Da “TRICK” arrivano i primi dati su tracciabilità e circolarità nel settore moda, dalla materia prima al fine vita, fondamentali per l’introduzione del Passaporto digitale di prodotto
Arrivano dalla piattaforma di raccolta dati “TRICK[1]” i primi dati su tracciabilità e circolarità nel settore moda, fondamentali per l’introduzione del Passaporto digitale di prodotto[2] previsto dalla normativa europea. Realizzata da un consorzio di 31 partner, tra cui ENEA, la piattaforma TRICK rappresenta uno strumento innovativo per tracciare tramite blockchain l’intero percorso di un capo d’abbigliamento, dalla materia prima al fine vita. L’obiettivo è di supportare in particolare le PMI che potranno così raccogliere dati protetti per prodotti e servizi, valutandone impronta ambientale (PEF), qualità dei processi produttivi, salubrità e circolarità delle materie prime utilizzate. ENEA nello specifico ha realizzato il data model[3] ‘olistico’ alla base della piattaforma, definendo come i dati di tracciabilità e sostenibilità debbano essere raccolti, connessi e organizzati per restituire un’informazione aggregata sul prodotto.
Il sistema di tracciamento, insieme ai vari componenti software sviluppati, è stato già testato su due filiere: quella del tessile tradizionale e del tessile tecnico legato al workwear (divise, abbigliamento da lavoro resistente a calore, fiamme, tessuti ignifughi e antistatici).
“Al momento nel settore della moda non esistono molte soluzioni per gestire in modo organizzato e standard una mole così ampia di dati. Abbondano invece piattaforme di tracciabilità proprietarie imposte ai fornitori, costretti ad adeguare i propri sistemi informatici per renderli interfacciabili con la piattaforma adottata da ogni singolo brand”, spiega Gessica Ciaccio, ricercatrice ENEA del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili. “Il costo di questa procedura grava soprattutto sulle aziende più piccole, mentre con l’approccio della piattaforma TRICK, con il suo data model standard pubblico, è possibile abbattere i costi di adeguamento”, aggiunge Ciaccio. “Da qui l’iniziativa sviluppata in collaborazione con l’Ente Italiano di Normazione (UNI) e il Comitato Europeo di Normazione (CEN). Ma fondamentale è anche il ruolo della blockchain, a garanzia dell’affidabilità e della non modificabilità delle informazioni raccolte lungo la filiera. Tema che sta molto a cuore alle aziende” conclude Ciaccio.
Nel corso della fase pilota del progetto, ENEA ha condotto anche studi per valutare l’impronta ambientale di due prodotti, la cosiddetta PEF (Product Environmental Footprint): un cappotto in lana di alta qualità e un’uniforme da lavoro in viscosa e meta-aramide, materiale resistente al calore e alla fiamma. Gli studi hanno coinvolto l’intera filiera produttiva (produzione della fibra, filo, tessuti, confezione, distribuzione e fine vita del prodotto) per raccogliere dati su consumi di energia, materiali, acqua, emissioni e produzione di rifiuti. “Siamo riusciti così a identificare i punti critici dal punto di vista ambientale relativi al ciclo di vita dei capi, permettendo così alle aziende coinvolte nel test di pianificare azioni di miglioramento lungo tutta la filiera”, chiarisce Valentina Fantin, ricercatrice del Dipartimento ENEA Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali.
I risultati del progetto sono stati presentati agli stakeholder di settore in occasione della seconda conferenza “From EU Research to Sustainable Circular Supply Chains”[4] organizzata da Ecosystex[5], il network europeo che si occupa di circolarità e sostenibilità nel tessile. L’evento, che ha toccato anche il problema dell’integrazione della piattaforma con i sistemi aziendali e doganali, è stato l’occasione per approfondire come TRICK possa essere di supporto alle aziende per l’applicazione del Passaporto Digitale di Prodotto e dei regolamenti in fase di definizione, come quello relativo all’Ecodesign for Sustainable Products (ESPR).
“La conferenza è stata un momento di confronto fondamentale per capire come arrivare a sistemi produttivi più sostenibili e circolari, affrontando le sfide per mettere a punto sistemi di tracciabilità lungo tutta la filiera, attualmente frammentata e poco digitalizzata, definire standard di raccolta dati, ma anche per garantire la confidenzialità, responsabilità del dato e sorveglianza del mercato”, concludono le due ricercatrici ENEA.
[1] TRICK – Empower Circular Economy with Blockchain Data Traceability
[2] Nell’ambito del Green Deal dell’Unione Europea e del Regolamento sulla Progettazione Ecocompatibile per i Prodotti Sostenibili (ESPR), l’UE ha stabilito che entro il 2030 ogni prodotto tessile venduto nei suoi confini dovrà avere un passaporto digitale, vale a dire dovrà essere associato tramite QR a un registro digitale che comprenda informazioni complete sul prodotto, dalla produzione allo smaltimento/riciclaggio
[3] Il modello è conforme a metodologie e standard già esistenti (metodologia UNECE e modello a eventi GS1 EPCIS) ed è basato su una imponente estensione della specifica CEN CWA eBIZ
[4] https://textile-platform.eu/news/registrations-are-now-open-for-the-second-ecosystex-conference