Il pacemaker bicamerale rappresenta una svolta significativa nel trattamento della bradicardia: il punto degli esperti
Il pacemaker bicamerale rappresenta una svolta significativa nel trattamento della bradicardia. Durante una recente conferenza stampa, esperti del settore hanno discusso le innovazioni e i vantaggi di questo dispositivo, evidenziando come la tecnologia ‘senza filo’ (leadless) stia rivoluzionando il campo della cardiostimolazione.
Con l’obiettivo di far fronte alle esigenze delle persone con un ritmo cardiaco anomalo o più lento del normale, Abbott ha annunciato la disponibilità in Italia di AVEIR™ DR, il primo sistema di pacemaker bicamerale senza fili al mondo.
Si tratta di un’innovazione rivoluzionaria senza precedenti che consente a due pacemaker senza elettrocateteri di comunicare e sincronizzarsi tra di loro ad ogni singolo battito del cuore grazie alla tecnologia di comunicazione implant-to-implant (i2i™) brevettata da Abbott, un sistema che amplia le possibilità di trattamento rispetto ai pacemaker monocamerali senza fili che consentono di trattare solo il 20% dei pazienti.
Differenze tra impianto tradizionale e leadless
Il Dottor Stefano Guarracini, Primario della Cardiologia e Responsabile Emodinamica, Clinica Pierangeli di Pescara, ha spiegato: «Nel pacemaker tradizionale, si prevede l’inserimento degli elettrocateteri attraverso un accesso venoso. Si effettua un’incisione vicino alla clavicola, solitamente sul lato destro o sinistro del torace. Si accede alla vena cefalica o alla vena succlavia. Gli elettrocateteri vengono inseriti attraverso la vena scelta e guidati fino al cuore. Un elettrocatetere monocamerale viene posizionato nel ventricolo destro. Un elettrocatetere bicamerale prevede due fili: uno posizionato nell’atrio destro e l’altro nel ventricolo destro. Gli elettrocateteri vengono collegati al pacemaker, che viene poi posizionato in una “tasca” creata sotto la pelle vicino alla spalla».
La batteria del pacemaker è visibile sotto la pelle, creando un piccolo rigonfiamento. «Questo comporta un ingombro per il paziente, poiché la batteria è visibile sotto la pelle, con il dispositivo posizionato vicino alla spalla del paziente. Questo metodo, sebbene efficace, può causare complicanze come infezioni e trombosi».
«Il pacemaker leadless, invece, che è molto più piccolo rispetto a quello tradizionale, viene inserito attraverso un catetere introduttore» ha proseguito il Dottor Guarracini. «Si entra dalla vena femorale e si posizionano i device direttamente nelle camere cardiache, eliminando qualsiasi ingombro esterno (non ci sono elettrocateteri esterni, e i dispositivi sono completamente contenuti all’interno del cuore), riducendo significativamente il rischio di complicanze e migliorando il comfort del paziente».
In particolare, questo sistema utilizza un nuovo metodo di erogazione della terapia bicamerale essendo composto da due pacemaker, uno che stimola il ventricolo destro (AVEIR VR) e uno che stimola l’atrio destro (AVEIR AR). Ogni dispositivo è circa dieci volte più piccolo di un pacemaker tradizionale, meno di una batteria AAA. Appena certificato in Europa, sono già stati eseguiti i primi impianti in Italia.
Differenze tra pacemaker monocamerale e bicamerale
Il pacemaker monocamerale ha un solo elettrocatetere che può essere inserito nella camera superiore destra (atrio) o nella camera inferiore destra (ventricolo). Questo tipo di pacemaker è generalmente indicato per pazienti con fibrillazione atriale o blocchi parossistici, dove è necessario stimolare solo una camera del cuore.
Il pacemaker bicamerale, invece, ha due elettrocateteri: uno posizionato nell’atrio destro e l’altro nel ventricolo destro. Questo permette una stimolazione più naturale e sincronizzata del cuore, simulando l’attività cardiaca normale. È indicato per pazienti con blocchi atrioventricolari o altre condizioni che richiedono una stimolazione coordinata di entrambe le camere.
L’innovazione del pacemaker bicamerale leadless rappresenta un passo avanti significativo nel trattamento della bradicardia. Grazie alla riduzione delle complicanze e al miglioramento della qualità della vita dei pazienti, questa tecnologia sta rapidamente diventando lo standard di cura.