Nelle librerie e online la novella Stranezze di una ragazza bionda dello scrittore portoghese Eça de Queiroz nella nuova traduzione di Rebecca Bentes Saldanha
Una storia d’amore tenera e ironica, briosa e leggera, scritta da Eça de Queirós, massimo cantore della società lusitana, della sua spocchiosa aristocrazia. Cosa accade se si sommano episodi insignificanti, dettagli, piccoli gesti e si scopre all’improvviso che nascondono una trama insospettabile?
È la domanda che nasce dalla novella Stranezze di una ragazza bionda dello scrittore portoghese Eça de Queiroz nella nuova traduzione di Rebecca Bentes Saldanha. Ormai introvabile in italiano e ispiratore del film omonimo di Manoel de Oliveira, il racconto narra la storia di Macário, che lavora a Lisbona come contabile alle dipendenze dello zio Francisco. Il giovane si innamora di una ragazza bionda, Luisa, scorta per caso dalla finestra del suo ufficio. I due si incontrano e decidono di sposarsi, ma lo zio si oppone. Macário si trasferisce allora a Capo Verde in cerca di fortuna, ritorna in Portogallo con un piccolo capitale che gli permette di metter su famiglia, ma perde tutto prestando il denaro a un amico truffaldino. Ricomincia da capo e ottiene infine il permesso di convolare a nozze con la bionda Luisa. Tuttavia, una brutta scoperta gli impedirà ancora una volta di sposare la ragazza.
Incipit. Cominciò col dirmi che il suo caso era semplice e che si chiamava Macário. Devo premettere che conobbi quest’uomo in una locanda del Minho. Era alto e grosso: aveva una testa larga e calva, lucida e liscia, con radi capelli bianchi che gli si arricciavano tutt’intorno; e i suoi occhi neri, cerchiati dalla pelle rugosa e giallognola, con le occhiaie gonfie, possedevano una limpidezza e una rettitudine singolari dietro gli occhiali rotondi con cerchi di tartaruga. Aveva la barba rasata, il mento prominente e risoluto. Portava una cravatta di raso nero legata dietro il collo con un fermaglio; un cappotto lungo color castagna, con le maniche aderenti e giuste e i risvolti di velluto leggero. Dalla lunga apertura del panciotto di seta, su cui riluceva una catena antica, fuoriuscivano le pieghe molli di una camicia ricamata. Questo accadeva a settembre: le notti arrivavano già prima insieme al freddo penetrante, secco, e ad un’oscurità sublime.
L’autore, Eça de Queiroz (1845-1900), è stato giornalista, diplomatico e scrittore portoghese. Massimo esponente del realismo lusitano, ha innovato profondamente la lingua portandola agli esiti attuali. Grande viaggiatore, ha composto all’estero la maggior parte della sua opera anche se con un occhio costantemente attento alla realtà portoghese di cui è anche un profondo critico.