte e quattro le visite previste dal protocollo dello studio

Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a TAC quantitativa, che è stata utilizzata per valutare il rapporto lume-parete delle vie aeree (Pi10), l’enfisema, l’air trapping e l’opacità a vetro smerigliato.
I risultati hanno mostrato che l’indice Pi10 era significativamente più elevato nel gruppo di pazienti con eosinofilia persistente rispetto ai gruppi con eosinofilia assente o intermittente.

I ricercatori non hanno riscontrato differenze tra questi gruppi per quanto riguarda l’intrappolamento dell’aria, l’enfisema o l’opacità a vetro smerigliato. Non è stata documentata, inoltre, nessuna differenza significativa nel Pi10 tra gli esacerbatori eosinofili e i non esacerbatori eosinofili.

Riassumendo
Questi risultati, in conclusione, suggeriscono che l’eosinofilia persistente in presenza di Bpco si associa ad un aumento dello spessore delle pareti delle vie aeree. Ciò potrebbe avere importanti implicazioni cliniche, in quanto suggerisce la possibilità di modificare lo spessore delle vie aeree nei pazienti affetti da Bpco intervenendo sull’infiammazione eosinofila delle vie aeree con i farmaci biologici.

Bibliografia
Baraldi F et al. The relationship between airway thickness and persistent eosinophilia in COPD. Poster ID 3965; ERS 2024, Vienna

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