Fabrizio Zanotti nelle radio e in digitale con “Oxy Bar”


Una critica all’inquinamento dell’aria e ad un’economia che vorrebbe venderla, come fa con qualsiasi altra merce. È questo il paradosso che ci racconta Fabrizio Zanotti

fabrizio zanotti

Una critica all’inquinamento dell’aria e ad un’economia che vorrebbe venderla, come fa con qualsiasi altra merce. È questo il paradosso che ci racconta Fabrizio Zanotti con il suo nuovo singolo “Oxy bar”.

Il brano prende ispirazione dagli oxygen bar di Nuova Delhi in cui le persone possono entrare e consumare aria pura aromatizzata alle essenze. Un cocktail di ossigeno, ma non alla portata di tutti.

«Sono rimasto impressionato perché invece di pensare a come inquinare meno, cerchiamo di vendere l’aria che respiriamo. Gli esseri umani, in special modo i bambini, meritano un altro esempio verso l’ambiente in cui viviamo».

Inizia così la composizione di “Oxy bar”, registrato al Transeuropa Studio di Torino, dove l’intesa con il produttore Fabrizio Chiapello si esprime in un brano radiofonico, ipnotico e che nasconde nelle pieghe del testo una denuncia mirata.

«La preghiera nel fiume Yamuna, ormai pieno di schiuma, è un’altra immagine che mi ha colpito molto in quei giorni. Il ritornello rievoca il rito di quella folla colorata che fluttua in una spuma tossica alle prime luci dell’alba».

A completare l’opera, il videoclip, girato da Mirko Avella, in collaborazione con il film maker Andry Verga e la giornalista Vanessa Vidano in una piccola valle del Piemonte – la Valchiusella – dove una serie di personaggi improbabili si ritrovano a consumare cocktail di ossigeno, in un oxygen bar in riva al fiume.

La canzone farà parte dell’album di prossima uscita dell’artista.

Fabrizio Zanotti è un cantautore nato ad Ivrea nel 1969 con profonde origini pugliesi.

Nel 1996 pubblica il brano “Country party” con il duo Fabry & Banny e nel 1999 “Viaggiatori”, con la band Stazione Marconi.

Nel 2003, con Foce Carmosina, realizza il film concerto “Sacco e Vanzetti, canzoni d’amore e libertà”, pubblicato dal quotidiano “L’Unità” approdando al Teatro Sistina, a Rai Cinema, Rai Radio3 e al Festival Nazionale de l’Unità di Genova. Nel 2005 scrive “Poco di buono”, dedicata alla Resistenza e cantata con Claudio Lolli. Nel 2007 esce “Il ragno nella stanza” grazie alla quale viene invitato a Srebreniça (Bosnia), mentre nel 2010 pubblica “Pensieri corti” collaborando con l’associazione Libera contro le mafie.

Nel 2011 vince il “Concorso Giuseppe Moretti”, ideato da Dacia Maraini, nel 2012 arriva il live “Sarò libero” e nel 2014 esce il brano “Dieci dita”. Nel 2018 pubblica “Luna nuova” prodotto da Fabrizio Cit Chiapello, con la copertina disegnata da Ugo Nespolo.

In occasione del 75esimo anniversario della Liberazione 2020, pubblica una rivisitazione di “Bella Ciao”, realizzando il videoclip con le immagini del film “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy e nello stesso anno, durante il primo lockdown, il cantautore produce due instant song “L’Italia che si muove” e “La vita va avanti” e pubblica i singoli “Oxy Bar” e “Serra Morena” entrambi anticipazione dell’album di prossima uscita.

La musica di Fabrizio Zanotti abbraccia anche la filosofia buddista, che l’autore studia e pratica dal 1996.