Tumore al seno HR+/HER2-: benefici da abemaciclib/terapia endocrina in prima linea


Tumore al seno HR+/HER2- aggressivo: combinazione abemaciclib/terapia endocrina in prima linea migliora risposte rispetto alla chemioterapia

Nessun aumento di rischio per le donne che hanno avuto un tumore al seno con mutazione del gene BRCA 1 e 2 e vogliono affrontare la gravidanza

Una terapia di prima linea con l’inibitore di CDK4/6 abemaciclib in combinazione con la terapia endocrina produce un tasso di risposta obiettiva (ORR) superiore rispetto alla chemioterapia in pazienti con carcinoma mammario avanzato positivo per i recettori ormonali (HR+) ed HER2-negativo (HER2-) con caratteristiche di malattia aggressiva. Lo evidenziano i risultati dello studio di fase 2 ABIGAIL (NCT04603183), presentati al congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), tenutosi a Barcellona.

Lo studio ha centrato il suo endpoint primario, che era rappresentato dall’ORR a 12 settimane, risultato del 58,8% nel braccio assegnato ad abemaciclib più la terapia endocrina contro 40,2% nel braccio della chemioterapia (OR 2,12; IC al 95% 1,13-3,96; P =0,0193).

«Lo studio ABIGAIL ha dimostrato che abemaciclib, in combinazione con la terapia endocrina, ha mostrato un’efficacia superiore dopo 12 settimane rispetto alla chemioterapia standard come strategia di trattamento di prima linea per le pazienti con carcinoma mammario avanzato positivo ai recettori ormonali e HER2-negativo con caratteristiche di malattia aggressive», ha affermato Juan De la Haba Rodriguez, del Policlinico Universitario dell’Università di Córdoba, in Spagna, durante la presentazione dei dati al congresso.

Messa in discussione la chemioterapia di induzione
Per quanto la terapia di combinazione con un inibitore di CDK4/6 più la terapia endocrina rimanga un trattamento standard di prima linea per i pazienti con carcinoma mammario avanzato HR+/HER2-, nei casi a rischio di rapida progressione di malattia è spesso utilizzata la chemioterapia, somministrata come trattamento di induzione, seguita successivamente dalla combinazione inibitore di CDK4/6 più terapia endocrina

Nello studio studio ABIGAIL, gli autori hanno voluto verificare la validità di quest’ultimo approccio, cioè la somministrazione di una chemioterapia di induzione prima di iniziare un trattamento basato sulla terapia endocrina in questa popolazione di pazienti.

Lo studio ABIGAIL
Lo studio ABIGAIL (NCT04603183) è un trial multicentrico, in aperto, di non inferiorità, che ha coinvolto 162 pazienti adulte con carcinoma mammario avanzato HR+/HER2-, arruolate in 29 centri (per lo più spagnoli) tra giugno 2021 e gennaio 2024.

Per poter partecipare allo studio, le pazienti non dovevano essere state sottoposte a nessuna terapia sistemica precedente per il tumore al seno avanzato, e dovevano avere una malattia misurabile, un performance status ECOG pari a 0 o 1 e uno o più criteri di malattia aggressiva.

Le partecipanti sono state assegnate secondo un rapporto 1:1 al braccio A (80 pazienti) o al braccio B (82 pazienti). Nel braccio A, le pazienti sono state trattate con abemaciclib 150 mg due volte al giorno in cicli di 28 giorni, più letrozolo 2,5 mg/die o fulvestrant 500 mg nei giorni 1, 15, 29 e successivamente una volta al mese, secondo i criteri dello sperimentatore. Nel braccio B, le pazienti hanno effettuato la chemioterapia di induzione con paclitaxel 90 mg/m2 per via endovenosa nei giorni 1, 8 e 15 ogni 28 giorni per 12 settimane, seguito da abemaciclib più la terapia endocrina.

L’endpoint primario era l’ORR a 12 settimane, valutato mediante revisione centralizzata indipendente in cieco (BICR) secondo i criteri RECIST 1.1, mentre tra gli endpoint secondari vi erano la sopravvivenza libera da progressione (PFS), la sopravvivenza globale (OS), il tasso di beneficio clinico, il tempo di risposta, la durata della risposta e la sicurezza.

Caratteristiche ben bilanciate nei due bracci
Le caratteristiche delle pazienti erano ben bilanciate nei due bracci dello studio e l’età mediana della popolazione studiata era di 58 anni (range: 26-85).
Nel braccio A, il 65% delle pazienti aveva un performance status ECOG pari a 0 rispetto al 63,4% del braccio B. Inoltre, il 64% delle pazienti presentava malattia viscerale, il 36% aveva tre o più siti metastatici, mentre il 36,2% delle pazienti del braccio A e il 28,1% di quelle del braccio B presentavano un carcinoma mammario avanzato de novo.

Sicurezza in linea con le attese
Il profilo di sicurezza e tollerabilità, valutato a 12 settimane, è risultato in linea con quanto atteso con ciascuna delle due strategie di trattamento. La tollerabilità è risultata complessivamente migliore nel braccio trattato con la sola combinazione di abemaclicib e la terapia endocrina, tranne che per la diarrea di qualsiasi grado (68% nel braccio A contro 23% nel braccio B).

Gli eventi avversi emergenti dal trattamento di qualsiasi grado osservati nel 10% o più delle pazienti sono stati la neutropenia (27% contro 29%), l’anemia (16% contro 26%), la leucopenia (3% contro 11%), l’astenia (37% contro 48%), l’alopecia (5% contro 39%), la nausea (25% contro 18%), la neurotossicità (0% contro 28%), la stipsi (8% contro 14%), la diminuzione dell’appetito (13% contro 9%) e la neuropatia periferica (0% contro 11%). Gli eventi avversi emergenti dal trattamento di grado 3 o superiore osservati in entrambi i bracci erano rappresentati, invece, dalla neutropenia (9% contro 1%) e dalla diarrea (3% contro 1%).

Lo studio è tuttora in corso e gli sperimentatori continuano a valutare l’efficacia a lungo termine, nonché altri endpoint secondari come la PFS.

Bibliografia
J de la Haba-Rodriguez, et al. ABIGAIL: Randomized phase II study of abemaciclib plus endocrine therapy (ET) with or without a short course of induction paclitaxel in patients (pts) with previously untreated HR-positive/HER2-negative advanced breast cancer (HR+/HER2- ABC) with aggressive disease criteria. ESMO 2024; abstract LBA23. Annals of Oncology (2024) 35 (suppl_2): 1-72. 10.1016/annonc/annonc1623. leggi