Alta tensione a Milano dopo la morte del 19enne Ramy


È sfociata in una notte di disordini la protesta di piazza per la morte del 19enne egiziano Elgalm Ramy morto a Milano durante un inseguimento da parte dei Carabinieri

ramy

Prima la protesta in strada, poi petardi, fuochi d’artificio e roghi di cassonetti. Notte di disordini, a Milano, in zona Corvetto, in seguito al caso del decesso del 19enne egiziano Elgaml Ramy morto dopo un incidente in scooter durante un inseguimento da parte di un’auto dei Carabinieri nella notte fra sabato e domenica. La Polizia, per sedare le proteste, è intervenuta con i lacrimogeni. Le immagini dei cassonetti bruciati e del lancio di petardi e oggetti stanno circolando sui social. Sarebbe stato preso di mira anche un autobus della linea 93 fermo in viale Omero, che è stato sfasciato dai manifestanti. In seguito ai disordini, la Polizia ha arrestato un cittadino montenegrino di 21 anni, con precedenti e irregolare sul territorio nazionale: le accuse sono devastazione, resistenza a pubblico ufficiale, incendio, getto pericoloso di cose, accensione ed esplosioni pericolose in concorso. Il quartiere Corvetto è nota per essere un’area difficile della città milanese, dove da tempo sono radicate povertà e degrado.

LA MORTE DI RAMY E LE PROTESTE

Ramy, 19 anni, viveva con la famiglia in via Mompiani: sono arrivati dall’Egitto 11 anni fa. Il ragazzo era noto alle forza dell’ordine, aveva precedenti per furto e droga. Sabato notte è morto in un incidente mentre scappava, a bordo di uno scooter Tmax guidato da Fares B., un 22enne tunisino senza patente anche lui con precedenti che è stato poi arrestato, durante un inseguimento da una volante dei Carabinieri. L’inseguimento, durato venti minuti, era iniziato in via Farini angolo Pasubio, dopo che lo scooter (che viaggiava contromano) ha saltato l’alt di una pattuglia dei Carabinieri. Il 22enne guidava, dietro c’era Ramy che a un certo punto ha anche perso il casco in via San Barnaba.
L’incidente è avvenuto in via Ripamonti: lo scooter si schianta contro un muretto, l’auto dei carabinieri sul semaforo. Ramy, ferito gravemente, muore all’alba in ospedale. La famiglia e gli amici, però, sostengono che prima della caduta ci sia stato un contatto tra l’auto del Radiomobile e lo scooter, e che quindi l’incidente sia colpa di questo urto da parte della macchina dei Carabinieri: “Sono stati speronati”, dicono gli amici, che dei due giovani hanno continuato a ripetere “Non sono delinquenti“. Sulle circostanze dell’incidente ci sono indagini in corso, in particolare attraverso l’acquisizione delle immagini delle telecamere. Di fatto c’è che dopo lo schianto ai ragazzi sono stati trovati addosso una coltello, più di mille euro e una collanina. Una prima manifestazione di protesta si era svolta in via Quaranta domenica pomeriggio. Ieri sera ce n’è stata un’altra in zona Corvetto: prima le persone in strada erano una ventina, poi sarebbero diventate 70 e sono cominciati i disordini.

I DISORDINI SONO INIZIATI ALLE 19: LA RICOSTRUZIONE DELLA QUESTURA

Questa la ricostruzione della Questura: i disordini sono iniziati ieri sera alle 19, quando un gruppo di circa 20 persone, riconducibile agli stessi che domenica sera avevano protestato in via Quaranta per il decesso di Elgaml Ramy, è stato visto muoversi in zona Corvetto, monitorato a distanza dal personale della Polizia di Stato. Successivamente il gruppo, aumentato a circa 70 persone, si è concentrato in via dei Cinquecento all’intersezione con via dei Panigarola, dove sono stati affissi degli striscioni; una volta in via Omero il gruppo ha poi acceso dei fuochi d’artificio e lanciato dei petardi, uno dei quali colpiva il cofano di un veicolo del commissariato Mecenate squarciandolo e danneggiandone il parabrezza.

I manifestanti hanno appiccato fuoco a diverse masserizie e bidoni dei rifiuti, danneggiato un autobus linea ATM e una pensilina.

Non appena la situazione si è aggravata sono intervenute le squadre del reparto mobile e, una volta giunte in prossimità del gruppo, sono state lanciate bottiglie e petardi contro le forze dell’ordine che, solo grazie all’utilizzo di lacrimogeni, sono riuscite a far disperdere i manifestanti. Nella circostanza è stato fermato il 21enne e accompagnato in Questura, dove dopo gli accertamenti di rito è stato condotto al carcere di San Vittore in attesa di convalida.