Psoriasi moderata: guselkumab agisce anche sui punti difficili


Psoriasi moderata: secondo nuovi studi, con guselkumab elevata clearance cutanea anche in aree difficili da trattare

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Nella maggior parte degli adulti con psoriasi a placche moderata, coinvolgimento limitato della superficie corporea, interessamento di siti speciali e mancata risposta alla terapia topica, il trattamento con guselkumab ha portato a una clearance cutanea completa o quasi, secondo i risultati dello studio di fase IIIb SPECTREM presentati alla Fall Clinical Dermatology Conference 2024.

Le aree sensibili o altamente visibili colpite dalla psoriasi, tra cui cuoio capelluto, viso, pieghe cutanee e genitali, sono considerate siti speciali e possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana dei pazienti, tuttavia questi soggetti vengono di rado sottoposti al trattamento sistemico e rimangono pertanto ampiamente sottotrattati.

«A coloro che soffrono di psoriasi a placche in siti specifici, con lesioni che coprono una limitata superficie corporea, vengono spesso prescritti solo trattamenti topici e non sono considerati candidati per terapie avanzate, dato che le decisioni terapeutiche sono spesso guidate dall’ampiezza dell’area interessata dalla psoriasi e non dal carico sintomatico» ha spiegato Linda Stein Gold, direttrice della ricerca clinica in dermatologia presso la Henry Ford Health e ricercatrice di SPECTREM. «I risultati di questo studio potrebbero rappresentare un nuovo approccio alla cura delle persone con psoriasi su una superficie corporea ridotta, poiché la maggior parte dei pazienti trattati con guselkumab ha ottenuto una pelle pulita o quasi».

Valutazione dell’efficacia di guselkumab nella psoriasi in aree difficili da trattare
SPECTREM è uno studio di fase IIIb, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo che valuta la sicurezza e l’efficacia di guselkumab rispetto al placebo per il trattamento della psoriasi a placche almeno moderata con un basso interessamento della superficie corporea (BSA 2-15%) e almeno una placca al di fuori dei siti speciali, con un punteggio pari a 3 nell’Investigator’s Global Assessment (IGA) e con il coinvolgimento di almeno un sito speciale qualificante, tra cui cuoio capelluto, viso, aree intertriginose o genitali.

Un totale di 338 pazienti è stato randomizzato in rapporto 2:1 a ricevere guselkumab 100 mg per iniezione sottocutanea alle settimane 0 e 4 e successivamente ogni otto settimane (q8w) oppure placebo alle settimane 0 e 4, seguito dal passaggio a guselkumab alla settimana 16 e q8w.

L’endpoint primario dello studio è la percentuale di pazienti che raggiungono un punteggio IGA di 0/1 (pelle libera o quasi libera da lesioni) alla settimana 16. Le lesioni complessive sono classificate in base a indurimento, eritema e desquamazione. Lo studio SPECTREM è in corso con un periodo di trattamento attivo dalle settimane 16-48 per valutare l’efficacia finale e dalle settimane 16-56 per valutare la sicurezza finale.

Con guselkumab livelli elevati di clearance cutanea alla settimana 16 
Una percentuale significativamente maggiore di pazienti trattati con guselkumab ha raggiunto l’endpoint primario (IGA 0/1) rispetto al gruppo placebo (rispettivamente 74,2% contro 12,4%, p<0,001), con risultati comparabili indipendentemente dalla BSA basale.

I risultati dimostrano livelli elevati di efficacia nei pazienti con coinvolgimento di siti speciali, con una clearance cutanea significativa (definita come risposta IGA 0/1 specifica per sito) rispetto al placebo alla settimana 16: cuoio capelluto (75,0% vs 14,5%), viso (87,8% vs 28,6%), aree intertriginose (86,5% vs 28,8%) e genitali (78,0% vs 37,5%) (p<0,001 per tutti i confronti).

Una pelle completamente libera da lesioni in ogni sito speciale è stata ottenuta costantemente nella maggior parte dei pazienti in trattamento attivo rispetto a quelli sottoposti al placebo: cuoio capelluto (60,3% vs 9,3%), viso (75,7% vs 23,9%), erre intertriginose (76,6% vs 24,2%) e genitali (72,7% vs 32,7%).

Con guselkumab miglioramenti significativi nei principali endpoint secondari 
Sono stati ottenuti miglioramenti significativi anche in tutti i principali endpoint secondari, tra cui:

  • Il 52,9% del gruppo guselkumab ha ottenuto una riduzione di almeno il 90% rispetto al basale nello Psoriasis Area Severity Index (risposta PASI 90) rispetto al 6,2% del gruppo placebo (p<0,001).
  • Il paziente medio ha registrato un miglioramento di oltre l’80% rispetto al basale sia per BSA che per PASI rispetto a quanti hanno ricevuto il placebo (rispettivamente 80,6% vs 6,1% e 82,6% vs 13,7%, p<0,001).

I partecipanti hanno segnalato un miglioramento della qualità della vita dopo tre dosi di guselkumab, con una percentuale maggiore di pazienti trattati con guselkumab che ha ottenuto:

  • Punteggi del Dermatology Life Quality Index (DLQI) pari a 0/1 (impatto minimo o nullo della malattia sulla qualità di vita) rispetto al gruppo placebo (48,9% vs 3,5%).
  • Un miglioramento di 4 punti rispetto al basale del prurito come riportato nello Psoriasis Symptoms and Signs Diary (PSSD) rispetto al placebo (62,7% vs 12,5%).

La ​​sicurezza complessiva è stata coerente con il profilo di sicurezza noto di guselkumab. Fino alla settimana 16, il 37,8% del gruppo attivo ha manifestato almeno un evento avverso (AE), rispetto al 39,8% del gruppo placebo. Tre pazienti che hanno ricevuto guselkumab hanno manifestato un AE grave, rispetto a 1 paziente con il placebo. Non ci sono state interruzioni dovute a un AE nei pazienti che hanno ricevuto guselkumab, mentre 4 pazienti nel gruppo placebo hanno interrotto lo studio a causa di un evento avverso.