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Studio Inail indaga il rischio incendio nei reparti di risonanza magnetica

fabrizio d'ascenzo inail giornalisti sanitari autorimessa

Rischio incendio nei reparti di risonanza magnetica, online uno studio Inail su come gestirlo nelle strutture sanitarie, con l’indicazione delle misure di prevenzione e protezione da adottare

Le strutture sanitarie che ospitano reparti di risonanza magnetica (RM) presentano particolari criticità nella gestione del rischio incendio a causa dei campi elettromagnetici e dei fluidi criogenici presenti, che impongono un alto grado di attenzione e precise procedure di intervento da seguire. Per questo motivo, il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail ha curato uno studio, consultabile sul portale dell’Istituto, in cui vengono approfonditi i principali profili di rischio incendio connessi a questi ambienti lavorativi.

Organizzazione e razionalizzazione di risorse e procedure. La pubblicazione fornisce indicazioni mirate a migliorare ogni aspetto gestionale di un’eventuale emergenza antincendio, razionalizzando le azioni di intervento nelle strutture sanitarie che ospitano queste apparecchiature. L’incendio può essere originato, oltre che da eventi accidentali, dalle componenti elettriche presenti nelle apparecchiature e dagli apparati elettronici a supporto delle stesse installati nel locale tecnico adiacente alle sale di esame. La normativa vigente in materia dispone misure specifiche di prevenzione e protezione antincendio che, in base alla tipologia di strutture sanitarie, tengono conto dell’estensione, del numero di posti letto di degenza, delle apparecchiature ad alta tecnologia installate e delle loro criticità associate.

Le misure di sicurezza antincendio da predisporre. In tutti gli ambienti di lavoro deve essere predisposto un piano di emergenza antincendio (PE ANT), con l’indicazione degli addetti antincendio (AA) e delle squadre di emergenza (SQEM), composte da personale appositamente formato e addestrato. Il sistema di rilevazione incendi deve essere tarato sul tipo di evento da segnalare (fumo, temperatura, fiamma), tenendo conto della presenza di intensi campi magnetici che potrebbero compromettere il funzionamento dei sensori. Le apparecchiature con magneti superconduttori ad alto contenuto di elio, ad esempio, prevedono l’obbligo di installazione di un sensore ossigeno per la rilevazione delle eventuali fughe del criogeno. Il sistema di rivelazione del tenore di ossigeno in sala magnete è collegato ad un impianto di ventilazione di emergenza, che potrebbe però attivarsi anche in presenza di fumo, alimentando in tal caso la propagazione di un eventuale incendio. Per questo motivo è necessario che il personale addetto sia in grado, all’occorrenza, di disattivare completamente la ventilazione.

Vigilanza attiva anche in caso di non utilizzo delle apparecchiature. La principale causa di incendio nelle sale RM e nei locali tecnici adiacenti, rilevano ancora i ricercatori del Dimeila, è dovuta alle apparecchiature elettroniche presenti e al calore che sviluppano. Anche quando l’apparecchiatura non è utilizzata, infatti, parte della componente elettronica rimane comunque attiva. Il locale tecnico deve pertanto rimanere sgombro da ogni materiale combustibile o infiammabile, le vie di esodo devono essere individuate chiaramente attraverso appositi cartelli segnalatori e le porte individuate come via di fuga dal sito devono essere dotate di sistemi di libera apertura dall’interno.

Valutazioni conclusive. I profili di rischio incendio connessi alle strutture sanitarie che ospitano apparecchiature a risonanza magnetica richiedono un livello di attenzione molto alto, soprattutto nel caso in cui intervengano addetti antincendio non ricompresi nell’elenco degli autorizzati ad operare nel sito RM, con il rischio che durante le emergenze le procedure di attenzione e sicurezza richieste in questo specifico ambiente vengano disattese. Questa circostanza potrebbe comportare l’instaurarsi di ulteriori scenari di pericolo quali l’introduzione di oggetti ferromagnetici nelle sale esami o l’accesso di persone particolarmente sensibili all’esposizione ai campi elettromagnetici. È dunque necessario, rileva in conclusione la scheda del Dimeila, che il personale addetto all’intervento in caso di incendio sia correttamente formato e che per tutti gli addetti venga opportunamente verificata l’assenza di controindicazioni all’esposizione ai campi magnetici presenti in questi ambienti di lavoro. Infine, è necessario che nei reparti interessati sia garantita la dotazione di tutti quei dispositivi atti a garantire la corretta gestione degli allarmi e degli interventi.

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