Fibrillazione atriale: esame del sangue può prevedere rischio ictus


Fibrillazione atriale: è possibile prevedere il rischio di ictus con un semplice esame del sangue, secondo lo studio STROKESTOP II

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Secondo lo studio STROKESTOP II, presentato durante una sessione Hot Line al Congresso ESC 2024 a Londra, lo screening di massa per la fibrillazione atriale, utilizzando ECG e misurazione del biomarcatore di insufficienza cardiaca NT-proBNP, non previene l’ictus ischemico o l’embolia sistemica negli anziani di 75-76 anni dopo 5 anni di follow-up. Tuttavia, il biomarcatore può migliorare la previsione del rischio di ictus ischemico ed embolia sistemica rispetto al solo ECG a singola derivazione.

L’autrice principale, Katrin Kemp Gudmundsdottir del Karolinska Institutet di Stoccolma, ha dichiarato che i risultati non supportano lo screening sistematico per la fibrillazione atriale negli anziani, ma suggeriscono che potrebbe essere sicuro non concentrarsi sugli individui con bassi livelli di NT-proBNP. Questo, però, necessita di ulteriori conferme.

Gli individui con bassi livelli di biomarcatori hanno un rischio inferiore di sviluppare fibrillazione atriale e di subire ictus o embolia sistemica rispetto al gruppo di controllo e a quelli con livelli più elevati di biomarcatori. Questo dato è particolarmente rilevante considerando che la fibrillazione atriale colpisce almeno 40 milioni di persone nel mondo, aumentando il rischio di ictus, insufficienza cardiaca e morte prematura. Le persone con fibrillazione atriale hanno cinque volte più probabilità di avere un ictus, che spesso risulta debilitante e con minori possibilità di sopravvivenza. Circa il 30% dei casi è asintomatico, evidenziando la necessità di identificare chi è a rischio.

Le linee guida internazionali raccomandano lo screening opportunistico per la fibrillazione atriale nelle persone di età pari o superiore a 65 anni e il trattamento anticoagulante per i pazienti ad alto rischio di ictus. La Società Europea di Cardiologia (ESC) raccomanda anche lo screening ECG sistematico per i pazienti di età pari o superiore a 75 anni o ad alto rischio di ictus. L’aggiunta di biomarcatori come NT-proBNP potrebbe migliorare l’accuratezza dello screening, essendo un forte predittore di fibrillazione atriale e ictus.

Valutato il beneficio di uno screening di massa o selettivo
Nel 2020, i risultati preliminari dello studio STROKESTOP II hanno mostrato che NT-proBNP può essere utile per stratificare il rischio e che i soggetti con livelli elevati potrebbero beneficiare di uno screening più intensivo.

Lo studio STROKESTOP II ha coinvolto 28.712 persone nate tra il 1940 e il 1941 nella regione di Stoccolma, per valutare se l’invito allo screening riducesse il rischio di eventi tromboembolici rispetto al gruppo di controllo non invitato. I partecipanti sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 per essere invitati allo screening (13.905) o assegnati al gruppo di controllo (13.884). Tra gli invitati, 6.843 (49%) hanno accettato l’invito.

I partecipanti senza fibrillazione atriale nota sono stati stratificati in gruppi ad alto e basso rischio in base ai livelli di NT-proBNP. Il gruppo ad alto rischio ha effettuato lo screening a casa con un dispositivo ECG portatile quattro volte al giorno per due settimane, mentre il gruppo a basso rischio ha eseguito un singolo episodio di screening con ECG a singola derivazione. La nuova fibrillazione atriale è stata rilevata nel 2,4% dei partecipanti, ai quali è stato offerto un trattamento anticoagulante.

Dopo un follow-up mediano di 5 anni, non è stata osservata alcuna differenza nel rischio di ictus o eventi tromboembolici tra il gruppo di intervento e il gruppo di controllo. Le sottoanalisi hanno mostrato che il rischio di ictus o coaguli di sangue era inferiore del 41% tra i partecipanti con bassi livelli di NT-proBNP rispetto al gruppo di controllo. Nel gruppo ad alto rischio, il rischio di sviluppare nuova fibrillazione atriale e di ictus ischemico o embolia sistemica era significativamente maggiore rispetto al gruppo a basso rischio.

Kemp Gudmundsdottir ha concluso che la partecipazione inferiore al previsto potrebbe aver influenzato i risultati e che sono necessari ulteriori studi per concentrare gli sforzi di screening su coloro che sono a più alto rischio, riducendo così l’incidenza di ictus prevenibili. Questo approccio mirato potrebbe ottimizzare le risorse sanitarie e migliorare la qualità della vita degli anziani, riducendo al contempo i costi associati alla gestione delle complicanze della fibrillazione atriale.

Fonte:
Kemp Gudmundsdottir, et al. STROKESTOP II – Randomised systematic NT-proBNP and ECG screening for atrial fibrillation among 75 year-olds. ESC Congress 2024, London (UK).