Prende forma la squadra di Governo di Trump: tutti i nomi per il contrasto al potere economico della Cina, il sostegno incondizionato a Israele, la lotta all’immigrazione clandestina
In attesa del giuramento da 47° Presidente degli Stati Uniti d’America, previsto a gennaio, Donald Trump è già al lavoro per formare la squadra di Governo che lo accompagnerà nel suo secondo mandato alla Casa Bianca. Dal ‘totonomi’ emergono già molte certezze.
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J.D. Vance, il Vicepresidente
Più che una certezza, forte di un ticket vincente in campagna elettorale come ‘secondo’ di The Donald. La carica di Vicepresidente è sempre stata nelle mani di J.D. Vance, senatore dell’Ohio e autore del bestseller “Elegia americana”. Con Vance, il Presidente eletto punta al dialogo con la classe operaia americana.
Marco Rubio alla Guida della Diplomazia
Per il ruolo di Segretario di Stato, in pole position c’è Marco Rubio, senatore della Florida e membro del Comitato per le Relazioni Estere del Senato. Una mossa strategica. Con Rubio, Trump intende affidare la guida della diplomazia statunitense a una figura esperta e influente. Noto per le sue posizioni dure nei confronti della Cina, sostiene la necessità di contrastare l’influenza di Pechino a livello globale. Forte difensore degli interessi di Israele, ha appoggiato il riconoscimento di Gerusalemme come capitale e ha sostenuto l’aumento degli aiuti militari a Israele.
Michael Waltz come Esperto di Sicurezza Nazionale
In cima ai nomi come Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Michael Waltz, rappresentante della Florida e veterano dell’esercito. Secondo il New York Times, la nomina riflette la volontà di Trump di affidare la sicurezza nazionale a una figura con esperienza militare diretta e una linea dura su questioni globali chiave. Waltz, ex Berretto Verde e membro delle commissioni per i Servizi Armati, l’Intelligence e gli Affari Esteri della Camera, ha un’ampia esperienza in politica di difesa e sicurezza, con particolare attenzione alla Cina, considerata una priorità per l’amministrazione Trump.
Elise Stefanik ambasciatrice USA alle Nazioni Unite
Tra i nomi che in queste ore fanno più rumore, quello di Elise Stefanik. Da tempo uno dei più accesi sostenitori di Trump, rappresentante repubblicana alla Camera e designata ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite.
Quarant’anni, Stefanik si è distinta per il suo atteggiamento risoluto, in particolare in risposta a episodi di antisemitismo nelle università americane.
Tra i momenti cruciali della sua carriera, un’audizione in Commissione per l’Istruzione e la Forza Lavoro rimasta memorabile, in cui chiese ai presidenti di alcune università d’élite, inclusa Harvard: “Invocare il genocidio degli ebrei viola le regole di Harvard sul bullismo e sulle molestie?”
Le risposte evasive e tecniche dei presidenti scatenarono un’ondata di critiche che superò i confini della base conservatrice, aprendo un acceso dibattito su antisemitismo e libertà di parola nei campus, portando alle dimissioni dei presidenti di Harvard, Penn e Columbia.
Kristi Noem Segretario del Dipartimento per la Sicurezza Interna
Trump l’ha scelta come sua alleata su temi di sicurezza interna e confini. Una figura molto discussa, in passato candidata a vicepresidente, ma criticata per aver raccontato di aver soppresso il suo cane da caccia.
Nel 2024, la governatrice del South Dakota, ha pubblicato il libro “No Going Back”, in cui racconta un episodio avvenuto circa 20 anni prima: dopo una battuta di caccia fallita, ha deciso di sopprimere il suo cane da caccia di 14 mesi, Cricket, ritenendolo indisciplinato e pericoloso.
Questo racconto ha suscitato ampie critiche bipartisan, mettendo in discussione la sua idoneità per ruoli di alto profilo, come la vicepresidenza o la guida del Dipartimento per la Sicurezza Interna.
Lee Zeldin all’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA)
Trump punta su di lui per attuare deregolamentazioni a vantaggio delle imprese.
Susie Wiles Wiles Chief of Staff alla Casa Bianca
Ha guidato la campagna di Trump ed è una delle sue principali sostenitrici, soprannominata “Ice Baby” per il suo stile riservato e pragmatico.
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Stephen Miller Vice Chief of Staff
Uno degli artefici delle politiche anti-immigrazione di Trump, compreso il programma di separazione familiare.
Tom Homan “Zar del Confine”
Sostenitore della “tolleranza zero” sull’immigrazione, in passato ha guidato l’ICE (Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale degli Stati Uniti responsabile dell’applicazione delle leggi sull’immigrazione) con record di espulsioni e ha criticato duramente le “città santuario”.
FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).