La nota della Camera Arbitrale Internazionale sull’emergenza degli Uffici dei Giudici di Pace, che rischia di acuirsi quando si faranno carico del contenzioso in materia di condominio
Nelle ultime ore, in diverse città italiane, gli Avvocati protestano per denunciare la “paralisi” in cui versano gli Uffici dei Giudici di Pace. Una vera e propria emergenza riferita anche dall’Organismo Congressuale Forense (OCF) che nel monitoraggio dell’8 novembre ha evidenziato le criticità dei maggiori Tribunali italiani: a Roma su 210 giudici in organico solo 58 sono in servizio, a Napoli ne operano appena 37 su 250, a Milano 39 su 180. Un dato che, rapportato alla situazione nazionale sui Tribunali monitorati, dimostra come ad oggi risulta in servizio appena il 33% dei Giudici di Pace rispetto a quelli previsti in pianta organica. A peggiorare le cose, dal prossimo anno, la prevista assegnazione ai Giudici di Pace delle controversie in ambito condominiale, che rischia di rendere insostenibili per i cittadini tempi e costi della Giustizia.
Nel dibattito si inserisce la presa di posizione della Camera Arbitrale Internazionale (marchio UE), operativa sull’intero territorio nazionale con oltre 60 sedi e più di 1.300 Arbitri e Periti inseriti in organico.
«L’emergenza in cui versano gli uffici dei Giudici di Pace – afferma il presidente della Camera Arbitrale Internazionale Rocco Guerriero – rischia di negare la Giustizia ai cittadini sempre più limitati nel fare valere i propri diritti, frenati dai tempi infiniti e dai costi incerti di un processo ordinario. La situazione più preoccupante riteniamo essere quella del contenzioso in materia di condominio che dal 31 ottobre 2025 sarà interamente devoluto proprio ai Giudici di Pace. Il contenzioso condominiale, che comprende casistiche vaste e spesso complesse, impone una specializzazione di chi giudica e una rapidità nei tempi decisionali che i Giudici di Pace spesso non sono in grado di garantire».
La Camera Arbitrale Internazionale è suddivisa in Sezioni specifiche tra cui quella del Tribunale Arbitrale dell’Immobiliare e del Condominio che promuove l’arbitrato quale strumento rapido, flessibile e altamente specialistico per la risoluzione di controversie in materia di Condominio, Locazione ed in genere su Diritti reali, Comunione, contratti immobiliari. L’arbitrato, procedimento già presente nel più antico diritto romano, oggi disciplinato dal Codice di Procedura Civile, è alternativo al giudizio ordinario, si conclude con una decisione (definita lodo) avente medesima efficacia di una sentenza pronunciata dall’autorità giudiziaria.
«L’arbitrato è uno strumento che presenta innegabili vantaggi: è una procedura rapida (in quanto la decisione deve essere assunta entro 240 giorni), riservata, flessibile, specializzata e che si conclude con una decisione con efficacia di sentenza che è strutturata, argomentata e inattaccabile nel merito e nella forma – aggiunge Rocco Guerriero –. La Camera Arbitrale Internazionale, per le controversie di medio-basso valore (che rappresentano un numero rilevante in materia di condominio) adotta procedure ancora più rapide e adattabili all’intero contenzioso di condominio e locazioni che in media si concludono in 60/70 giorni, garantendo una giustizia rapida e soprattutto specialistica grazie agli Arbitri che collaborano con il nostro organismo, selezionati tra Docenti universitari, Avvocati di assoluta competenza e operatori del settore che, grazie alla recente attribuzione dei poteri cautelari, possono intervenire immediatamente anche in situazioni di urgenza che impongono misure dirette a prevenire danni irreparabili connessi alle lungaggini del processo».