Dal caso Regeni al Piano Mattei, quali sono i rapporti dei nostri governi con i presidenti e i dittatori degli Stati africani? Se ne parla stasera a “Report” su Rai 3
Dal caso Regeni al Piano Mattei, quali sono i rapporti dei nostri governi con i presidenti e i dittatori degli Stati africani? Questo il tema al centro del reportage “Olio di ricino” di Daniele Autieri, con la collaborazione di Andrea Tornago, che aprirà la nuova puntata di “Report”, in onda domenica 17 novembre alle 20.30 su Rai 3 e su RaiPlay.
Nell’ultimo mese sul banco dei testimoni del processo contro i quattro egiziani accusati di aver rapito, torturato e ucciso Giulio Regeni, si è seduto lo Stato: l’ex-presidente del Consiglio Matteo Renzi, l’ex-ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e i vertici dei servizi segreti italiani. Le rivelazioni delle massime cariche dello Stato sulla chiusura del governo egiziano nei confronti delle richieste di trasparenza e verità sul caso Regeni raccontano un’altra storia che si collega al tema della ragion di Stato e coinvolge anche l’Eni, la più grande e strategica delle aziende controllate dal governo italiano. Secondo queste testimonianze, nei giorni del sequestro, l’Eni non ha interloquito con il governo egiziano.
Ma “Report” svelerà documenti riservati che dimostrerebbero il contrario. Perché alle spalle della ricerca di verità sulla morte del ricercatore italiano si è innescato uno scontro geopolitico che ha coinvolto non solo l’Italia e l’Egitto ma anche il Kenya, dove si trova il testimone eccellente del processo Regeni, l’uomo che può inchiodare alle sue responsabilità il Maggiore Magdi Sharif, uno dei quattro egiziani accusati dell’omicidio. “Report” è riuscito a scoprire l’identità di questo testimone e ha raccolto la sua storia. Ma i rapporti di forza sbilanciati tra il nostro governo e gli autocrati africani promettono adesso di essere riscritti dal Piano Mattei, il maxi stanziamento da 5,5 miliardi di euro lanciato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per sostenere lo sviluppo di alcuni paesi africani con il sostegno delle aziende italiane. Il primo e più importante progetto del Piano parte proprio dal Kenya.
Spazio poi all’approfondimento, con “Made in virus” di Giulia Innocenzi, con la collaborazione di Greta Orsi e Giulia Sabella. Perché l’Italia è uno dei Paesi europei più colpiti dalla peste suina africana? La strategia del governo per frenare il virus ha fallito? “Report” può rivelare in esclusiva che l’Ausl di Modena ha fatto partire l’attività di ritiro e rintraccio di alcune partite di carne di maiale finite nei supermercati perché potenzialmente affette dal virus della peste suina. E perché, nonostante le criticità sollevate dagli esperti, anche quest’anno per gli abbattimenti è stato utilizzato il metodo dell’elettrocuzione? “Report” mostrerà in esclusiva le immagini di abbattimenti di cui ha chiesto conto al ministro Francesco Lollobrigida. La peste suina africana sta mettendo inoltre in difficoltà il comparto delle produzioni DOP. Il Prosciutto di Parma ha adottato un nuovo disciplinare, che prevede che i mangimi provengano almeno al 50% dalla zona di origine limitata. Gli enti controllori preposti verificano che questi criteri vengano rispettati? E qual è lo stato degli allevamenti italiani, dove l’igiene e la biosicurezza sono criteri essenziali per evitare la diffusione del virus?
Quindi, “Tutti gli uomini del generale” di Luca Chianca, con la collaborazione di Alessia Marzi. Dopo aver scritto “Il Mondo al Contrario” il generale Roberto Vannacci è stato eletto al parlamento europeo con oltre 500mila voti. In poco tempo è diventato la star del raduno di Pontida, grazie al successo di un libro che in pochi mesi ha venduto oltre 250mila copie fruttando al generale, per il solo 2023, ben 800mila euro. Ma visto che a distribuirlo è Amazon quante tasse ha pagato Roberto Vannacci? Tra una settimana, il comitato culturale che si è ispirato al suo libro diventerà un movimento politico e le preoccupazioni tra i militanti e i dirigenti della Lega già si fanno sentire perché nel comitato, con sede a Lamezia Terme e ramificazioni in tutta Italia, convivono ex militari paracadutisti della Folgore e incursori del “Col Moschin”. Ma chi ruota intorno al generale, tanto da spingerlo così in alto nei sondaggi? Per capirlo “Report” è volato fino a Bucarest per incontrare il Gran Maestro della Grande Loggia Massonica Nazionale Romena, il generale Savoiu, che si considera l’erede spirituale di Licio Gelli. In Italia, invece, c’è il faccendiere Gianmario Ferramonti che con Savoiu ha fondato la P3. Entrambi, come ha scoperto “Report”, nelle passate elezioni europee, si sono messi a disposizione per dare una mano al generale per la sua campagna elettorale.
A chiudere la puntata “L’aggiunta delle elezioni” di Giulia Presutti, con la collaborazione di Madi Ferrucci. In Parlamento da oltre un anno si sta giocando una partita silenziosa. La posta in gioco è un seggio della Camera, l’uninominale della provincia di Cosenza: alle scorse elezioni politiche era stato vinto dalla deputata Cinque Stelle Anna Laura Orrico, ma il secondo classificato ha fatto ricorso. Si tratta di Andrea Gentile, ex deputato di Forza Italia e rampollo di una famiglia cosentina da sempre in politica: per contestare il risultato elettorale si è rivolto alla stessa Camera dei Deputati, dove la Giunta delle Elezioni ha riaperto e contato tutte le schede nulle e bianche. Gentile è passato in vantaggio di 240 voti, ma c’è un mistero: perché 440 schede che i verbali di sezione hanno indicato come bianche, risultano ora contrassegnate da una x? I presidenti di seggio dicono che lo spoglio è stato svolto sotto il controllo di più occhi e che solo quando non era presente alcun segno, le schede venivano dichiarate bianche.