Idrosadenite suppurativa materna legata a complicazioni anche per i figli


L’idrosadenite suppurativa materna è stata associata a complicazioni durante la gravidanza e a morbilità sia materna che e infantile a lungo termine

idrosadenite suppurativa recalcitrante

L’idrosadenite suppurativa materna è stata associata a complicazioni durante la gravidanza e a morbilità sia materna che e infantile a lungo termine, secondo quanto rilevato da uno studio di coorte longitudinale condotto in Canada i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista JAMA Dermatology.

Per lo studio è stato utilizzato un registro del Quebec che forniva i registri di dimissione per tutti i ricoveri ospedalieri nella provincia e che includeva gli esiti materni e neonatali relativi a 1.324.488 parti nel Quebec con un follow-up massimo che andava dal 2006 al 2022.

Un totale di 1.332 madri (0,1%) aveva una diagnosi di idrosadenite suppurativa e, rispetto alle pazienti senza la malattia cutanea, queste donne avevano probabilità significativamente più elevate di avere meno di 25 anni (23,6% vs 14,8%), di avere una comorbilità al momento della gravidanza (22,4% vs 7,4%) e di essere svantaggiate dal punto di vista socioeconomico (29,4% vs 20,3%).

Rischi per le madri con idrosadenite
Nel periodo peripartum, le donne con idrosadenite avevano un rischio aggiustato più elevato di disturbi ipertensivi della gravidanza (rapporto di rischio, RR, 1,55), diabete gestazionale (RR 1,61) e grave morbilità materna (RR 1,38) rispetto alle coetanee non affette dalla patologia cutanea.

Avevano inoltre un aumento dei rischi di sepsi peripartum (RR 2,71), ricovero in terapia intensiva (RR 2,64), parto cesareo (RR 1,18) ed emorragia postpartum (RR 1,49), oltre a un rischio di infezione tre volte più alto (HR 3,37) e a un rischio di ospedalizzazione per allergia quattro volte più elevato (RR 4,02), ma non associazioni con complicazioni placentari, come placenta previa, accreta e distacco.

Nel follow-up a lungo termine, le madri con idrosadenite avevano un rischio più che doppio di ospedalizzazione (HR 2,29), in particolare per motivi respiratori (HR 3,20), cardiovascolari (HR 3,09) e metabolici (HR 5,05).

Rischi per la prole
L’idrosadenite suppurativa materna è risultata anche legata a esiti neonatali peggiori, ovvero più nascite premature (RR 1,28) e difetti alla nascita (RR 1,29), come riferito dai ricercatori guidati dall’autore senior Nathalie Auger, della McGill University di Montreal, Canada. Inoltre è stata associata a difetti cardiaci congeniti (RR 1,57) e schisi orofacciali (RR 4,27), senza collegamenti significativi con la sindrome da distress respiratorio, la morbilità neonatale grave o il ricovero in terapia intensiva neonatale.

Nel follow-up a lungo termine, i nati da madri con idrosadenite avevano una probabilità significativamente superiore di necessitare di un ricovero ospedaliero infantile a lungo termine (RR 1,31) per patologie metaboliche, del sistema nervoso centrale, dello sviluppo e muscoloscheletriche.

I meccanismi alla base degli esiti avversi alla nascita nelle donne con idrosadenite non sono chiari, secondo gli autori, che hanno ipotizzato il coinvolgimento dell’infiammazione cronica che caratterizza la malattia cutanea. Le pazienti con idrosadenite suppurativa presentano livelli elevati di interleuchina-1β e di TNF-α, due citochine implicate nella preeclampsia, nel diabete gestazionale e nel parto pretermine tra le pazienti con artrite reumatoide e psoriasi.

Esiti attenuabili con la diagnosi precoce 
«Questo studio di coorte ha scoperto che l’idrosadenite suppurativa è associata a esiti avversi per la madre e per la prole sia nel periodo peripartum che a lungo termine. La diagnosi precoce e la gestione della malattia cutanea possono aiutare a mitigare questi esiti» hanno concluso gli autori.

Hanno anche fatto presente che i dati del registro potrebbero essere stati soggetti a errori di classificazione o di codifica. L’analisi si è basata anche sulle cartelle cliniche dei ricoveri ospedalieri che comprendevano principalmente pazienti con idrosadenite grave, quindi i risultati potrebbero non essere necessariamente generalizzabili alla forma lieve della malattia.

I risultati dello studio riflettono segnalazioni simili osservate in altre malattie infiammatorie della pelle, ha commentato Afsaneh Alavi, dermatologa presso la Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, non coinvolta nello studio. «Dal momento che questa patologia colpisce prevalentemente le donne, in particolare quelle in età fertile, queste pazienti sono invitate a sottoporsi a una valutazione da parte di cliniche specializzate che hanno familiarità con le gravidanze ad alto rischio e a essere attentamente monitorate da un team interdisciplinare» ha osservato.

«L’inatteso aumento del rischio di parto pretermine suggerisce che l’infiammazione cronica o la disregolazione immunitaria causata dall’idrosadenite possono contribuire a un travaglio precoce» ha affermato la dermatologa Shoshana Marmon, del New York Medical College di Valhalla. «Inoltre l’aumento del rischio di infezioni richiede un monitoraggio più attento e una potenziale assistenza profilattica, in particolare in prossimità del parto. Uno screening mirato può aiutare a prevenire o ridurre le complicazioni sia per la madre che per il bambino».

Referenze

Li K et al. Hidradenitis Suppurativa and Maternal and Offspring Outcomes. JAMA Dermatol. 2024 Oct 16.

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