Parla Stefano De Martino: “Ho parato un rigore a Maradona, la Gialappa’s mi regala una spocchia che non ho. La storia con Belen ha creato un falso mito”
Stefano De Martino dice che non si monta la testa: “L’ho già fatto, a 19 anni, e ho avuto tutto il tempo di rismontarla”. E’ il personaggio tv del momento, quando conduce il programma più visto della televisione italiana, Affari tuoi, e quando lo sfottono quelli della Gialappa’s. E non si sa quale versione dei due dica ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera che l’ultima volta che ha pianto è stata “quando è morto Massimo Troisi. La videocassetta del trio La Smorfia erano i miei cartoni animati. Quando mio padre mi trovò in lacrime rimase colpito e, dopo, mi regalò il francobollo commemorativo dedicato all’attore: ce l’ho ancora, dentro un libro”.
Non ha sempre voluto fare la tv. “No, volevo fare quello che facevano gli altri. Dunque, all’inizio il calciatore: terzino sinistro. Poi a 9 anni ho cominciato ad accompagnare mia sorella in bicicletta alle lezioni di danza. Siccome non volevo fare due viaggi, la aspettavo lì seduto. Un giorno l’insegnante, di cui era stato allievo anche mio padre, mi chiese di provare”.
Da piccolo viveva “in un palazzo fatiscente sopravvissuto al terremoto del 1980. Non c’era portone né citofono, quando cercavano qualcuno, gridavano il nome dal cortile. La mia vita era tutta lì: in piazza c’erano il bar del nonno e la chiesa, dove ho servito messa”.
La parodia che le fanno al GialappaShow “mi fa molto ridere, mi regala una spocchia e una cattiveria che non ho. Cerco sempre di ridimensionare quello che mi succede. L’Auditel lo leggo al contrario: se facciamo il 25 per cento di share, diciamo che il 75 non ci ha guardato”.
“Agli inizi, con Amici, quando tutti mi fermavano nella metro. In quel periodo ho avuto su me stesso pensieri fuori misura. Per fortuna subito dopo sono andato a New York, dove sono entrato in una compagnia di ballo, ed ero l’italiano che si distingueva perché non sapeva parlare bene l’inglese. È stato prezioso per ridimensionarmi».
Capitolo Belén: “Il fatto che sia stato sposato con una donna così bella ha creato attorno a me il falso mito che mi piace solo quel tipo di donna. Non è vero. Di lei mi affascinava la luce, l’ambizione, questa voglia di mondo che era la mia stessa voglia. Penso che tanti uomini, dopo, abbiano cominciato a sentirmi vicino perché in fondo io ce l’avevo fatta con mezzi limitati. Lei stava con Fabrizio Corona, un’altra generazione, un’altra vita: in teoria non c’era gara. Ballare insieme ha subito accorciato le distanze. È un peccato che oggi più nessuno balli un lento: sterno contro sterno, cuore contro cuore; si risparmia un sacco di tempo, l’invito a cena, l’approccio con il cuore in gola… Gli amori si compiono. O si resiste al tempo con affanno, o si ha il coraggio di dire che è stato molto bello. L’unico amore eterno è quello tra genitori e figli”.
È vero che ha parato un rigore a Maradona? “Eravamo ad Amici. Lui prima di tirare guardò dall’altra parte; non ci sono cascato. Ecco, di tutti i personaggi che ho incontrato, lui è l’unico che mi è sembrato soprannaturale”.