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Moby dimezza i traghetti da Piombino: caos all’isola d’Elba

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È caos all’isola d’Elba per la scelta della compagnia Moby Lines di dimezzare il numero delle corse in bassa stagione. Residenti furiosi

La Moby Lines ha tagliato le corse giornaliere per l’isola d’Elba: una cosa che era nell’aria da tempo (pare per problemi di manutenzione ma forse anche di scarso guadagno) ma che, scattata nei giorni scorsi dall’oggi al domani, ha lasciato tutti spiazzati: le corse Moby sono di fatto dimezzate, diventando quattro (da otto che erano), ovvero due per tratta, tra Piombino e Portoferraio. A coprire la tratta, oltre alla Moby, ci sono Blu Navy (ma Giglio News scrive che anche questa compagnia ha fatto tagli) e poi la pubblica Toremar, che sarebbe rimasta ora la sola a garantire un servizio regolare di andata e ritorno per i residenti e i pendolari. La notizia ha suscitato un grande caos, facendo infuriare i residenti (ci sono persone che sarebbero rimaste a terra) e scatenando che prese di posizione da parte di associazioni che si occupano di turisti. Perchè l’isola, anche in questo periodo lontano dalle resse estive, pare sia comunque meta di turisti per i weekend.

Preoccupatissimi i sette sindaci dell’Elba, che hanno chiesto alla regione un tavolo di confronto sul futuro dei trasporti marittimi con Moby, Toremar e BlueNavy: l’incontro è fissato al 14 novembre. Sullo sfondo di questo pasticcio c’è il bando della Regione Toscana. Si tratta del nuovo bando per la continuità territoriale marittima: dall’ultimo sono passati 12 anni e molte cose sono cambiate. Anche l’esito della procedura, poi, appare incerto: è previsto un bando unico, ma se il processo richiede tempi lunghi e potrebbe scattare un’ulteriore proroga fino al 2026.

Dopo la notizia della riduzione dei traghetti, ieri ad esprimere grande preoccupazione è stata la Faita Federcamping Toscana: il responsabile per l’Elba, Michele Tallinucci, in una nota ha detto: “I fatti recenti sono l’ennesimo episodio di un sistema che non funziona e che sempre più sta creando disagi a residenti e turisti”. In primavera, l’associazione aveva chiesto l’apertura di un tavolo di confronto con le categorie economiche e le istituzioni locali per garantire un buon funzionamento del trasporto marittimo. “Le attuali difficoltà riscontrate sono strettamente legate al bando di continuità territoriale marittima gestito dalla Regione Toscana- va dritto al punto Tallinucci- dall’ultimo bando sono passati 12 anni, lasso di tempo in cui sono cambiate necessità ed esigenze legate al lavoro e al turismo sull’isola, come la presenza anche nei weekend in bassa stagione di visitatori. Per questo riteniamo che sia necessaria una revisione degli orari e delle tariffe, soprattutto in previsione della prossima stagione, per la quale è prevista una quantità di metri di ponte molto inferiore a quest’anno a causa della mancanza di molte navi, che porterà automaticamente ad un aumento dei prezzi e ad un insufficiente numero di posti”.

In questa situazione complicata c’è anche un altro aspetto di peso, che riguarda l’ipotesi di sostituzione della tassa di sbarco con la tassa di soggiorno: “La nostra posizione- dice ancora Tallinucci di Faita- è sempre stata chiara in ogni confronto avuto con i sindaci che hanno avanzato questa richiesta. Siamo contrari alla tassa di soggiorno perché andrebbe a colpire solamente le strutture ed il comparto turistico ricettivo, mentre siamo disposti a valutare una rimodulazione della tassa di sbarco, che riteniamo più equa”.

LA REPLICA DI MOBY

“Per Moby i collegamenti per l’isola d’Elba rappresentano una perdita milionaria l’anno, coperte dai ricavi delle altre linee Moby al di fuori del perimetro Elba. Certamente non si può chiedere ad una Compagnia privata di esercire una linea in perdita economica”. Dopo due giorni di polemiche, arriva la posizione di Moby Lines sul ‘pasticcio’ dei traghetti per l’Elba.

Un costo insostenibile, spiega Moby dopo le polemiche (e dopo che i sette sindaci dell’isola d’Elba hanno chiesto un incontro urgente, un tavolo fissato per il 14 novembre, a cui far sedere la Regione Toscana e tre compagnie che gestiscono i collegamenti). Ecco come stanno le cose: un viaggio da Piombino a Portoferraio (e viceversa) ha un costo operativo, al minimo della media, di 2.000 euro, spiega la compagnia, mentre “un residente per il passaggio paga a Toremar 3,88 euro e a Moby 4,10 euro, poco più della metro a Milano”. Ce ne vorrebbero quindi 500 alla volta, di passeggeri, per coprire i costi di una tratta. Ma “d’inverno, tra le due compagnie– prosegue la nota- 500 residenti non li trasportiamo in un giorno intero, non in un’unica partenza“. E se la Moby perde milioni, continua il comunicato, la Toremar (che è la compagnia pubblica che prende fondi dalla Regione, ndr) “chiude i bilanci con utili risicati”.

Le polemiche di questi giorni? Si parla senza sapere, osserva di fatto la compagnia, che scrive: “Esiste in materia di collegamenti marittimi una diffusa ignoranza. L’Elba è certamente l’isola italiana che ha la maggior frequenza di collegamenti con il continente nel nostro Paese, anche oggi, a regime invernale, ridotto a 13 partenze al giorno da Piombino a Portoferraio, e viceversa, fra tutte le compagnie”.

Questo l’incipit del comunicato di Moby: “Sono 60 anni che, Navarma prima, e ora Moby collega l’Isola d’Elba con il continente. Insieme a Toremar diamo lavoro a centinaia di persone dell’Elba, senza considerare l’indotto. Un residente per il passaggio paga a Toremar 3,88 euro e a Moby 4,10 euro, poco più della metro a Milano. Eppure è opinione diffusa che il costo del traghetto inibisce la continuità territoriale per i residenti”.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).

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