La presenza di un’infezione respiratoria cronica in aggiunta alle bronchiectasie aumenta il rischio di esacerbazione e di ospedalizzazione entro 2 anni dalla diagnosi
La presenza di un’infezione respiratoria cronica in aggiunta alle bronchiectasie aumenta il rischio di esacerbazione e di ospedalizzazione entro 2 anni dalla diagnosi. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su BMC Pulmonary Medicine.
Lo studio ha mostrato che le infezioni croniche più comunemente associate a bronchiectasie erano sostenute da Pseudomonas aeruginosa e Mycobacterium avium complex e che un numero maggiore di pazienti con infezione da P. aeruginosa rispetto a quella da M. avium complex è andata incontro ad esacerbazioni.
Razionale e disegno dello studio
Le bronchiectasie rappresentano una condizione polmonare caratterizzata dalla dilatazione irreversibile dei bronchi e da infezioni respiratorie ricorrenti. Fino ad ora, pochi studi avevano descritto la microbiologia e la prevalenza delle infezioni in ampie popolazioni di pazienti al di fuori dei centri di cura specializzati di terzo livello.
Di qui il nuovo studio che, attingendo ai dati del database Cerner HealthFacts Electronic Health Record, geograficamente diversificato, ha valutato 7.749 pazienti (65% di età pari o superiore a 65 anni; 65% donne) con incidenza di bronchiectasie per determinare il tipo e la frequenza delle infezioni polmonari sperimentate da questa popolazione, nonché l’impatto di queste infezioni sui tassi di esacerbazione e ospedalizzazione.
Oltre alle bronchiectasie, il 50% della coorte totale era affetto da BPCO. Alcuni pazienti con bronchiectasie soffrivano anche di asma (35%) o carcinoma polmonare (7%) allo stesso tempo.
Risultati principali
Microrganismi identificati
Dopo aver analizzato gli organismi presenti nei campioni polmonari del 56% della coorte totale, i ricercatori hanno identificato la presenza di Pseudomonas aeruginosa in 937 (12%) pazienti, di cui 219 (23%) con colonizzazione cronica.
I ricercatori hanno osservato altri tre microrganismi comuni nei campioni, tutti meno frequenti di P. aeruginosa: Staphylococcus aureus (n = 502; 6%), Mycobacterium avium complex (MAC; n = 336; 4%) e Aspergillus species (n = 288; 4%).
Un’infezione cronica da MAC è comparsa in 101 (30%) pazienti con un minimo di un isolato di questo patogeno. Una percentuale minore di pazienti presentava un’infezione cronica da Aspergillus species (17%; n = 50) o una colonizzazione cronica da S. aureus (15%; n = 74).
Altri organismi riscontrati sono stati Haemophilus influenzae, Stenotrophomonas maltophilia, Streptococcus pneumoniae, Klebsiella pneumoniae e Mycobacterium abscessus.
Impatto degli agenti infettanti sui tassi di esacerbazione e ospedalizzazione
I ricercatori disponevano di dati relativi a 2 anni dopo la diagnosi di bronchiectasie per 5.795 pazienti. In questo lasso di tempo, l’ospedalizzazione si è verificata frequentemente (60%), mentre un numero minore di pazienti (32%) è andato incontro ad un evento di riacutizzazione.
I ricercatori hanno osservato una percentuale significativamente maggiore di pazienti ospedalizzati nel periodo di 2 anni tra quelli con bronchiectasie più P. aeruginosa cronica rispetto alla MAC (87% rispetto al 64%: P < 0,0029).
Per i pazienti con P. aeruginosa cronica, la durata mediana dell’ospedalizzazione totale è stata di 32,6 giorni, mentre i pazienti con MAC cronica e quelli senza infezione cronica hanno avuto una durata inferiore (10,9 giorni e 11,7 giorni, rispettivamente).Inoltre, un numero maggiore di pazienti con bronchiectasie più P. aeruginosa cronica rispetto alla MAC ha sviluppato un’esacerbazione (64% contro 38%; P < 0,0064).
A 2 anni, il rischio di esacerbazioni aumentava del 70% se i pazienti con bronchiectasie presentavano anche un’infezione cronica con uno qualsiasi degli organismi delineati rispetto a nessuna infezione cronica. I ricercatori hanno riscontrato un risultato simile quando hanno valutato il rischio di ospedalizzazione a 2 anni, che aumentava del 50% in presenza di un’infezione cronica.
Riassumendo
In conclusione, lo studio ha documentato una prevalenza elevata di infezioni e di outcome gravi in una popolazione di pazienti con bronchiectasie distribuita a livello nazionale, che probabilmente è più rappresentativa di tutte le persone con bronchiectasie rispetto a quelle arruolate in registri specializzati presso centri di cura di terzo livello.
“Questi risultati – aggiungono i ricercatori – evidenziano la necessità di condurre un monitoraggio continuo delle infezioni polmonari in tutte le persone affette da bronchiectasie”.
Bibliografia
Dean SG, et al. Bronchiectasis-associated infections and outcomes in a large, geographically diverse electronic health record cohort in the United States. BMC Pulm Med. 2024;doi:10.1186/s12890-024-02973-3.
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