Morte Margaret Spada: lo studio della rinoplastica non era abilitato a procedure chirurgiche


Lo studio in cui si è operata Margaret Spada, la ragazza morta dopo la rinoplastica, non era abilitato alle procedure chirurgiche: a comunicarlo è il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca

Agata Margaret Spada

Lo studio medico Procopio di Roma in cui la 22enne Agata Margaret Spada si è sottoposta all’intervento non era abilitato per procedure chirurgiche.

A comunicarlo è il Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

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“Le informazioni che abbiamo al momento, pur preliminari, indicano che non risulta un’autorizzazione sanitaria valida per l’attività svolta in quello studio. Gli uffici stanno effettuando verifiche più approfondite e forniremo ogni elemento utile agli investigatori e al Nas”, ha dichiarato Rocca a margine di un incontro all’ospedale Sant’Andrea.

Nel frattempo, i carabinieri del Nas sono tornati nello studio medico dei chirurghi Marco e Marco Antonio Procopio, indagati per omicidio colposo.

L’appartamento, utilizzato come centro estetico, è stato posto sotto sequestro, provvedimento convalidato dal giudice per le indagini preliminari.

Il pubblico ministero Erminio Amelio ha richiesto ulteriori accertamenti, incaricando i militari di reperire tutta la documentazione che potrebbe non essere emersa durante la prima ispezione effettuata il 7 novembre.

I due chirurghi, tuttavia, non sarebbero stati in grado di presentare i documenti richiesti.

Dalle prime verifiche emerge un quadro allarmante: per l’attività svolta nello studio, che vantava un ampio numero di clienti, non risulterebbero documenti autorizzativi, certificazioni sanitarie né una contabilità regolare.

Margaret Spada avrebbe prenotato l’intervento direttamente tramite chat con Marco Antonio Procopio, ma non le sarebbe mai stato fornito un modulo per il consenso informato da sottoscrivere.

Gli accertamenti proseguiranno per chiarire ulteriori dettagli, come i farmaci utilizzati per i filler e la presenza di medicinali e strumenti idonei per affrontare eventuali complicazioni mediche.

Una delle questioni centrali riguarda anche la reale natura delle attività svolte nello studio: sebbene presentato come un centro estetico, è necessario verificare se lì venissero eseguite operazioni chirurgiche non dichiarate.

“Il tipo di autorizzazione dipende dalla tipologia di interventi dichiarati, ma anche su questo punto sono in corso le indagini”, ha aggiunto Rocca.

FONTE: AGENZIA DI STAMPA DIRE (WWW.DIRE.IT).