Mieloma multiplo di nuova diagnosi: quadrupletta con daratumumab riduce del 43% il rischio di progressione nei pazienti non candidati al trapianto
Nei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non idonei al trapianto o per i quali il trapianto non era stato pianificato come terapia iniziale (trapianto differito), l’aggiunta dell’anticorpo monoclonale anti-CD38 daratumumab (D) in formulazione sottocutanea alla tripletta bortezomib-lenalidomide-desametasone (VRd) produce un miglioramento significativo degli outcome rispetto alla sola tripletta VRd. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 CEPHEUS, appena presentati fra i Late Breaking Abstracts al 21° meeting annuale dell’International Myeloma Society (IMS), che si è svolto a Rio de Janeiro dal 25 al 28 settembre (abstract #LBA OA-63).
I dati mostrano che in questi pazienti con la quadrupletta si ottiene un significativo miglioramento del tasso di negatività della malattia minima residua (MRD), della sopravvivenza libera da progressione (PFS) e della profondità delle risposte, con un tasso di risposta completa o migliore superiore, rispetto alla sola tripletta.
«I risultati dello studio CEPHEUS mostrano che il 60% dei pazienti ha raggiunto la negatività della MRD, che è clinicamente importante per i medici che curano persone con mieloma multiplo e, in generale, un forte predittore di risultati migliori a lungo termine, tra cui la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale», ha affermato Saad Z. Usmani, direttore del Myeloma Service del Memorial Sloan Kettering Cancer Center, autore dello studio. «La quadrupletta con daratumumab sottocute ha un’efficacia convincente, caratterizzata da risposte profonde e durature e un rischio ridotto di progressione della malattia come terapia di prima linea di pazienti non sottoposti a trapianto, con dati che supportano il potenziale di questa quadrupletta di diventare un nuovo regime in questo contesto di trattamento».
Lo studio CEPHEUS
CEPHEUS è uno studio multicentrico internazionale di fase 3, tuttora in corso, condotto in 13 paesi in Nord America, Sud America ed Europa in collaborazione con lo European Myeloma Network (EMN) ed è un trial randomizzato, in aperto, in cui si confrontano l’efficacia e la sicurezza della quadrupletta D-VRd (braccio sperimentale) rispetto alla tripletta standard VRd (braccio di controllo) in pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi non idonei al trapianto o per i quali il trapianto non era stato pianificato come terapia iniziale (trapianto differito).
Lo studio ha arruolato 395 pazienti di almeno 18 anni (età mediana: 70 anni; range: 31-80) e l’endpoint primario era il tasso complessivo di negatività della MRD.
Miglioramento significativo del tasso di MRD-negatività con la quadrupletta D-VRd
A un follow-up mediano di 58,7 mesi, l’endpoint primario è stato raggiunto, con un tasso complessivo di negatività della MRD (misurata con una sensibilità pari a 10-5) pari al 60,9% nel braccio assegnato alla quadrupletta D-VRd contro 39,4% nel braccio trattato con la tripletta VRd (OR 2,37; IC al 95% 1,58-3,55; P < 0,0001).
Inoltre, la percentuale di pazienti che hanno mantenuto la negatività della MRD per almeno 12 mesi è risultata quasi raddoppiata con il regime D-VRd rispetto alla tripletta standard: 48,7% conto 26,3% (OR 2,63; IC al 95% 1,73-4,00; P < 0,0001).
Riduzione del 43% del rischio di progressione con D-VRd
Lo studio ha anche dimostrato che quadrupletta con daratumumab ha ridotto in modo significativo rispetto alla tripletta, del 43%, il rischio di progressione della malattia o morte (HR 0,57; IC al 95%, 0,41-0,79; P < 0,0005). La PFS mediana non è ancora stata raggiunta nel braccio D-VRd, mentre è risultata di 52,6 mesi nel braccio VRd.
La quadrupletta con daratumumab ha anche aumentato in modo significativo la profondità della risposta, con tassi più elevati di risposta completa o migliore rispetto alla tripletta standard: 81,2% contro 61,6% (OR 2,73; IC al 95% 1,71-4,34; P < 0,0001).
I dati sulla sopravvivenza globale (OS), invece, non sono ancora maturi.
Profilo di sicurezza confermato
Il profilo di sicurezza complessivo di D-VRd è risultato coerente con i profili di sicurezza già noti di daratumumab sc e della tripletta VRd.
Gli eventi avversi ematologici e non ematologici di grado 3/4 più comuni (con un’incidenza superiore al 10%) sono stati neutropenia (44,2% con D-VRd contro 29,7% con VRd), trombocitopenia (28,4% contro 20%), anemia (13,2% contro 11,8%), neuropatie periferiche (8,1% contro 8,2%), diarrea (12,2% contro 9,2%) e COVID-19 (11,2% contro 4,6%).
Potenziale come terapia di prima linea, indipendentemente dall’idoneità al trapianto
«Il mieloma multiplo è una malattia complessa e un intervento precoce con regimi di trattamento ben tollerati, efficaci e duraturi è fondamentale per ottenere i migliori risultati per i pazienti», ha affermato Edmond Chan, responsabile dell’area terapeutica EMEA Haematology, Innovative Medicine, Johnson & Johnson. «I dati odierni su questa quadrupletta con daratumumab integrano i dati dello studio PERSEUS per rafforzare il nostro impegno … nel fornire approcci innovativi che hanno il potenziale per avere un impatto significativo per ogni paziente con mieloma multiplo dalla prima linea di trattamento, indipendentemente dall’idoneità o meno al trapianto di cellule staminali».
I risultati dello studio PERSEUS, presentati all’ultimo congresso dell’American Society of Hematology (ASH), hanno, infatti, dimostrato che la quadrupletta D-VRd migliora in modo significativo gli outcome (PFS e tassi di risposta) rispetto alla tripletta VRd nei pazienti con mieloma multiplo d nuova diagnosi idonei per il trapianto di cellule staminali.
Bibliografia
S Z. Usmani, et al. Daratumumab + Bortezomib/Lenalidomide/Dexamethasone in Patients With Transplant-ineligible or Transplant-deferred Newly Diagnosed Multiple Myeloma: Results of the Phase 3 CEPHEUS Study. Oral presentation. 21st International Myeloma Society (IMS) Annual Meeting. September 25 – 28, 2024.