Sulle piattaforme digitali “DISCO VIVO”, il nuovo album di Sara Rados e Progetti Futuri dal quale è estratto il singolo “Bandiere sporche” in rotazione radiofonica
“Bandiere Sporche” è un canto folk, segreto, che si apre a chi è in ascolto, per dire quel che vede nel mondo. Un insetto perso in mezzo a mille altri, tra la sua tana e la strada, racconta ciò che sente, sul filo di un arrangiamento acustico e intimista. È così che voce, chitarra e archi prendono sempre più corpo e respiro fino al crescendo del ritornello, che con dolcezza e disperazione, dipinge in punta di blues, il tempo che viviamo.
Commenta l’artista a proposito del brano: “Era dicembre e faceva ancora caldo. Una mattina di sabato avevo lo sguardo a terra, mentre ero al parco e spingevo mia figlia sull’altalena. Una bimba sui quattro anni mi si è avvicinata e ha cominciato a prendermi fitto fitto a calci negli stinchi, urlando ‘sorridi, è Natale’. Così è nata Bandiere Sporche”.
Il videoclip di “Bandiere sporche”, diretto dalla mano e dal sapiente “occhio musicale” di Agustin Cornejo, che ha dato a questa esperienza visiva e sonora, i giusti toni autunnali e di calda intimità, vede come protagonista Sara, accompagnata dalla band Progetti Futuri, davanti a un pubblico di circa trenta persone, tutte in cuffia e sedute a terra su tappeti e cuscini, nella grande sala del GRS, a Firenze.
“Disco Vivo” è un disco dal vivo. Ma non è per questo che si chiama così, almeno non solo: è un’esperienza che racchiude un tempo grande, che parte dalla scrittura delle prime melodie dentro casa, ai concerti e concertacci a giro per i club di Firenze, alle tempeste di cervelli in sala di registrazione con i ragazzi della band, le bevute e le mangiate… e le seghe mentali! Poi questo grande tempo approda a una sera di Febbraio del 2024, in cui Sara e Progetti Futuri (Mike, Zanfo e Pozzo) si portano gli amici in studio, li fanno accomodare su un grande tappeto, e suonano, si emozionano, respirano, sbagliano. A qualche brano partecipa anche l’amico e riccioluto pianista, Fabrizio Mocata.
Sara, tra un pezzo e un’altro, parla, ragiona, spara qualche bomba. Tutto questo, tempo vivo, è “Disco Vivo”.
L’album è stato registrato – e ripreso in video dal sapiente occhio musicale di Agustin Cornejo – nel GRS Studio a Firenze.
Taketo Gohara ci ha messo su le mani per il mix, Giovanni Versari per il mastering.
Infine, durante i mesi estivi, Michele Staino, contrabbassista e figlio del noto disegnatore Bobo, ha realizzato, una ad una, l’imagine di copertina le grafiche dei brani e dell’ album.
Spiega l’artista a proposito dell’album: “Disco Vivo è un ossessione che ho trasformato in realtà mettendoci un sacco di tempo, paura e fatica. Per questo, vada come vada, gli voglio bene: è un pezzo della mia vita. Un ringraziamento sentito va a tutti loro, agli amici e i sostenitori del progetto, a Blackcandy Produzioni e Alessandro Gallicchio per la paziente assistenza (psico)promozionale, ai babbi le mamme e i consorti che ci sostengono, e soprattutto alle innumerevoli chat di WhatsApp: un cruccio quotidiano, che però ha reso possibile questa grande orchestra.”
TRACKLIST:
La gente alla fine
Tuttigiorni
Gli avanzi della festa
Bandiere sporche
Sono un ribelle mamma (cover degli Skiantos)
Sogni
Specchio
La mattina
Groviglio
Firenze, gli occhi di aprile