Il papà di Giulia Cecchettin si sfoga sui social dopo le parole pronunciate in aula dalla difesa di Turetta. La nonna della ragazza: “Come fa a non esserci crudeltà in 75 coltellate?”
Un’offesa e una umiliazione alla memoria di Giulia. Altro dolore, come se già non ce ne fosse abbastanza, per i familiari. Il diritto di difesa è inviolabile, ma c’è un limite. E qui il limite al rispetto umano è stato travalicato. Gino Cecchettin non ci sta: le parole e i concetti espressi ieri in aula dagli avvocati difensori di Filippo Turetta sono troppo gravi. Il papà di Giulia Cecchettin, uccisa a coltellate nel novembre di un anno fa dal suo ex fidanzato Turetta, si sfoga sui social dopo che ieri la difesa del 22enne, nell’arringa, ha rigettato la richiesta di ergastolo avanzata dall’accusa e detto frasi che hanno fatto discutere come “Turetta non è Pablo Escobar“, come l’aver sostenuto che l’omicidio di Giulia è stato commesso sull’onda della “emotività“. Oppure l’appello al fatto che la sentenza sia “secondo legalità” e “non secondo la legge del taglione“.
Queste le parole di Gino Cecchettin in un post su Instagram: “La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, garantito dalla legge in ogni stato e grado del procedimento. Tuttavia, credo che nell’esercitare questo diritto sia importante mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano. Travalicare questo limite rischia di aumentare il dolore dei familiari della vittima e di suscitare indignazione in chi assiste. Io ieri mi sono nuovamente sentito offeso e umiliata la memoria di Giulia“.
LE PAROLE DELLA NONNA DI GIULIA
“Mi manca, mi manca tutta Giulia. Era la gioia fatta persona, era allegra, vivace, briosa. Era un sole. Un sole che non vedrai più. Io penso sia un’assurdità dire che non ci sia stata premeditazione nel suo omicidio, ha detto delle parole assurde visto che le prove che ci sono e i fatti come sono andati, fa solo male sentire queste parole. Non ho visto Giulia in quelle parole, come se Giulia fosse stata uno straccio. E Giulia è mia nipote. E mi fa male solo pensare questa cosa. Lei è la vittima, non Turetta”.
Così ha dichiarato Carla Gatto, la nonna di Giulia Cecchettin, uccisa a coltellate dall’ex ragazzo l’11 novembre scorso e il cui processo è in corso. La donna è stata raggiunta dai microfoni di Ore 14, la trasmissione di Milo Infante in onda su Rai 2.
“Certamente – ha continuato – si tratta di un omicidio premeditato. L’avvocato di Turetta ha riferito che nell’omicidio di Giulia non c’è stata crudeltà. Cos’è la crudeltà? Se tutto quello che è successo a Giulia non è crudeltà, adesso vorrei sapere che cosa sia la crudeltà. È morta soffocata dal suo sangue, così hanno detto. Non è crudeltà questa? 75 coltellate non è crudeltà? Giulia si sentiva perseguitata, due, trecento telefonate al giorno non era un atto persecutorio? Uno non vive, sarebbe da spegnere il cellulare e non riaccenderlo più. Ergastolo? Turetta deve pagare per quello che ha fatto, sarebbe giusto”, ha concluso.