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Posizionamento stent: tomografia a coerenza ottica supera angiografia convenzionale

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La tomografia a coerenza ottimale per guidare il posizionamento dello stent durante l’intervento di angioplastica coronarica migliora significativamente la sopravvivenza

L’utilizzo della tomografia a coerenza ottimale (OCT) per guidare il posizionamento dello stent durante l’intervento di angioplastica coronarica (PCI) in pazienti con lesioni coronariche complesse, migliora significativamente la sopravvivenza e riduce gli eventi cardiovascolari avversi rispetto alla PCI guidata dall’angiografia (il metodo oggi più comunemente utilizzato).

Lo dimostrano i risultati di OCCUPI (1), un trial clinico randomizzato, presentato nel corso del congresso annuale della European Society of Cardiology, che fanno pensare ad un probabile cambiamento nella pratica della PCI con stent a rilascio di farmaco per le lesioni coronariche complesse, fornendo un forte supporto alle osservazioni di benefici superiori della guida OCT rispetto alla PCI a guida angiografica convenzionale.

I presupposti e gli obiettivi dello studio
I pazienti affetti da malattia coronarica tendono spesso ad essere sottoposti a si sottopongono a PCI, hanno affermato i ricercatori durante la presentazione del lavoro al congresso.
L’angiografia è il metodo più comunemente usato per guidare la PCI, che prevede l’uso di uno speciale colorante di contrasto e di raggi X per monitorare il flusso ematico nelle arterie cardiache ed evidenziare eventuali ostruzioni.

L’OCT utilizza la luce invece dei raggi X per creare immagini trasversali e longitudinali, che hanno una risoluzione molto più elevata e sono più accurate e dettagliate rispetto all’angiografia.
Studi precedenti hanno suggerito i vantaggi pratici della PCI guidata dall’OCT, fornendo informazioni complete su vasi coronarici, placche e stent impiantati.

Lo studio OCCUPI
OCCUPI, questo il nome del nuovo trial, fa seguito ai risultati dello studio OCTOBER pubblicato nel 2023, che aveva dimostrato come la PCI guidata dall’OCT di lesioni complesse della biforcazione fosse superiore alla PCI guidata dall’angiografia per quanto riguarda gli outcome cardiovascolari a 2 anni (2).

I ricercatori hanno arruolato nel trial 1.604 pazienti (di età pari o superiore a 19 anni) provenienti da 20 centri della Repubblica di Corea con lesioni anatomicamente complesse che richiedevano una PCI con stent a rilascio di farmaco.

I pazienti sono stati randomizzati, secondo uno schema 1:1, ad intervento a guida OCT (803 pazienti) o a guida angiografica (801 pazienti).

In totale, 1.588 pazienti (99%) hanno completato il follow-up di 1 anno.

La misura principale (primaria) di interesse era un composito di morte cardiaca, infarto miocardico, trombosi dello stent e rivascolarizzazione del vaso bersaglio ad 1 anno.

Dimostrato il vantaggio della guida OCT rispetto alla guida angiografica
Dopo 1 anno di follow-up, i pazienti che hanno utilizzato la guida OCT hanno registrato una riduzione del 38% del rischio combinato di morte cardiaca, infarto, trombosi dello stent e necessità di rivascolarizzazione rispetto alla guida angiografica (37 pazienti: 4,6% vs 59 pazienti: 7,4%, rispettivamente).

In particolare, i pazienti che hanno utilizzato la guida OCT hanno sperimentato una riduzione del 64% della probabilità di subire un infarto miocardico spontaneo (escluso l’infarto miocardico periprocedurale) o di richiedere una rivascolarizzazione dei vasi bersaglio rispetto a quelli del gruppo a guida angiografica (rispettivamente 0,9% vs 2,4% e 1,5% vs 4,1%).

Lo studio ha anche rilevato che l’incidenza di nefropatia indotta da contrasto (danno ai reni) dopo PCI non era significativamente diversa tra i due gruppi (1,3% vs 0,9%).

In conclusione
In questo trial multicentrico randomizzato, che ha coinvolto pazienti che necessitavano di PCI con impianto di DES a causa di lesioni anatomicamente complesse, la PCI guidata dall’OCT ha portato ad un rischio ridotto di morte cardiaca, MI, ST o TVR a 1 anno rispetto alla PCI guidata dall’angiografia.

La riduzione principale nel gruppo guidato dall’OCT è stata determinata dalla diminuzione dei casi di MI spontaneo e di TVR, senza destare preoccupazioni per la nefropatia indotta dal contrasto.

Nel gruppo PCI guidato dall’OCT, i pazienti che soddisfacevano i criteri di ottimizzazione prestabiliti dall’OCCUPI-OCT (espansione accettabile, apposizione e dissezione dei margini) hanno raggiunto un tasso di MACE significativamente più basso rispetto a quelli con ottimizzazione insufficiente.

Questi risultati, pertanto, dimostrano il valore terapeutico dell’OCT come modalità di imaging intravascolare efficace nel trattamento di pazienti complessi.

Bibliografia
1) “OCCUPI – Optical coherence tomography-guided coronary intervention in patients with complex lesions” was discussed during Hot Line 11 on Monday 2 September from 13.45 to 14:45 BST in room London.
2) Holm NR et al. OCT or Angiography Guidance for PCI in Complex Bifurcation Lesions. N Engl J Med 2023;389:1477-1487

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