I benefici di retifanlimab in combinazione con chemioterapia a base di carboplatino e paclitaxel per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma anale a cellule squamose
All’ESMO sono stati annunciati i risultati dello studio di fase 3 POD1UM-303/InterAACT2 su retifanlimab, un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro la proteina 1 della morte cellulare programmata (Programmed cell death-1 -PD-1), in combinazione con chemioterapia a base di carboplatino e paclitaxel per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma anale a cellule squamose (Squamous Cell Anal Carcinoma – SCAC)) localmente ricorrente o metastatico inoperabile.
I risultati dello studio POD1UM-303/InterAACT2 si basano sui risultati top-line precedentemente annunciati, dimostrando che lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario con un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza libera da progressione (Progression Free Survival – PFS) nei pazienti con SCAC non precedentemente trattati con terapia sistemica, come valutato dalla revisione centrale indipendente in cieco (BICR), utilizzando RECIST v1.1.
L’aggiunta di retifanlimab alla chemioterapia standard di cura ha determinato una riduzione clinicamente significativa del 37% del rischio di progressione o morte (Hazard Ratio [HR]: 0,63; Intervallo di confidenza [CI] al 95% (0,47, 0,84); P=0,0006). I pazienti che hanno ricevuto la combinazione retifanlimab e chemioterapia hanno raggiunto una PFS mediana di 9,3 mesi rispetto ai 7,4 mesi del gruppo di combinazione con placebo.
“Lo studio POD1UM-303/InterAACT2 è il primo e più grande studio di fase 3 che valuta un checkpoint inhibitorper il trattamento di pazienti con carcinoma anale a cellule squamose, una malattia con un importante unmet need. I dati positivi di efficacia e sicurezza presentati oggi all’ESMO evidenziano il potenziale di retifanlimab in combinazione con carboplatino e paclitaxel per diventare un nuovo standard of care nel trattamento dei pazienti con SCAC avanzato”, ha dichiarato Pablo J. Cagnoni, M.D., Presidente e Responsabile della Ricerca e Sviluppo di Incyte. “Attendiamo con entusiasmo di poter lavorare con le autorità regolatorie per portare il primo anticorpo PD-1 o PD-L1 ai pazienti con SCAC”.
Lo studio ha anche mostrato un miglioramento nei principali endpoint secondari, tra cui:
- In un’analisi ad interim sulla sopravvivenza globale (Overall Survival – OS), i pazienti che hanno ricevuto retifanlimab in combinazione con la chemioterapia hanno ottenuto un miglioramento di circa 6 mesi della OS mediana rispetto al gruppo in combinazione con placebo, con una forte tendenza verso la significatività statistica (OS mediana 29,2 mesi vs. 23 mesi [HR: 0,70; IC 95% (0,49, 1,01); P=0,0273]; Il follow-up di OS è in corso).
- Il tasso di risposta globale (Objective Response Rate – ORR) e la durata della risposta (Duration of Response – DOR) secondo il BICR hanno mostrato un miglioramento nel gruppo di combinazione retifanlimab e chemioterapico rispetto al gruppo di combinazione placebo (ORR del 56% vs. 44% [IC 95% (48, 64) e (36, 52), rispettivamente; nominale P=0,0129]; DOR di 14 mesi vs. 7 mesi [IC 95% (8,6, 22,2) e (5,6, 9,3), rispettivamente]).
Retifanlimab è stato generalmente ben tollerato e la sua sicurezza è risultata coerente con altri regimi chemioterapici e inibitori del checkpoint. Gli eventi avversi più comuni emersi dal trattamento (Treatment Emergent Adverse Event – TEAE) nel gruppo di combinazione retifanlimab e chemioterapia sono stati anemia (66,2%), nausea (56,5%) e alopecia (51,3%).
“Lo SCAC avanzato è una condizione rara spesso trascurata che, nonostante la sua crescente incidenza e la prognosi spesso infausta, ha avuto lo stesso standard of care per decenni, con pochissimi studi”, ha affermato Sheela Rao, MD, consulente medico-oncologo presso The Royal Marsden National Health Service Foundation Trust. “Credo che i risultati positivi dello studio POD1UM-303/InterAACT2 possano, dopo una lunga attesa, fornire una nuova opzione di trattamento con retifanlimab in aggiunta alla chemioterapia a base di platino per gli adulti con SCAC localmente ricorrente o metastatico inoperabile”.
Informazioni sul carcinoma anale a cellule squamose (SCAC)
Il carcinoma anale a cellule squamose (SCAC) è una malattia orfana la cui incidenza aumenta di circa il 3% l’anno, in gran parte a causa del proliferare del papillomavirus umano (HPV). Il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) è un importante promotore di SCAC, poiché le persone con HIV hanno da 25 a 35 volte più probabilità di sviluppare SCAC., I pazienti con SCAC metastatico, non resecabile, hanno una scarsa sopravvivenza a 5 anni e attualmente non esistono trattamenti approvati dalla FDA per i pazienti con malattia avanzata.
Informazioni su POD1UM
Il programma di sperimentazione clinica POD1UM (PD1 Clinical Program in Multiple Malignancies) per retifanlimab include POD1UM-303 e diversi altri studi di fase 1, 2 e 3 per pazienti con tumori solidi, inclusi studi, diretti alla registrazione, che valutano retifanlimab come monoterapia per pazienti con carcinoma endometriale ad alta instabilità dei microsatelliti; e in combinazione con la chemioterapia a base di platino per pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule.
Informazioni su POD1UM-303/InterAACT 2
POD1UM-303/InterAACT2 (NCT04472429) è uno studio di fase 3, randomizzato, multicentrico, in doppio cieco, controllato con placebo che valuta retifanlimab o placebo in combinazione con chemioterapia a base di platino (carboplatino e paclitaxel) in pazienti adulti con SCAC localmente ricorrente o metastatico inoperabile che non sono stati precedentemente trattati con chemioterapia sistemica.
Durante la fase in cieco dello studio, i pazienti, compresi quelli con infezione da HIV ben controllata, sono stati randomizzati 1:1 per ricevere retifanlimab 500 mg per via endovenosa o placebo durante ogni ciclo di 28 giorni per un massimo di 6 mesi in combinazione con la terapia standard di carboplatino e paclitaxel seguita da monoterapia per un trattamento totale fino a 1 anno. Il crossover alla terapia attiva con retifanlimab è stato consentito per i pazienti assegnati al placebo dopo la verifica della progressione mediante revisione centrale indipendente in cieco (BICR).
L’endpoint primario è la sopravvivenza libera da progressione (PFS) determinata dal BICR utilizzando RECIST v1.1. L’endpoint secondario chiave include la sopravvivenza globale (OS). Gli obiettivi secondari includono il tasso di risposta obiettiva (ORR), la durata della risposta (DOR), il tasso di controllo della malattia (DCR) mediante BICR, la sicurezza e la farmacocinetica.
Per ulteriori informazioni sullo studio, visitare il sito https://clinicaltrials.gov/study/NCT04472429
Informazioni su retifanlimab-dlwr
Retifanlimab-dlwr è un inibitore endovenoso di PD-1 indicato negli Stati Uniti per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma a cellule di Merkel localmente avanzato metastatico o ricorrente (MCC). Questa indicazione è approvata con procedura accelerata in base al tasso di risposta del tumore e alla durata della risposta. L’approvazione definitiva di questa indicazione può essere subordinata alla verifica e alla descrizione del beneficio clinico negli studi di conferma.
Retifanlimab è commercializzato da Incyte negli Stati Uniti. Nel 2017, Incyte ha stipulato un accordo di collaborazione e licenza esclusiva con MacroGenics, Inc. per i diritti globali di retifanlimab.