Karin Ann torna a collaborare con la cantante inglese Imogen Heap, presentando il secondo remix del suo album di debutto, “Through the Telescope”
Karin Ann torna a collaborare con la cantante inglese Imogen Heap, presentando il secondo remix del suo album di debutto, “Through the Telescope”, pubblicato a maggio.
La traccia, di cui il remix è stato prodotto proprio dalla Heap, è caratterizzata dalla voce distintiva di Karin, generata in questo caso dall’intelligenza artificiale, utilizzando un modello sviluppato internamente con il suo team. La rivisitazione del brano di Karin Ann “I don’t believe in God” da parte di Imogen Heap, offre una melodia di ritmi glitch, manipolazioni vocali ammalianti e suoni emotivamente risonanti, un segno distintivo dello stile di produzione della Heap.
La scintilla creativa tra Karin Ann e Imogen Heap si è accesa per la prima volta sul set del video musicale per la versione originale di “I don’t believe in God”.
La partecipazione di Imogen Heap nel video ha scaturito un legame professionale tra le due artiste: la collaborazione iniziale ha portato Imogen a remixare non solo “I don’t believe in God” ma anche il singolo precedente di Karin Ann, “False gold”.
“Collaborare nuovamente con Imogen Heap è stata un’esperienza davvero fantastica. Solitamente sono molto esigente nei confronti di chi lavora con me, perché lamia musica è molto importante per me. Ma Imogen ha questa incredibile capacità di catturare l’essenza di una canzone e di elevarla a un altro livello. Il suo remix di ‘I don’t believe in God’ è coinvolgente e bellissimo, completa perfettamente l’emozione dell’originale”. racconta Karin Ann.
“Lavoro sempre su tanti progetti e tante canzoni che sono a lungo termine …è il viaggio che conta, quindi è stato molto soddisfacente lavorare con la musica di qualcun altro per una volta e poi farla uscire subito dopo. Per me questo remix è un modo per lasciarsi andare e divertirmi.” ha commentato Imogen Heap.
“I don’t believe in God” è stato scritto in un momento cruciale per Karin Ann, che ha dovuto prendersi una pausa prolungata dalla musica a causa di problemi di salute.
La traccia lascia così emergere la vulnerabilità e riflessioni su dilemmi spirituali, influenzati dall’esperienza di Karin come donna queer in un ambiente conservatore e cristiano.
Nonostante abbia abbandonato le convinzioni religiose formali, è alle prese con la ricerca di conforto spirituale in mezzo alle avversità e approfondisce ciò che spinge le persone a commettere atti di tradimento o malvagità, concludendo che molto dipende dall’influenza della loro comunità.
A soli 21 anni, Karin Ann fa il suo grande ingresso sulla scena musicale mondiale dimostrando una notevole padronanza di vari stili musicali e un approccio coraggioso nell’affrontare temi complessi come l’amore, l’identità di genere e la salute mentale. L’album “Through the Telescope” è prodotto in collaborazione con gli americani Benjamin Lazar Davis e Will Graefe degli Okkervil River e rivela tutta la versatilità di Karin Ann, capace di passare dal folk al rock fino alla disco gotica sfruttando una vasta gamma di ispirazioni musicali, tra cui Mazzy Star, Stevie Nicks e David Bowie.
La musica è inoltre direttamente influenzata dalla sua passione, fin dalla giovane età, per le partiture strumentali e dalla sua educazione che include esperienze nella musica classica, nel pattinaggio artistico e nel balletto.
“Prima ancora di prendere in considerazione l’idea di realizzare questo album, ero a un punto di rottura in cui pensavo seriamente di abbandonare la musica a causa della mia condizione di salute in peggioramento. Benjamin, il mio collaboratore per l’album, è entrato inaspettatamente in scena e, successivamente, è arrivato Will. Entrambi hanno ispirato una nuova ondata di creatività e l’album è riuscito anche meglio di quanto immaginassi. Questo progetto è stato un lavoro d’amore, libero da pressioni esterne, che ci ha permesso di creare una narrazione che riflette la nostra comune simbiosi artistica. Sono così piena di orgoglio mentre mi preparo a condividere questo lavoro profondamente personale con il mondo, e spero che risuoni con gli ascoltatori a un livello profondo”
– commenta Karin Ann.
Karin Ann ha già condiviso due brani dell’album “Through the Telescope”: “False Gold” ha accompagnato l’annuncio del suo album a marzo e le ha permesso di ottenere la copertina di NME Magazine. A febbraio, invece, ha pubblicato “She”, il brano principale dell’album, che ha ottenuto il riconoscimento della serie Global Spin di Grammy.com, il plauso di NME e The Line of Best Fit assicurandosi un posto nella playlist #nowwatching di Ones to Watch.
Karin Ann ha iniziato il suo percorso musicale sulla scena alt-pop all’età di 14 anni. Riconosciuta come “Scoperta dell’anno” ai Czech Republic Music Awards, Karin Ann è anche apparsa su un cartellone di Times Square come parte dell’EQUAL Music Program di Spotify e nel 2021 ha vinto il premio per il miglior video musicale ai Munich Music Awards. Ha suonato con LP (Laura Pergolizzi), Imagine Dragons, Alfie Templeman e My Chemical Romance.
Nel 2024, a marzo, Karin Ann ha fatto il suo debutto al SXSW Conference & Festival in USA ed è stata inserita tra i primi 10 nuovi artisti assolutamente da ascoltare al SXSW.
La musica di Karin Ann affronta i temi dell’uguaglianza di genere, della salute mentale e dei diritti umani, esplorando le lotte interiori dei giovani, come l’amore, le relazioni tossiche e le insicurezze. L’artista parla anche della sua esperienza di donna queer cresciuta in Slovacchia. Inizialmente attratta dall’arte come meccanismo di difesa dall’ADHD, (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) Karin Ann si è dedicata al graphic design fino a quando un infortunio alla mano l’ha costretta a ritirarsi dalla scuola d’arte. Ispirata da Grace Vander Waal, ha trovato la sua strada scrivendo canzoni con il suo ukulele.