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Al via il secondo anno del progetto AGER-Plantìa

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È iniziato il secondo anno del progetto AGER-Plantìa il cui obiettivo primario è quello di fornire agli agricoltori nuove strategie sostenibili per proteggere le colture

È iniziato il secondo anno del progetto AGER-Plantìa “From plant wastes to compost tea and microbial consortia. A natural pathway for biostimulation and biocontrol of key pathogens in grapevine and legumes and for restoring soil fertility” il cui obiettivo primario è quello di fornire agli agricoltori nuove strategie sostenibili per proteggere le colture e migliorare la fertilità del suolo.  I residui colturali vengono valorizzati attraverso un processo di compostaggio, seguito da una fermentazione acquosa, ottenendo il tè di compost ricco di molecole biostimolanti e di microrganismi benefici per le piante. La produzione dei tè di compost è quindi altamente sostenibile e in linea con il concetto di economia circolare. Batteri e funghi benefici selezionati dai tè di compost sono utilizzati per creare consorzi microbici attivi nel controllo di microrganismi fitopatogeni e ad azione biostimolante sulle colture. L’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Cnr-Ipsp), sede di Sesto Fiorentino, è partner del progetto insieme al Centro Orticoltura e Florovivaismo (CREA-OF) di Pontecagnano (SA) e il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II, Portici (NA).

Nel 2022, la Commissione Europea ha proposto la Nature Restoration Law, che mira a ricostituire l’80% degli habitat naturali danneggiati, dalle foreste ai terreni agricoli. Tale ripristino deve essere integrato con le attività produttive, deve promuovere la valorizzazione della biodiversità e consentire una riduzione nell’uso di pesticidi di sintesi del 50% entro il 2030. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’impiego di microrganismi benefici in agricoltura ha numerosi effetti sulla produttività delle colture e sull’ambiente: miglioramento della fertilità del suolo, induzione della crescita delle piante, tolleranza a condizioni di siccità e salinità dei suoli, disintossicazione dei terreni e soppressione degli agenti fitopatogeni.

L’obiettivo del progetto PLANTìA è lo sviluppo di mezzi agronomici pratici, efficienti e sostenibili per migliorare la fertilità del suolo e la risposta delle colture (cece, pisello e vite) in condizioni di stress, tenendo in considerazione anche la salvaguardia dell’ambiente rurale. La sperimentazione valuta l’applicabilità dei tè di compost (TC) ottenuti dai compost vegetali mediante un processo di fermentazione in acqua. I TC sono ricchi di microrganismi (la cui molteplicità e variabilità è ancora parzialmente sconosciuta), e hanno attività di biostimolazione sulle colture e di biocontrollo nei confronti di agenti fitopatogeni. Ceppi batterici e fungini benefici isolati dai TC, sono caratterizzati per proprietà antagonistiche, biostimolanti e biochimiche. Gli isolati più performanti sono sottoposti all’identificazione molecolare e alla caratterizzazione fitopatologica e biochimica. Ceppi microbici biostimolanti e antagonisti sono utilizzati per creare diversi consorzi microbici (MC) da testare in campo da soli o in combinazione con i TC per la loro attività di miglioramento della crescita, produttività e dello stato fitosanitario di cece, pisello e vite. Tutti gli esperimenti in campo sono coadiuvati da valutazioni analitiche in laboratorio con un approccio multidisciplinare: fisiologico, agronomico, microbiologico e fitopatologico. La vitalità e la diversità funzionale delle popolazioni batteriche dei TC e dei CM, viene valutata attraverso l’analisi di profili metabolici (EcoPlates Biolog) e delle attività enzimatiche. Un ceppo batterico selezionato in base alle  attività benefiche sulle colture, è utilizzato per la costruzione di un aptamero che una volta inoculato nel terreno, può essere monitorato consentendo di raccogliere utili informazioni relative all’evoluzione della popolazione batterica nel tempo. La risposta delle piante ai trattamenti con i CTs e i MCs è determinata attraverso l’analisi dell’espressione di geni correlati alla difesa della pianta nei confronti di fattori biotici e abiotici. Il progetto prevede anche uno studio economico per valutare il rapporto costi/benefici dell’utilizzo di CT e CM e lo sviluppo di un modello per descrivere e quantificarne la sostenibilità. Le azioni e i risultati del progetto saranno condivisi con la comunità scientifica e le nuove evidenze saranno divulgate ad agronomi, tecnici di campo e coltivatori.

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