“Segni epocali. Fernando Mangone racconta Paestum” ancora in corso al Parco archeologico


“Segni Epocali. Fernando Mangone racconta Paestum: fino al 12 gennaio 2025 il Parco archeologico di Paestum ospita la mostra di arte contemporanea

Segni Epocali

Fino al 12 gennaio 2025, il Parco archeologico di Paestum ospita “Segni Epocali. Fernando Mangone racconta Paestum”, un’esposizione che offre una rilettura non convenzionale del passato attraverso lo sguardo dell’artista di fama internazionale Fernando Mangone, che ha dedicato trent’anni al racconto pittorico del patrimonio dei Parchi archeologici di Paestum e Velia, in provincia di Salerno.
La mostra rappresenta una riflessione profonda sulla continuità storica, sulle tracce del tempo e sulla capacità dell’arte di parlare di epoche diverse, mantenendo vive le radici di un territorio che ha molto da raccontare. In questo dialogo continuo tra antico e moderno, Mangone interpreta e reinterpreta, attraverso la sua visione artistica, la magnificenza di Paestum, traducendo segni e simboli dell’antica città in un linguaggio adatto alla sensibilità contemporanea.
Come afferma il Direttore dei Parchi, Tiziana D’Angelo«Fernando Mangone è un artista di fama internazionale, ma è soprattutto un uomo profondamente radicato in questa terra, un conoscitore appassionato dei suoi antichi miti, delle sue tradizioni, della sua iconografia. Nelle sue opere, Mangone lascia riaffiorare gli strati della storia più antica della città, ma anche quelli della propria vita».
La mostra riporta l’artista nel suo territorio d’origine. Nelle parole del curatore della mostra Luciano Carini«Paestum e Fernando Mangone sono un binomio unico e straordinario. Il nostro artista è figlio di questa terra, suo attento e scrupoloso conoscitore. Mangone ama il suo territorio, la sua gente e la sua storia. In questa mostra l’artista campano ha ricostruito, con un linguaggio moderno e contemporaneo, tutte le fasi storiche dell’antico luogo, dalle origini ai nostri giorni».
Pur avendo vissuto e viaggiato in numerose città d’Europa, Mangone ha dedicato gran parte della sua vita alla rappresentazione di Paestum, un luogo dove il fascino dell’antico si intreccia con la sua sensibilità artistica tutta contemporanea. Con una maestria che ricalca le istanze del movimento espressionista, Mangone ha saputo catturare l’essenza di un territorio che conserva intatta la sua maestosità. Nei suoi dipinti, Paestum non è soltanto un sito archeologico, ma una culla di memoria e bellezza che viene riscoperta e reinterpretata attraverso il suo tratto.
Le opere di Mangone, realizzate con tecniche miste e predominanza di tempere fluorescenti, saranno ospitate nella Sala Cella del Museo archeologico nazionale di Paestum, uno spazio che condurrà il visitatore lungo un percorso che sfida le categorie temporali, dove la monumentalità dei templi e i reperti identitari custoditi a Paestum si fondono con la sensibilità artistica di Mangone. I templi di Athena, di Hera e di Nettuno dell’area archeologica, i soggetti rappresentati sulle lastre tombali di età lucana e le raffigurazioni più iconiche del Museo, come il celebre Tuffatore, sono i protagonisti di un allestimento che trasporterà i visitatori nell’universo espressionista di Mangone, caratterizzato da cromatismi vivi e da forti suggestioni visive, che allo stesso tempo riesce a far trasparire la sua personale visione sul mondo.
La mostra è articolata in tre sezioni tematiche: Vivere la città, Costruire la città e Oltre la città. Le opere di Mangone saranno parte di un’esperienza immersiva e multisensoriale, in un ambiente che richiama l’atelier dell’artista e ne ricrea l’atmosfera intima e personale.
In occasione dell’evento inaugurale nell’Area archeologica di Paestum, verranno esposte all’interno del tempio “di Nettuno” alcune tele che reinterpretano in maniera inedita i templi, dialogando armoniosamente con l’ambiente circostante.
Non lontano sarà installato un imponente polittico composto da venti tavole che offriranno una spettacolare e suggestiva veduta del patrimonio archeologico di Paestum.
Il progetto della mostra “Segni Epocali. Fernando Mangone racconta Paestum” si basa sull’idea che «Il museo non rappresenta più soltanto l’immagine più alta del passato, esso è, oggi, anche lo specchio del continuo evolversi della società e dei suoi bisogni. Questo cambiamento ha richiesto un arricchimento dell’offerta culturale attraverso una strategia sia di riorganizzazione e riqualificazione delle strutture museali, sia di riutilizzo degli spazi a fini di studio ed incontro oltre che espositivi. […] Ecco che il museo non è più visto come luogo astratto ed isolato dalla città, ma come luogo reso vivo dal rapporto con il territorio, luogo di approfondimento di studio, di ricerca, laddove si dà ampio spazio ad una moderna didattica», come affermano le responsabili del coordinamento scientifico Teresa Marino, Ornella Silvetti, Rosaria Sirleto.