La prima uscita di RODEN è doppia: Nala e Vaniglia sono l’alpha e l’omega di un progetto che rientra a tutti gli effetti in una nuova elettronica italiana
La prima uscita di RODEN è doppia: Nala e Vaniglia sono l’alpha e l’omega di un progetto che rientra a tutti gli effetti in una nuova elettronica italiana sempre più cosciente tra breakbeat, jungle e lo-fi.
Ci sono artisti troppo modesti per prendersi i primi piani. Solitamente ricoprono ruoli importanti, ma nei progetti di altri: produttori, arrangiatori, coloro che “chiudono il disco”, dando un tocco inedito in grado di spingere la musica un po’ più in là. RODEN è uno di questi.
Nella sua prima uscita, Nala / Vaniglia, l’artista-produttore romano svela fin da subito il proprio talento a favore di un’elettronica per niente conservativa, ma che guarda avanti. In Vaniglia l’ospite d’eccezione che presta la voce è Akhila (Alessia Pandit) a conferma di un prepotente ritorno delle voci femminili sulla musica elettronica. Non un tocco per abbellire, ma un elemento fondamentale lavorato con minuzia da RODEN in fase di mix. Se il primo pezzo introduce un’atmosfera più sognante, in Nala il suono è più concreto e attraversa il corpo dell’ascoltatore invogliando a ballare.
Il progetto si inserisce in un nascente movimento di musica elettronica italiano: non un copia-incolla di sonorità provenienti dall’estero, ma un timbro che condensa più influenze e che lentamente sta forgiando una sua identità. RODEN è figlio della generazione Fred Again… (o di okgiorgio per restare in Italia), ma conserva nel suo timbro un passato dedicato al downtempo e alla ambient music, ancora percepibili nelle sue produzioni.
Ciò che traspare dal primo ascolto di questi due brani è una perenne patina di nostalgia, la stessa che pervade le nostre esistenze senza che riusciamo veramente a spiegarla. Una malinconia in grado di serpeggiare sia a partire dalla voce di Akhila in Vaniglia, che dalla cassa più decisa di Nala, e che trasporta in una dimensione club forse mai realmente vissuta in Italia. Nuove nicchie, nuove tendenze e, magari, nuove pratiche e spazi che potrebbero nascere a partire da questo tipo di proposte.
Chi decide di dedicarsi alla musica elettronica sa che batterà una strada diversa da tutti gli altri, ma non per questo più ardua e priva di opportunità, anzi.