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Sclerosi multipla: i progressi del trapianto di cellule staminali ematopoietiche

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Progressi e sfide del trapianto di cellule staminali ematopoietiche nella sclerosi multipla: i risultati dal meeting ECTRIMS 2024

Al meeting annuale ECTRIMS 2024, due studi rappresentativi del mondo reale hanno evidenziato i progressi e le sfide del trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) come intervento per la sclerosi multipla (SM).

Nonostante l’HSCT rimanga sperimentale, con un solo studio randomizzato completato, il numero di pazienti trattati con questo approccio è ora corposo, grazie a oltre 20 anni di esperienza in vari centri. I dati più recenti sono coerenti con uno studio randomizzato multinazionale del 2019, che ha rilevato che l’HSCT, un intervento una tantum, è relativamente ben tollerato e più efficace della terapia modificante la malattia (DMT) nel ritardare la progressione nei pazienti refrattari alla DMT.

Rispetto ai 24 mesi nel gruppo DMT, il tempo mediano alla recidiva non è stato raggiunto tra quelli randomizzati all’HSCT a causa del numero insufficiente di eventi. La riduzione dell’ hazard ratio (HR) per la progressione è stata superiore al 90% (HR, 0,07; P < 0,001). Altri endpoint, come l’EDSS (Expanded Disability Status Scale, scala utilizzata per valutare il livello di disabilità nelle persone affette da SM), che è migliorato nel gruppo HSCT ma peggiorato con DMT, hanno anch’essi favorito l’HSCT.

Due studi multicentrici, nel Regno Unito e in Italia
Il primo studio multicentrico includeva 363 pazienti trattati in 14 ospedali pubblici nel Regno Unito dal 2002. Questa analisi non era controllata, ma ha fornito dati preziosi sull’efficacia e la sicurezza dell’HSCT in un contesto clinico reale. Il secondo studio, con 97 pazienti trattati in 20 centri in Italia dal 1999, ha confrontato retrospettivamente l’HSCT con alemtuzumab, un altro trattamento per la SM.

Nei dati del Regno Unito, presentati da Paolo Muraro, consulente senior presso la Division of Brain Sciences, Imperial College London, il 94,6% dei pazienti era in sopravvivenza libera da recidiva (RFS) a 2 anni e l’88,6% a 5 anni dopo l’HSCT. Ha definito questi numeri «impressionanti». Inoltre, la sopravvivenza libera da attività MRI-RS (MFS) è stata dell’88,2% a 2 anni e del 78,8% a 5 anni, ha detto Muraro.

Sulla scala EDSS, l’incidenza cumulativa di miglioramento è stata del 24,6% a 2 anni e del 28,6% a 5 anni. Non c’è stata evidenza di attività di malattia sugli endpoint dei sintomi, della recidiva e della risonanza magnetica (NEDA-3) nel 72% dei pazienti a 2 anni e nel 48,5% a 5 anni.

Rispetto ai tassi di risposta storica in una popolazione refrattaria, Muraro ha considerato questi risultati favorevoli. Sebbene ci siano stati quattro decessi, con una mortalità correlata al trattamento dell’1,1%, tutti si sono verificati nelle fasi iniziali del programma HSCT, quando l’esperienza nella gestione delle citopenie e di altre complicanze acute era limitata.

«In questa coorte real-world, il trapianto di cellule staminali ha portato a una remissione duratura dell’attività infiammatoria e alla stabilità clinica, anche in pazienti con un EDSS elevato al basale [mediana, 6,0] e una percentuale sostanziale [39%] con malattia progressiva» ha detto Muraro.

Nei dati italiani, presentati da Alessio Signori, professore associato presso il Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Genova, i 97 pazienti con HSCT sono stati abbinati a 314 trattati con alemtuzumab nello stesso periodo e confrontati con la ponderazione della sovrapposizione del punteggio di propensione. Le caratteristiche di base erano comparabili.

Dopo un follow-up mediano di 62 mesi nel gruppo HSCT e 30 mesi nel gruppo alemtuzumab, l’HSCT ha superato la terapia farmacologica in tutte le misure di efficacia. Quando tradotto in HR, l’HSCT rispetto ad alemtuzumab è stato associato a una riduzione del 50% della probabilità di progressione.

Conclusioni e implicazioni future
Questi risultati, presentati all’ECTRIMS 2024, sottolineano il potenziale dell’HSCT come trattamento efficace per la SM, offrendo nuove speranze ai pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali.

Fonte: ECTRIMS 2024. Copenhagen (Danimarca)

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