Infanticidi Traversetolo, la confessione di Chiara Petrolini: “E’ nato morto, l’ho avvolto in una salvietta. La buca l’ho fatta io con le mani”
Il Corriere della Sera pubblica le carte del secondo interrogatorio di Chiara Petrolini, la studentessa ventunenne su cui pende l’accusa di duplice omicidio volontario: subito dopo aver partorito avrebbe ucciso i suoi due figli, seppellendoli nel giardino della villetta in cui vive con la famiglia a Traversetolo, ai piedi dell’Appennino.
Nell’interrogatorio c’è “una svolta clamorosa”. Il racconto di Chiara.
“Un anno e mezzo fa, a maggio, ho partorito. Solo che il bambino non era nato vivo, quindi l’ho sepolto nel mio giardino, come questa volta. L’ho avvolto con una salvietta. La buca l’ho fatta io con le mani, in dieci minuti, non di più”.
“Non avevo detto niente a nessuno perché era un periodo un po’ pesante per la mia famiglia e poi perché avevo sempre paura del giudizio della mia famiglia e delle persone. C’era mia nonna che non stava bene e io l’accompagnavo sempre a fare le cure e dire una cosa così mi sembrava un peso in più”.
“Quando è successo la seconda volta speravo che non riaccadesse, solo che non riuscivo a dirlo e quindi è successo tutto. La prima non me l’aspettavo perché non ero neanche fidanzata”.
Il parto “è avvenuto di notte, in camera mia. I miei non c’erano, non ricordo dove fossero andati. E’ durato poco. Quando è nato, ho provato a scuoterlo per vedere se respirava, ma era morto e allora mi è passato per la testa di metterlo nel giardino”.