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Quali sono i dati rubati dagli attacchi hacker più importanti di sempre?

Unicredit hackerata: rubati file con nomi, città, numeri di telefono ed e-mail di tre milioni di clienti risalenti al 2015

L'intrusione degli hacker sarebbe avvenuta attraverso un partner commerciale esterno italiano di UniCredit

hacker

Che si tratti di informazioni personali, dati finanziari o segreti aziendali, i dati rappresentano uno dei beni più preziosi nell’era digitale: per questo non è raro che diventino potenziali bersagli di attacchi hacker, strumenti ghiotti nelle mani dei pirati informatici.

Secondo i recenti studi di ExpressVPN, i dati rubati possono essere venduti sul dark web o utilizzati per le richieste di riscatto, ma si rivelano utili anche per il furto di identità a fini di frode bancaria o finanziaria e altre attività illegali analoghe.

La sottrazione indebita dei dati può comportare ingenti danni finanziari: dai risarcimenti alle vittime alle multe legali, fino a spese smisurate per il recupero dei sistemi e della loro sicurezza. Per questo motivo, sempre più aziende e persone fisiche stanno gradualmente rivolgendo maggior attenzione al tema della sicurezza informatica. Le stesse istituzioni intervengono con normative più severe e investimenti in tecnologie più avanzate, che sappiano rispondere a minacce in continua evoluzione.

Gli attacchi hacker ai danni dell’azienda del settore aerospaziale: i dati rubati

L’offensiva subita nel 2015 dalla FACC, azienda austriaca del settore aerospaziale, ha avuto un impatto molto significativo. In questo caso, il furto di dati è andato a segno tramite un attacco di tipo BEC, acronimo di Business Email Compromise. A finire nella rete dei criminali è stato Walter Stephan, amministratore delegato dell’azienda. Impossessatisi delle sue credenziali di posta elettronica, gli hacker hanno ingannato i dipendenti a suo nome, convincendo questi ultimi a trasferire un’ingente somma di denaro su un determinato conto.

Arraffato il bottino, pari a circa 61 milioni di euro, gli autori dell’attacco si sono dileguati e hanno trasformato i soldi in bitcoin. Non è stato possibile identificarli e si è potuto recuperare soltanto un decimo della somma. A pagare per la sua sconsideratezza è stato lo stesso CEO, licenziato insieme al CFO dell’azienda per le enormi leggerezze commesse in materia di sicurezza informatica.

Gli “scherzetti” di Halloween in Canada e negli Usa

Alcuni crimini significativi si sono registrati proprio il 1° novembre, il giorno dopo Halloween: un vero e proprio “scherzetto” da parte dei malviventi della rete. Un esempio emblematico riguarda l’offensiva al TransForm Shared Service Organization, ente che gestisce i servizi di cinque ospedali canadesi, preso di mira dal noto collettivo Daixin Team. I dati finiti nelle mani degli hacker, stavolta, corrispondono ad un database contenente dettagli sensibili su milioni di visite mediche e pazienti. La richiesta di riscatto, recapitata nelle ore successive al disastro, ammontava a 4 milioni di dollari. Si tratta del tipico modus operandi del sodalizio in questione: una doppia tattica di estorsione, finalizzata a compromettere l’integrità dei file per renderli inutilizzabili, minacciando poi il rilascio pubblico dei dati sottratti.

Lo stesso giorno, in California, si è verificato un attacco analogo da parte di LockBit, gruppo di hacker russi attivo dal 2019. Un’operazione di tipo ransomware, con un software dannoso utilizzato per penetrare dati e sistemi digitali, crittografarli e renderli inaccessibili. La vittima è il Rio Hondo College, un campus nella contea di Los Angeles, che ha dovuto cedere al ricatto per vedersi restituita la fruizione della maggior parte dei servizi.

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