Asma e Bpco coesistenti: inquinamento ambientale e genetica le cause


Asma e Bpco: l’inquinamento ambientale e la genetica rendono più probabile la coesistenza di queste due condizioni cliniche

asma

L’inquinamento atmosferico e la predisposizione genetica aumentano il rischio di progressione dall’asma alla Bpco: lo dimostrano i risultati di uno studio presentato al Congresso Internazionale della European Respiratory Society.

La progressione da asma a Bpco rappresenta una diagnosi importante per tutti i pazienti con asma che rischiano di veder evolvere la loro malattia verso una condizione meno reversibile. Per i pazienti asmatici che fumano o che sono esposti al fumo passivo, così come per quelli che presentano un controllo asmatico insufficiente a lungo termine, il passaggio alla Bpco può segnalare la necessità di modificare la terapia e di intensificare gli sforzi per ridurre le esacerbazioni.

Solo nel Regno Unito, hanno ricordato gli autori dello studio presentato al congresso, si stima che il 15% dei pazienti asmatici abbia una diagnosi concomitante di Bpco.

L’obiettivo di questo studio è stato quello di indagare il ruolo dell’inquinamento atmosferico e della suscettibilità genetica nella progressione dall’asma alla Bpco.

Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno stimato i livelli individuali di esposizione al particolato atmosferico inquinante e al biossido di azoto in base all’indirizzo di casa di ciascun paziente e hanno calcolato i punteggi di rischio genetico per lo sviluppo di asma e Bpco per ciascun paziente in base a otto nuovi segnali genetici che indicano la transizione da asma e Bpco in uno studio di associazione genome-wide.

Durante il periodo di follow-up, che aveva una durata mediana di 8,1 anni, 3.750 (8%) dei pazienti con asma al basale hanno sviluppato la Bpco.

Dallo studio è emerso che l’8% dei pazienti con asma ha sviluppato la Bpco durante il follow-up.
Non solo: per ciascun incremento del particolato atmosferico inquinante rappresentato dal PM2,5 pari a 10 µg/m3, è stato osservato un incremento del rischio di di Bpco del 79%, mentre per ciascun incremento di biossido di azoto pari a 10 µg/m3, il rischio di Bpco è aumentato del 13%.

Lo studio ha documentato l’esistenza di una relazione dose-risposta tra NO2 e Bpco, mentre l’associazione tra PM2,5 e Bpco ha raggiunto la significatività statistica solo nel gruppo a più alta esposizione di PM2,5.
Per entrambi gli inquinanti, comunque, sono state osservate associazioni significative solo tra gli individui con un elevato punteggio di rischio genetico.

Il commento allo studio
Nella discussione dei risultati avvenuta dopo la presentazione del lavoro, i ricercatori, in primis, hanno tenuto a sottolineare, tra le sue peculiarità, quella di essere stato il primo ad aver studiato anche l’interazione tra l’inquinamento atmosferico e il rischio genetico di transizione da asma e Bpco.

Questi risultati, hanno aggiunto, forniranno indicazioni utili ai medici per informare i loro pazienti sui rischi che l’inquinamento atmosferico comporta per le loro condizioni attuali e per aiutarli a sviluppare strategie di prevenzione personali.

In tutto ciò, la conoscenza del profilo genetico del singolo paziente si rivelerà particolarmente utile perché consentirà di conoscere quali gruppi di pazienti sono maggiormente a rischio, in modo da mettere in atto strategie di prevenzione più consone ed efficaci.

Bibliografia
Cai S, et al. Abstract OA971. Presented at: European Respiratory Society International Congress; Sept. 7-11, 2024; Vienna.