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Regionali in Liguria, parla Toti: “Ha perso chi pensava di cavalcare il giustizialismo”

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GIOVANNI TOTI POLITICO

L’ex Presidente della Liguria Giovanni Toti dopo la vittoria di Bucci: “La Procura ha patteggiato, dopo aver descritto questa regione come la Chicago di Al Capone”

“Chi pensava di cavalcare le piazze, come il M5S col suo giustizialismo, è al minimo storico“. Giovanni Toti, ex presidente della Regione Liguria, lo dice a ‘Repubblica’. Ma l’ex Presidente della Regione Liguria è un fiume in piena. Si gode la vittoria di Marco Bucci, che se “avessi voluto farla mia mi sarei candidato e invece non avevo neanche la mia lista in corsa, né ho bisogno di rivincite personali. Sono solo contento per lui, per chi ho visto crescere nelle nostre liste e si è messo in gioco in questa campagna elettorale, per il grande senso di responsabilità dei miei concittadini”.

A giudizio di Toti, “votando in questo modo i liguri hanno dimostrato di aver capito la giusta dimensione di quanto è successo. Non c’è stata la sollevazione popolare che speravano di vedere a sinistra”.
Quella di Bucci “è stata una buona vittoria, ma poteva essere ancora migliore”, avverte Toti, “Sono stati fatti molti errori. Certe cose, certe prese di distanze da decisioni prese o rotte tracciate, una coalizione con la schiena dritta non le avrebbe mai fatte”, prosegue riferendosi alla coalizione di centrodestra che ha sostenuto l’ex Sindaco di Genova.

In questi anni “c’è chi ha campato di rendita alle nostre spalle, anche dal punto di vista finanziario, perché la politica del centrodestra, le sue campagne elettorali, la classe dirigente l’ha sostenuta il comitato Toti, ed è ora che inizi a fare il suo”, conclude l’ex presidente della Liguria.

Poi l’ex governatore interviene a nel corso di Non Stop News, su RTL 102.5. E parla della sua situazione: “Ho patteggiato io, e soprattutto ha patteggiato la Procura della Repubblica, che, dopo aver descritto questa regione come la Chicago di Al Capone degli anni ’20, ha infine concordato sul fatto che gli atti compiuti erano legittimi, che i fondi non sono finiti nelle tasche di Toti, ma hanno finanziato la politica”.

“Ritengo che il tema del finanziamento alla politica non debba essere discusso in un’aula del Tribunale di Genova, ma nel Parlamento della Repubblica. Spero che questo patteggiamento sia un monito per tutti i partiti e le forze politiche, per costruire qualcosa di più limpido, chiaro e meno strumentalizzabile, sia dai magistrati sia dai politici stessi”, aggiunge.

Infine su Facebook scrive il suo commiato: “Oggi, amici miei, si chiude un’epoca della nostra regione e della mia vita. Dopo nove anni davvero straordinari nella loro drammaticità e nella loro bellezza, la Liguria ha un nuovo presidente scelto dai suoi cittadini. C’è un po’ di malinconia ma anche tanta soddisfazione: gli elettori hanno scelto di fermare l’onda giustizialista, moralista e populista che cavalcando un’inchiesta sperava di riportare la Liguria nel passato”.

“E allo stesso tempo i cittadini hanno scelto di affidare il futuro a Marco Bucci, con cui ho condiviso tante drammatiche vicende, a partire dal ponte Morandi, ma anche tante soddisfazioni per i risultati raggiunti. So che custodirà questa terra con tutto l’impegno e l’amore possibili. Sono particolarmente orgoglioso delle donne e degli uomini che hanno condiviso con me questa straordinaria storia. Sono la nuova classe dirigente e la speranza che da questa esperienza possa nascere una politica nuova, fatta di responsabilità, di passione, lontana da ogni opportunismo e ipocrisia. Per me resteranno gli amici che mi hanno accompagnato nei momenti belli e difeso come leoni nei momenti più brutti”.

Toti poi confessa che “oggi, con la serenità di chi ha dato tutto quello che poteva, torno alla mia vita, alla mia professione, alle mie passioni: la comunicazione, il giornalismo, la televisione, la scrittura, certo, da ottimista quale sono, che la vita dopo qualche amarezza mi riserverà nuove soddisfazioni. Non rinuncerò mai a dire la mia idea, senza ipocrisia, da cittadino e da professionista, perché la politica è una passione che si coltiva anche senza una sedia sotto il sedere. Arrivederci a tutti! E chi volesse saperne di più, del passato e del futuro, potrà sempre comprare e leggere il mio libro ‘Confesso: ho governato’”.

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