Bypass coronarico: la tecnica di prelievo “no-touch” non offre benefici significativi


Secondo i risultati di uno studio, la tecnica di prelievo “no-touch” per il bypass coronarico (CABG) non offre benefici significativi rispetto alla tecnica convenzionale

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Un recente studio presentato durante una sessione Hot Line al Congresso ESC 2024 ha rivelato che la tecnica di prelievo “no-touch” per il bypass coronarico (CABG) non offre benefici significativi rispetto alla tecnica convenzionale. Lo studio, denominato SWEDEGRAFT, è stato condotto su 900 pazienti e ha evidenziato un aumento significativo delle complicazioni alle ferite con la tecnica “no-touch”.

Contesto storico e tecnico
La tecnica di prelievo della vena safena è stata una componente fondamentale del CABG sin dalla sua introduzione. Tradizionalmente, la vena safena viene prelevata con una tecnica convenzionale che prevede la rimozione del tessuto circostante.

La tecnica “no-touch” è stata sviluppata per minimizzare il trauma alla vena durante il prelievo, lasciando una piccola quantità di tessuto circostante per prevenire spasmi e la necessità di dilatazione del vaso.

Il professor Stefan James dell’Università di Uppsala (Svezia) ha spiegato che lo studio SWEDEGRAFT è stato progettato per riflettere la pratica clinica quotidiana e confrontare le tecniche di prelievo “no-touch” e convenzionale in termini di fallimento del graft (innesto) a breve termine e risultati a lungo termine.

I pazienti sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 per ricevere il prelievo della vena safena con la tecnica “no-touch” o convenzionale.

Disegno dello studio
SWEDEGRAFT è uno studio randomizzato basato su registro, che ha coinvolto pazienti sotto gli 80 anni programmati per un primo CABG isolato non urgente con almeno un graft di vena safena. I pazienti sono stati assegnati casualmente a uno dei due gruppi: prelievo della vena safena con tecnica “no-touch” o con tecnica convenzionale.

Il principale endpoint dello studio era la proporzione di pazienti con fallimento del graft entro 2 anni, definito come occlusione o stenosi del graft superiore al 50% rilevata tramite angiografia coronarica con tomografia computerizzata (CTA) o angiografia coronarica clinicamente guidata, o decesso entro 2 anni.

I risultati principali
I risultati hanno mostrato che il fallimento del graft si è verificato nel 19,8% dei pazienti nel gruppo “no-touch” e nel 24,0% nel gruppo convenzionale, una differenza non significativa (p=0,15). Inoltre, non vi erano differenze significative negli eventi cardiovascolari avversi maggiori (MACE), definiti come decesso per tutte le cause, infarto miocardico o qualsiasi rivascolarizzazione ripetuta durante il follow-up, tra i due gruppi (12,6% vs. 9,9%; hazard ratio 1,30; 95% CI 0,87–1,93; p=0,195).

Un aspetto critico emerso dallo studio è stato l’aumento delle complicazioni alle ferite nei pazienti trattati con la tecnica “no-touch”. A 3 mesi dall’intervento, il 24,7% dei pazienti nel gruppo “no-touch” ha riportato complicazioni alle ferite rispetto al 13,8% nel gruppo convenzionale (differenza 10,9%; 95% CI 5,7–16,1). A 2 anni, queste percentuali erano rispettivamente del 49,6% e del 25,2% (differenza 24,4%; 95% CI 17,7–31,1).

Opinioni degli esperti
Il professor James ha concluso che la tecnica “no-touch” non è risultata superiore alla tecnica convenzionale nel ridurre il fallimento del graft o nel migliorare gli eventi clinici dopo CABG. Al contrario, è stata associata a un aumento delle complicazioni alle ferite. I risultati di questo studio pragmatico di registro non supportano l’uso di routine del “no-touch” e dovrebbero essere presi in considerazione nelle future linee guida.

Le linee guida europee del 2018 sulla rivascolarizzazione miocardica affermano che il prelievo venoso senza contatto dovrebbe essere preso in considerazione quando viene utilizzata una tecnica di prelievo aperto (raccomandazione 2a, livello di evidenza B).

Il dottor Patrick Myers, dell’Ospedale Universitario di Losanna, ha sottolineato che i dati attuali non supportano l’adozione diffusa della tecnica “no-touch” e che le raccomandazioni dovrebbero essere rivalutate alla luce di questi nuovi risultati. «Penso che la raccomandazione 2a sia piuttosto forte» ha detto Myers. «Abbiamo sempre più dati contrastanti, forse il beneficio non è così forte come pensavamo».

Questi risultati potrebbero influenzare le future linee guida e la pratica clinica, migliorando la cura dei pazienti sottoposti a CABG. La tecnica “no-touch” potrebbe essere rivalutata e utilizzata con maggiore cautela, considerando il rischio aumentato di complicazioni alle ferite.

Le testimonianze dei pazienti che hanno subito CABG con entrambe le tecniche potrebbero fornire ulteriori informazioni sull’impatto clinico e personale delle diverse metodologie di prelievo della vena safena.

Le future direzioni di ricerca potrebbero includere lo sviluppo di nuove tecniche o materiali per i graft che possano migliorare ulteriormente i risultati del CABG. Inoltre, studi a lungo termine potrebbero fornire dati più definitivi sull’efficacia e la sicurezza delle diverse tecniche di prelievo.

Conclusioni
Lo studio SWEDEGRAFT ha fornito importanti informazioni sulla pratica clinica del CABG, evidenziando che la tecnica di prelievo “no-touch” non offre vantaggi significativi rispetto alla tecnica convenzionale e comporta un rischio maggiore di complicazioni alle ferite. Questi risultati potrebbero influenzare le future linee guida e la pratica clinica, migliorando la cura dei pazienti sottoposti a CABG.

Bibliografia
James S, on behalf of the SWEDEGRAFT researchers. Nordic, multicenter, randomized, registry-based clinical trial on no-touch vein grafts in coronary surgery. Presented at: ESC Congress 2024. London (UK).