Gli approcci adattivi di cessazione possono rappresentare soluzioni migliori per tutti coloro che fanno fatica a smettere di fumare
Analizzare e comprendere i meccanismi che incidono sull’efficacia dei trattamenti di cessazione, si traduce in un aumento delle possibilità di dire definitivamente addio al fumo. Nonostante l’FDA abbia approvato i primi farmaci per la cessazione circa quarant’anni fa, il fumo rimane una delle principali cause di morte al mondo, nonostante sia assodato che entro 3 anni dalla decisione di smettere il rischio di morte diminuisce del 50%. Eppure l’efficacia dei prodotti per smettere di fumare è a livelli minimi, con una media di 30 tentativi necessari per smettere per ogni percorso di cessazione con esito positivo.
Nel recente lavoro “Personalized and Adaptive Interventions for Smoking Cessation: Emerging Trends and Determinants of Efficacy”, un team internazionale di ricerca, guidato dal prof. Gal Cohen, Head of Scientific Affairs at Rose Research Center, e condotto in collaborazione con i ricercatori italiani del CoEHAR, il Centro di Ricerca dell’Università di Catania fondato dal prof. Riccardo Polosa, ha analizzato i limiti e le prospettive dei metodi più comunemente utilizzati per smettere di fumare, concludendo che gli approcci adattivi di cessazione possono rappresentare soluzioni migliori per tutti coloro che fanno fatica a smettere utilizzando i metodi tradizionali.
Lo studio, pubblicato su iScience, rappresenta un lavoro all’avanguardia, che evidenzia la complessità della gestione della dipendenza da sigaretta e l’innovazione nei prodotti per la cessazione. Concentrandosi su specifici aspetti determinanti, come le preferenze sensoriali e la tollerabilità alla nicotina, l’articolo offre nuovi spunti sui percorsi di cessazione e sostiene piani di trattamento personalizzati e adattivi. Evidenzia inoltre come gli approcci emergenti, che usano ad esempio la citisina e i prodotti privi combustione, forniscano nuove promettenti strade per ridurre la morbilità correlata al fumo.
“Smettere di fumare è difficile; si cerca di trovare un equilibrio nella complessa interazione tra nicotina, esperienza sensoriale e rituale associati all’uso di sigarette: tutti elementi che fanno parte dell’esperienza delle persone che fumano”, spiega il dott. Cohen. “Tuttavia, la gamma emergente di terapie farmaceutiche per la cessazione e prodotti sostitutivi della nicotina offre l’opportunità di personalizzare il percorso di cessazione dal fumo”.
Sebbene i farmaci ad oggi comunemente consigliati per smettere di fumare e si mostrino promettenti negli studi clinici, i tassi di cessazione rimangono bassi, e nell’uso reale il dosaggio e l’adesione sono generalmente inadeguati. È possibile esplorare varie combinazioni di prodotti per creare protocolli adattivi che tengano conto anche delle popolazioni che hanno maggiori probabilità di rispondere positivamente.
I nuovi prodotti, che includono sia i prodotti farmaceutici per la disassuefazione come i vaporizzatori di nicotina, sia i prodotti sostitutivi della nicotina come sigarette elettroniche, prodotti a base di tabacco riscaldato e prodotti orali a base di nicotina, offrono soluzioni più personalizzate basate sulle preferenze individuali sensoriali e di assunzione della nicotina.
Un dato che trova conferma negli Stati Uniti, dove i prodotti più comunemente utilizzati per smettere di fumare sono i prodotti a rilascio di nicotina, che includono terapie medicinali sostitutive della nicotina e prodotti sostitutivi di consumo. Questi comprendono cerotti medicinali alla nicotina, gomme da masticare, pastiglie, inalatori e spray nasali.
“Tuttavia – spiega il prof. Riccardo Polosa – tali strumenti non forniscono gli stimoli sensoriali e i rituali comportamentali associati al fumo. Al contrario, sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato rappresentano i prodotti sostitutivi della nicotina più diffusi e vengono utilizzati ogni giorno da quasi 17 milioni di adulti statunitensi”.
In un sondaggio condotto tra gli adulti che svapano negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada, il 73% ha riferito come motivazione principali di utilizzo il desiderio di smettere. “Un dato confermato anche dalla comunità scientifica – aggiunge lo scienziato catanese – dove le prove sull’efficacia di sigarette elettroniche e prodotti similari ha raggiunto un punto non più ignorabile”.
Da considerare inoltre che, come in ogni cambiamento significativo negli stili di vita, sia che riguardi il consumo di cibo, l’esercizio fisico o altre abitudini croniche, la terapia di supporto è una componente efficace e necessaria. In conclusione, protocolli adattivi innovativi basati sull’evidenza possono aiutare a personalizzare le terapie per tutti quei fumatori che faticano a dire addio al fumo, aumentando così le chance di successo e impedendo alti tassi di ricaduta.